Il Decreto sulla Condizione di Disabilità e il suo processo di accertamento è stato oggetto dell’intesa raggiunta dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni, lo scorso venerdì. Si avvicina la sua approvazione definitiva. Vediamo insieme quali cambiamenti normativi esso realizzerà
Il decreto attuativo intitolato “Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato” si può considerare il fulcro della rivoluzione copernicana della disciplina normativa relativa alla disabilità, che la Legge 227 ha delineato e stabilito.
Prima di tutto, esso introdurrà a pieno titolo una definizione di disabilità che rispecchia quella espressa dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità e basata sul modello bio-psico-sociale della disabilità. Stiamo parlando della definizione che la vede come derivante dell’incontro tra un ambiente pieno di barriere di diverso tipo e una persona con compromissioni. Il modello suddetto diventerà il presupposto necessario per l’accesso ai servizi dedicati alla disabilità. Per questa ragione verrà modificata la Legge 104, nella quale la condizione di persona con disabilità diventerà il presupposto fondamentale per accedere ai servizi dedicati, sostituendo, in questo senso il concetto di handicap. L’accertamento di questa condizione avverrà attraverso una valutazione cosiddetta “di base” e riunirà al suo interno tutti gli accertamenti esistenti: l’invalidità civile, la sordocecità, la sordità civile, la cecità civile, e la condizione di disabilità in età evolutiva per l’inclusione scolastica e l’accertamento ai fini dell’inclusione lavorativa. Ma non è tutto, il nuovo sistema farà ricomprendere nel riconoscimento della condizione di disabilità anche l’accertamento della presenza degli elementi necessari per la concessione dei servizi di assistenza sanitaria, protesica, riabilitativa, così come dei requisiti previsti per l’accesso alle agevolazioni economiche tributarie e fiscali. Ancora, in esso rientrerà anche l’accertamento della condizione di disabilità grave e di quella della non autosufficienza degli under 65. Questa valutazione di base sarà fondata su un approccio medico-legale, attuato secondo quanto espresso dall’ICF e dall’ICD dell’Istituto Mondiale della Sanità. Sarà quindi un’analisi medica e oggettiva della presenza della condizione di disabilità guidata dal modello bio-psico sociale di cui parlavamo.
Il Decreto, inoltre, individua nell’Inps l’unico soggetto responsabile di attuare la valutazione di base e prevede che essa sarà svolta su tutto il territorio nazionale, in modo omogeneo.
Dopo aver superato il primo step dell’accertamento della valutazione di base, la persona con disabilità potrà, se vorrà, accedere alla valutazione multidimensionale, che ha come fine l’elaborazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato. Una valutazione questa che mette al centro la persona beneficiaria del progetto, studiandola a 360 gradi nella sua relazione con l’ambiente e con la comunità dove si trova, tenendo in considerazione i desideri della stessa, così come i suoi bisogni come gli obiettivi da realizzare con il progetto destinatole. Esso è infatti definito come il progetto individuale della persona, questa ne è la progettista principale. La nuova realtà normativa vedrà il diritto alla stesura del piano personalizzato e partecipato come un livello essenziale di servizi.
Il decreto, una volta datagli concretezza, inserirà un ampliamento del concetto di accomodamento ragionevole e della possibilità di richiederlo.
(Elisa Marino)