La mostra Van Gogh Alive – The Experience non è accessibile alle persone con disabilità motoria. La risposta è un ricorso collettivo contro gli organizzatori.
“La mostra multimediale più famosa al mondo, finalmente a Roma”. E’ con queste parole che viene introdotta, sul sito web dedicato, Van Gogh Alive – The Experience, inaugurata lo scorso 25 ottobre e che si protrarrà fino al 26 marzo 2017. La mostra si propone come una vera e propria esperienza immersiva, in cui il pubblico viene avvolto da schermi giganti che proiettano le opere del pittore olandese, in un’atmosfera suggestiva favorita da suoni e musiche a tema.
Sempre sul sito web dell’evento, alla pagina delle domande frequenti, scorgiamo delle note curiose:
Ai visitatori con disabilità motoria sarà possibile accedere alla mostra a partire dalla data che verrà comunicata quanto prima sul sito ufficiale della mostra, su Facebook, sul sito di TicketOne e direttamente a coloro che, comunicando i propri riferimenti, richiedano di essere ricontattati. Il Palazzo degli Esami, sede della mostra, è un edificio storico degli anni Venti sottoposto a vincoli e tutele tali per cui sono state avviate le richieste per l’installazione di un monta scale”.
Insomma, al momento in cui scriviamo questo articolo, 24 dicembre 2016, ovvero a due mesi dall’inaugurazione della mostra, gli organizzatori non sono in grado di fornire informazioni certe agli aspiranti visitatori con disabilità.
Purtroppo non riguardano solo la comunicazione, le carenze di Van Gogh Alive – The Experience. Diverse persone con disabilità motoria, infatti, hanno dovuto rinunciare a visitare la mostra a causa di una impervia scalinata che è necessario superare per raggiungere i locali dell’esibizione. A quello che viene ritenuto un vero e proprio atto discriminatorio risponde, però, il Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili, che insieme all’Associazione Avvocato del Cittadino ha intrapreso un’azione collettiva contro gli organizzatori della mostra.
Si è deciso di intraprendere le vie legali proprio perché sussisterebbe un atto di discriminazione. Infatti, l’articolo 2 della Legge 67/2006 stabilisce che sussiste discriminazione quando una persona con disabilità è trattata meno favorevolmente o non analogamente a quella normodotata e quando situazioni apparentemente neutre pongano la persona disabile in una condizione di svantaggio rispetto agli altri. La Legge impone all’autore della discriminazione di rimuovere l’ostacolo, ma anche a risarcire il danno patrimoniale e non patrimoniale alla persona che è stata posta nella situazione di svantaggio. Ed è qui che si inserisce l’azione collettiva: agli organizzatori di Van Gogh Alive – The Experience viene richiesto, tramite una class action, di provvedere a rimuovere le barriere architettoniche, nonché a risarcire i richiedenti del danno non patrimoniale subìto, ovvero dell’aver impedito loro di godere dell’evento come tutti gli altri.
Al ricorso possono partecipare le persone con disabilità motoria che non hanno potuto visitare la mostra a Roma, incluse quelle provenienti da altre città, che hanno rinunciato a raggiungere la Capitale per visitarla. Per prendere parte all’azione legale è necessario iscriversi ad Avvocato del Cittadino e versare la quota associativa di 20 euro. L’associazione sosterrà le spese legali per il primo grado di giudizio.
Da noi intervistata, la vicepresidente del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili, Chiara Bonanno, ha spiegato che per iniziare l’azione collettiva è necessario che si raggiunga il numero di 125 partecipanti, mentre attualmente siamo a circa un centinaio. Si fa presente che le quote d’iscrizione saranno restituite se il quorum non verrà raggiunto. Per aderire è necessario compilare il modulo online, inserendo i propri dati. C’è tempo fino al 7 gennaio 2017.
Per ascolare l’intervista a Chiara Bonanno, cliccare sul lettore:
Articolo di Manuel Tartaglia