Il 1 dicembre la Commissione Medico-Scientifica dell’Aifa ha allargato la possibilità di somministrazione del vaccino anti-COVID anche ai bimbi con un’età compresa tra i cinque e gli undici anni. Ora anche la Commissione Medico-Scientifica di UILDM ha diffuso delle raccomandazioni per soggetti con patologie neuromuscolari
I primissimi giorni dell’ultimo mese di questo travagliato anno 2021, che ha visto l’arrivo del vaccino anti-COVID, come già aveva fatto l’organismo europeo di vigilanza sui farmaci, l’Ema (Agenzia Europea per i Medicinali), una settimana prima, la Commissione Medico-Scientifica dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha esteso l’opportunità dell’inoculazione dello stesso ai più piccoli ovvero ai bambini dai cinque agli undici anni d’età. Il vaccino testato è il Comirnaty (Pfizer/Biontech) con formulazione specifica (pediatrica) e con una dose ridotta (1/3 del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e la seconda somministrazione è prevista, come per gli adulti, a distanza di ventuno giorni dalla prima.
“I dati disponibili — è scritto nella nota dell’Aifa — dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza”. Ciò vuol dire che il vaccino protegge dall’infezione e dagli effetti peggiori della malattia, al pari che negli adulti. “Lo studio registrativo del vaccino nella popolazione tra cinque e undici anni ha mostrato un’efficacia nella riduzione delle infezioni sintomatiche da COVID pari al 90,7% rispetto al placebo e la non-inferiorità della risposta immunologica rispetto a quanto osservato nella popolazione tra i sedici e i venticinque anni”.
Questa disposizione risulta essere un’ulteriore spinta per contrastare la pandemia perché, se è vero che i bimbi raramente sviluppano la forma grave della malattia da Sars-Cov-2, è anche vero che, non essendo immuni dal virus, i contagi, in aumento in questo periodo, corrono sulle gambe dei giovanissimi.
A seguito di ciò, anche la Commissione Medico-Scientifica di UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) ha emesso una propria nota informativa con raccomandazioni specifiche per chi ha una patologia neuromuscolare sempre nella fascia d’età sopracitata.
Le raccomandazioni alla vaccinazione (è possibile consultare la nota completa qui) sono ancora maggiori se il bambino ha una patologia cronica, incluse le malattie neuromuscolari. Infatti il vaccino aiuta a prevenire possibili effetti più gravi dovuti al COVID-19: è quindi molto più rischioso lasciare un bambino con malattia neuromuscolare senza alcuna protezione. Le controindicazioni sono rarissime e in ogni caso i vantaggi della vaccinazione superano i pochissimi rischi.
Probabilmente questo strumento risulterà utile anche a evitare la didattica a distanza (Dad) e tutto ciò che ne consegue come, ad esempio, la mancanza di socializzazione ed interazione tra i bambini.
(Giuseppe Franchina)