Sul tema delle vaccinazioni si è detto tutto e il contrario di tutto. FinestrAperta tenta di fare chiarezza avvalendosi dell’autorevolezza e della conoscenza di chi, attraverso il proprio lavoro, è testimone della loro utilità e cosciente dei rischi connessi alla loro mancata diffusione.
La Sipps (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) è una società affiliata alla Società Italiana di Pediatria (Sip), nata nel 1980 con la mission della prevenzione in ambito sanitario nel periodo dell’età evolutiva. Il Professor Gianni Bona, vicepresidente della Sipps e Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università del Piemonte Orientale presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara, ci spiega che “Gran parte delle malattie croniche dell’adulto trovano un loro inizio già in età evolutiva. In questo contesto la Pediatria ha un ruolo cruciale nell’identificare i segni iniziali di danni che si manifesteranno in maniera eclatante in età adulta”. Ci avvaliamo dell’auorità del professor Bona per proiettare un raggio di luce sul fumoso dibattito sull’utilità dei vaccini, alimentato troppo frquentemente da disinformazione proveniente da fonti poco attendibili.
Avete dati sulla copertura delle vaccinazioni in Italia? Quanti bambini vengono vaccinati e quanti no?
“Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità monitorizzano continuamente le coperture vaccinali del nostro Paese. Come recentemente pubblicato sulla rivista Ripps (Anno XI – Numero 3 – 2016) il Ministero della Salute ha pubblicato ad agosto 2014 i dati relativi al 2013 (coorte di nascita 2011) sulle coperture vaccinali a 24 mesi d’età, che hanno evidenziato una flessione per quasi tutte le vaccinazioni, con valori che hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi dieci anni, di poco superiori al 95% per Poliomielite, Tetano, Difterite, Epatite B e Pertosse e all’88,1% per Morbillo, Parotite e Rosolia.
Molto più recentemente sono stati pubblicati i dati delle coperture per il vaccino MPR a 5-6 anni di età rilevati nel 2013 e nel 2014, che mostrano un’ulteriore deflessione delle coperture stesse, scese nel 2014 all’82,42%, con minimi compresi tra il 70 e l’80% in 4 regioni e valori appena superiori al 65% in 2″.
Perché alcune persone rifiutano di vaccinare i propri figli?
“La decisione di rifiutare le vaccinazioni è sicuramente influenzata dalla valutazione dei rischi e dei benefici dei vaccini (in particolare dalla preoccupazione per gli eventuali danni provocati da questi ultimi) dalle potenziali reazioni avverse, dalla scarsa percezione della pericolosità delle patologie prevenibili con le vaccinazioni e dalla dubbia fiducia nelle fonti informative.
Un’indagine condotta in Italia su un gruppo di genitori ha rivelato come l’esperienza della vaccinazione è fortemente connessa con l’informazione ricevuta. Le fonti attraverso le quali genitori si sono informati per scegliere se sottoporre i figli alle vaccinazioni o meno sono stati i pediatri di libera scelta (54,8%) e il servizio vaccinale della Asl (37,5%). Ben 8 genitori su 10 hanno fatto ricorso al Web, ma solo un terzo si e affidato alla Rete per informarsi su questioni riguardanti la salute; tale tendenza è risultata maggiore nei genitori di giovane età, fino ai 35 anni, e con titolo di studio più avanzato. Purtroppo sulla Rete prevalgono informazioni contraddittorie e ascientifiche, che spingono all’ostracismo verso i vaccini”.
Come sottolineato dalla FNOMCeO:
Il tipico errore per cui di fronte a un rischio per quanto altamente improbabile (la reazione avversa da vaccino) si trascura un vantaggio certo (l’immunizzazione rispetto ad una grave malattia) lasciandosi guidare più da diffidenze o sospetti che da prove scientifiche”.
Quali sono le conseguenze di una mancata vaccinazione per il singolo e per la comunità?
“Ovunque si sia abbandonata o ridotta la pratica vaccinale si è a rischio concreto della ripresa di ‘vecchie’ malattie e di epidemie, con connessi rischi di morbilità e mortalità. La ricomparsa di malattie infettive ritenute eradicate è una possibilità concreta nell’Europa dei grandi flussi migratori delle comunità multietniche, anche quando le coperture globali e la cosiddetta ‘immunità di gregge’, che protegge anche i non vaccinati in una popolazione che ha livelli elevati (più del 90%) di persone vaccinate, sembrano scongiurare questa possibilità”.
In che modo deve intervenire lo Stato per arginare il problema? Quali soluzioni proponete?
“Lo Stato ha un ruolo centrale per arginare il problema. Per contrastare il calo delle coperture vaccinali non e sufficiente una buona informazione: occorre dialogare con i genitori, ascoltandoli con attenzione, manifestando comprensione per i loro dubbi e le loro paure, illustrando con chiarezza i potenziali danni causati dalle malattie e i rischi derivanti dai vaccini, che molti pensano siano occultati.
Raccogliendo alcune delle proposte della Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri recentemente pubblicati, concordo nel proporre di intensificare le campagne per valorizzare il ruolo del medico nella promozione delle vaccinazioni, di sostenere tutte le normative tendenti a riaffermare la necessità della vaccinazione (attraverso provvedimenti che accertino validamente il dissenso dei genitori, l’assunzione di responsabilità rispetto ai rischi dei figli, la impossibilità dei figli a frequentare la scuola durante i periodi epidemici, la non iscrivibilità all’asilo nido, ed eventualmente l’assicurazione contro danni da mancata vaccinazione e di favorire un’alleanza con i cittadini per gestire correttamente il sovraccarico di informazioni fuorvianti, distorte o illusorie o in mala fede presenti in Internet”.
Articolo di Manuel Tartaglia