Gratuito, efficace, consigliato a chi è anziano o ha una patologia cronica. Voi avete fatto il vaccino antinfluenzale?
Chi non ha mai sperimentato sulla propria pelle l’influenza almeno una volta nella vita? Temperatura alta, raffreddore, mal di gola, brividi e catarro, un senso di spossatezza che indebolisce e costringe chi ne è colpito a diversi giorni di riposo forzato. L’influenza è una malattia provocata da un virus, che si trasmette per via respiratoria e si ripete, sotto forma di epidemia, ogni anno nella stagione autunnale e invernale. Per le persone sane che ne vengono colpite rappresenta un gran fastidio, ma nel caso di individui fragili diventa un evento affatto leggero, anzi, addirittura pericoloso, in casi estremi fatale per via dei sintomi che vanno a indebolire organismi già in partenza delicati. Si stima che ogni anno si verifichinno dai 3 ai 6 milioni di casi di influenza in Italia e che, a causa delle sue conseguenze, ne muiano 7-8mila persone, come spiega Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ad AdnKronos Salute. Tutto questo, inoltre, ha delle ripercussioni negative dal punto di vista economico e organizzativo per lo Stato, a causa di un notevole aumento della richiesta di assistenza sanitaria.
Ad oggi, la miglior soluzione individuata per combattere l’influenza e tutti i problemi che comporta per gli individui e per la comunità, è la vaccninazione, uno strumento di prevenzione della malattia semplice ed efficace che, somministrato ogni anno, è in grado di difendere l’organismo da un virus che, di volta in volta, può modificare le proprie caratteristiche.
Il vaccino antinfluenzale, una semplice iniezione per via intramuscolare o intradermica somministrata nella sede del braccio o della coscia sotto controllo medico, è fortemente raccomandato dal Sistema Sanitario Nazionale per alcune categorie di individui, ovvero gli anziani dai sessantacinque anni in poi, le persone affette da determinate patologie (tra cui patologie cardiache e respiratorie, insufficienza renale, diabete, tumori, immunosoppressione causata da HIV), bambini e adolescenti a rischio di sindrome di Reye, donne che si trovano al secondo e terzo trimestre di gravidanza. Oltre a queste fasce fragili della popolazione, ve ne sono altre potenzialmente in grado di sopportare un’influenza senza particolari problemi, ma che rischierebbero di veicolare il virus a soggetti deboli, perciò la vaccinazione è consigliata anche ai familiari e contatti di persone ad alto rischio, ai medici e al personale sanitario, al personale che lavora a contatto con animali, a Forze dell’Ordine, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, e ad altri addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo.
L’impegno nel diffondere questa precauzione, che potrebbe salvare tante vite di anziani e malati cronici, è alto. Nella Regione Lazio, per esempio, la campagna antinfluenzale 2016 proseguirà fino alla fine dell’anno. I vaccini sono disponibili gratuitamente presso il medico di famiglia, i pediatri e i servizi vaccinali delle Asl. I risultati positivi sono già evidenti, con un miglioramento dei risultati raggiunti rispetto alla stagione precedente, a partire dal volume complessivo di prestazioni e dal numero complessivo di soggetti vaccinati, passati da 829.125 a 848.648 (+2,4%). Il tasso di copertura raggiunto sulla popolazione anziana è stimato al 50,3%, contro il 49,5% della stagione precedente.
Pur trattandosi di una pratica ad alto tasso di sicurezza, è fondamentale essere seguiti dal proprio medico se si decide di vaccinarsi, così da essere certi di non correre rischi a causa di eventuali effetti collaterali. Le controindicazioni alla vaccinazione sono rappresentate dall’età inferiore ai sei mesi, pregresse reazioni di tipo anafilattico alle proteine dell’uovo o ad altri componenti del vaccino, severe reazioni al vaccino antinfluenzale nel passato, sindrome di Guillain Barrè manifestatasi entro sei settimane dalla somministrazione di vaccino antinfluenzale.
Articolo di Manuel Tartaglia