“Il nome che uno porta è già sintomatico della persona che è; così vale anche per le band. Volevamo proporre qualcosa di inverso rispetto a quello che c’è attualmente, ma non in senso opposto, più controcorrente e differente”. Gli Inverso si presentavano così il 30 maggio 2014 ai microfoni di Radio FinestrAperta, durante il programma Il Riso Abbonda. In quell’occasione, si parlò della prima loro creatura musicale, La pioggia che non cade. Fu un esordio molto significativo, accompagnato da un doppio disco in uno, con 12 brani geograficamente tracciati in un viaggio introspettivo dell’anima, improntato alla sospensione della scoperta di sé. Un lavoro che, cronaca alla mano, ha portato anche alla produzione dell’omonimo film, con protagonisti della pellicola gli stessi componenti della band romana – Mauro Fiore alla batteria, Vincenzo Picone al basso, Carlo Picone alla chitarra, al piano e alla voce, Anna Russo al violoncello e Vincenzo Citriniti al sax.
Sono passati quasi due anni da quell’intervista, quattro dalla loro nascita, ma gli Inverso non hanno mai smesso di lavorare, sperimentare e creare. Il 3 maggio 2016 esce il loro secondo album, Una vita a metà, un titolo che, a pari di La pioggia che non cade, torna a guardare al senso di sospensione, all’attesa di un attimo che possa cambiare la nostra vita, sradicandone e rimescolandone le carte.
Quest’opera mostra la grande capacità degli Inverso di restare fedeli a se stessi e ai propri principi, al sapersi far contaminare dai più svariati generi e strumenti musicali (ad esempio, nel nuovo lavoro, è possibile assaporare il sax, il violoncello, la fisarmonica, il violino, la viola, il mandolino e tanto altro), riuscendo a creare al solo ascolto immagini colorate e ricche di sfaccettature e sfumature. La scelta del folk e dello swing è importante ed efficace, quanto un banco di prova per una band alla sua maturazione artistica. I tredici brani (11 in italiano, uno in dialetto romano – Bella de papà - ed uno in spagnolo – Una vida a mitad, la cui versione in italiano dà il titolo all’album) sono uno più significativo dell’altro, seguiti ora da un sound fresco e dinamico, accompagnati poi da arrangiamenti con pause e riprese, sempre nell’ottica di quel mondo di attesa che non sblocca la situazione dell’essere umano. A questo punto serve prendere una strada, arrivare ad una decisione, e nel farlo l’ascoltatore viene accompagnato in una profonda analisi introspettiva, grazie anche ai testi ironici e ragionati. E da qui spazio alle diverse tematiche dei brani: il viaggio, il ricordo e le relazioni amorosi, alcuni di essi già affrontati nel primo album. Ma ora che la pioggia è caduta, che il primo passo è stato fatto, c’è bisogno di un nuovo momento di sospensione e di riflessione, un nuovo stato di quiete dove poter bloccare il tempo, rimembrare ciò che è stato e imparare da esso per ciò che sarà.
Una vita a metà è la bella novità degli Inverso, che può essere la loro prima consacrazione artistica.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante