La UILDM Sezione di Legnano, nata nell’ottobre 1968, organizza da diversi anni i soggiorni a Marina di Pietrasanta. I legnanesi sono ospiti della Sezione UILDM di Versilia, che ha in gestione un immobile che è stato adibito a casa vacanze per gruppi. Per capire come funziona e come è nata l’idea delle vacanze in Sezione, abbiamo intervistato Luciano Lo Bianco della UILDM di Legnano.
Lo Bianco Luciano, classe 1953, è famoso in UILDM per il suo impegno a fianco delle persone con disabilità neuromuscolare e per la sua spontanea generosità.
Luciano è stato Obiettore di Coscienza totale alla fine degli anni Sessanta, facendosi circa quattro mesi di carcere in seguito a tale scelta, per l’epoca assolutamente rivoluzionaria. Uno che ha conosciuto la UILDM a diciassette anni e da quel momento si è sempre impegnato là dove c’era bisogno. E’ la persona più improbabile che si possa incontrare se fate una vacanza in Versilia: località balneare, frequentata dal jet set nostrano e internazionale e piena di locali extra-lusso.
Da quanti anni organizzate il soggiorno della UILDM? Come è nata questa iniziativa?
“Sono ormai più di trent’anni che organizziamo prima con i ragazzi del Don gnocchi di Legnano e poi con tanti altri, queste vacanze inclusive e auto gestite. Il tutto è iniziato con la sezione di Milano, che aveva la sua sede alla Fondazione Don Gnocchi, la quale ci chiese di organizzare una vacanza con i ragazzi ospiti a condizione che durasse tutto il mese di agosto, per fare in modo che gli operatori potessero prendere le ferie in quel periodo e chiudere l’istituto per un mese. Ovviamente, i ragazzi che rimanevano erano quelli che non avevano nessun’altra possibilità di andare da altre parti. Tante sono le persone ospiti della struttura che hanno partecipato in prima persona all’organizzazione stessa, ne ricordo solo alcuni: Raffaele e i fratelli Chico, Sebastiano e Alfredo Pireneo, Cosimo e Damiano, Leo Vito, e soprattutto Paolo Lucchesi, al quale in seguito abbiamo dedicato il centro sociale di Legnano. Tra gli organizzatori Antonio, Cesare, e tanti altri. Questa è stata la prima esperienza con campi vacanza organizzati in Toscana, Lazio, Sardegna, Sicilia, Marche e Veneto”.
Come è cambiata negli anni la proposta di soggiorno?
“Da allora sono passati tanti anni, e da circa venticinque, anche noi, dopo il mio ritorno a Legnano, abbiamo incominciato ad organizzare vacanze. Abbiamo incontrato gli amici della Sezione della Versilia, che mettendoci in contatto con il comune di Pietrasanta, resero possibile che il Comune ci mettesse a disposizione una scuola elementare posta nell’area di Marina. I primi anni bisognava fare tutto: spostare banchi, sedie e lavagne, andare a prendere letti, materassi, coperte e costruire all’esterno una zona doccia. Tutto però faceva parte della nostra voglia di vivere assieme e costruire una vacanza nuova, autogestita, in cui tutti fossero veri protagonisti”.
Quali sono gli obiettivi che intendente perseguire?
“Gli obiettivi ovviamente erano e sono: divertirsi, sperimentare un modo diverso di fare vacanza, contenere i costi dando anche la possibilità a chi non può economicamente, di esserci a pieno titolo. Non meno importante era chiedere il rispetto del nostro diritto di essere volontari, quindi tutti, e dico tutti, dovevano e devono contribuire in base alle proprie capacità residue”.
Organizzare un soggiorno per così tante persone è sempre molto difficile. Occorre tenere conto dell’accessibilità, dell’assistenza per chi non ha l’assistente personale, organizzare spesso la cucina per tante persone, ma anche rendere sostenibile economicamente il tutto, sia per la persona che partecipa che per l’associazione. Quali sono le difficoltà che negli anni avete incontrato e come le avete superate?
“Logisticamente tutto si risolve prima, quindi ci si dota di tutto il necessario per la sopravvivenza. Superare le difficoltà non è un problema quando il gruppo, anche con persone nuove, vuole fare questa esperienza. Ci teniamo però a dire, che quasi nulla è lasciato al caso, indispensabile è sempre, e senza deroga, la conoscenza del luogo con i suoi presidi sanitari, la patologia delle persone che partecipano e sapere come intervenire in caso di emergenza”.
Come può essere una giornata tipo della persona che partecipa al vostro soggiorno?
“Il primo giorno si decidono gli orari e i turni dei lavori comuni (pulizia, spesa, cucina); dopo, ogni giorno, si fa quello che si vuole, nel rispetto degli orari vincolanti della colazione, del pranzo, della cena e del silenzio per permettere a chi ne ha la necessità, di riposarsi. Al di fuori di questi vincoli, ognuno fa quello che vuole e rientra quando vuole, a patto che rispetti l’esigenza di chi vuol dormire”.
Quando partirete quest’anno?
“Quest’anno saremo ancora a Marina di Pietrasanta dal 4 al 25 agosto con possibilità di fare una, due o tre settimane, con l’accompagnatore”.
C’è un episodio che vale la pena raccontare che ha reso indimenticabile un soggiorno per qualcuno?
Quanti brindisi anche un po’ mesti nel ricordare chi ogni anno non era più fisicamente con noi, quanti arrivederci. Sono ovviamente tantissime le cose indimenticabili, ma soprattutto la gioia dei rapporti con persone vere. Sicuramente una delle esperienze che ormai è diventata tradizione nelle nostre vacanze è il “pellegrinaggio” a Sant’Anna di Stazzena, luogo simbolo di resistenza alla logica fascionazista.
Città divenuta simbolo per tutti coloro che credono nella democrazia e nella libertà. Per tutti noi luogo di viva memoria che in un periodo di vacanza serve a mantenere vivo il ricordo. Il silenzio che questo luogo chiede, è pieno delle lacrime e del dolore dei vecchi dei bambini e delle donne massacrati e bruciati vivi dai fascionazisti. [L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema compiuto dalle SS tedesche e dai Repubblichini italiani conta 560 vittime, 130 delle quali bambini sotto i quattordici anni, rientrava nei piani tedeschi e nella logica della direttiva emanata nel giugno 1944 da Albert Kesselring, il capo supremo dell’esercito germanico in Italia, di terrorizzare la popolazione civile n.d.r.] Ma….. alla fine è la pace, la voglia di pace che ti rimane, il desiderio di un mondo che non discrimini più e che faccia della nonviolenza l’unico strumento per dirimere le contese oggi e sempre”.
Sicuramente, i nostri lettori arrivati fin qui, hanno un’idea ben chiara del perché sia importante conoscere l’attività svolta da Luciano Lo Bianco in relazione all’organizzazione di soggiorni. Questa attività, grazie anche all’impiego di Lo Bianco, ha doto modo a tante persone con disabilità fare un percorso di autonomia e d’impegno civico e sociale.
E allora, non ci resta che ringraziare Luciano Lo Bianco per il suo impegno e augurare a tutti loro
Buone Vacanze!
Articolo di Massimo Guitarrini