I valori fondanti delle organizzazioni come la Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, sono sotto attacco da coloro che soffiano sul fuoco dei nazionalismi e delle paure del “diverso”. Roberto Saviano, di fronte ad un Governo che fonda il proprio consenso sull’odio e sulle angosce di un Paese insicuro e imbarbarito da una terribile e lunga crisi economica, ci chiede di prendere posizione
A fine luglio sulle pagine di La Repubblica, Roberto Saviano ha lanciato un appello rivolto “a chiunque abbia una comunità a cui poter parlare”, invitando a prendere posizione di fronte alle menzogne che circolano in Rete, che alimentano l’odio e la paura nei confronti dei migranti, screditano il lavoro delle Associazioni Non Governative, favoriscono e giustificano il razzismo e la discriminazione. Prendete posizione contro le menzogne, perché oggi tacere significa dire: quello che sta accadendo mi sta bene. [...] Dinanzi a menzogne che crescono incontrastate, dinanzi a bugiardi di professione e al dolore vero, reale, mortale, che queste menzogne e questi bugiardi provocano, abbiamo tutti il dovere di rispondere: non è vero!” citando Vasilij Grossman in Vita e Destino, conclude: “La storia degli uomini non è dunque la lotta del bene che cerca di sconfiggere il male. La storia dell’uomo è la lotta del grande male che cerca di macinare il piccolo seme dell’umanità. Ma se in momenti come questo l’uomo serba qualcosa di umano, il male è destinato a soccombere”. Voi siete il piccolo seme dell’umanità, senza di voi l’Italia è perduta. Allora, da che parte state?”.
L’appello di Saviano chiama in causa tutti, anche le associazioni di persone con disabilità, che non possono rimanere in silenzio.
Registriamo un clima preoccupante. Chiunque può vedere che c’è stato un graduale cambiamento di segno riguardo alcuni valori che tengono in piedi proprio le nostre associazioni. Secondo qualcuno sarebbe dovuta divenire di moda l’onestà e invece è la solidarietà che è diventata una roba definita “buonista”, quasi un disvalore. È evidente che usciamo da una terribile crisi economica più incattiviti. L’abbiamo iniziato a percepire da come nelle nostre città si guarda con più diffidenza chiunque promuove più giustizia e diritti umani. Abbiamo avvertito l’allarme quando attraverso una legittima inchiesta sul “mondo di mezzo”, la Mafia Capitale di Buzzi e Carminati, si è iniziato a criminalizzare tutto il Terzo Settore; il sociale è percepito come qualcosa da guardare con sospetto e non più come lo strumento di emancipazione di chi vive ai margini, che va sostenuto, compreso e valorizzato. Oramai i social network permettono a chiunque di dare giudizi sommari su cose che si conoscono poco e male. Fino a qualche tempo fa, questo chiacchiericcio superficiale era limitato ai banconi di un bar: oggi invece detta l’agenda politica di questo Paese in un modo preoccupante.
L’attacco iniziato esattamente un anno fa verso le Organizzazioni Non Governative è stato devastante. Oggi è parte integrante dell’azione politica di questo Governo. Se fino a qualche tempo fa si vedevano le Organizzazioni Non Governative come Emergency, Medici Senza Frontiere, l’arcipelago della Focsiv, del Cispi, con estremo rispetto e ammirazione, ora questo mondo della solidarietà è vittima di una campagna di demonizzazione che alimenta atteggiamenti e comportamenti di violenza e di sopraffazione del diverso. Si minimizzano atti brutali di razzismo perfino nei confronti dei bambini, si rende impossibile l’azione di salvataggio in mare di esseri umani, si diffondono fake news mirate ad aumentare senso di insicurezza, odio e paura, si rimane indifferenti se crescono le vittime in mare e si lascia dormire per strada in inverno una famiglia con un bambino con la distrofia solo perché straniero.
In Europa questa tendenza ha portato a far emergere personaggi come l’ungherese Orban, a cui Salvini si ispira, il quale ha messo fuori legge qualsiasi singolo cittadino o organizzazione che aiuti le persone straniere a chiedere asilo politico. Di fatto viene resa illegale la solidarietà e negato il diritto di chiedere aiuto.
La ragione di essere delle organizzazioni a difesa delle persone con disabilità, come la UILDM, riguarda proprio il principio di uguaglianza: ogni persona ha diritto di vivere con dignità e il diritto di partecipare attivamente nella società e di ricercare una propria dimensione, a prescindere dalle proprie condizioni “funzionali” o di salute. Siamo nati rifiutando gli effetti di un’economia iper-competitiva e i disvalori superficiali della società dell’immagine che mette ai margini e calpesta la dignità delle persone non garantendo assistenza, servizi e inclusione sociale per tutti.
“E i terremotati? E i disabili?” sono i tormentoni di chi vuole mettere in competizione gli esseri umani tra loro. Non possiamo essere oggetto di un benaltrismo razzista. Le persone con disabilità ci hanno messo settant’anni per essere riconosciute come soggetti titolari di diritti umani attraverso la Convenzione Onu delle persone con disabilità. Per cui, quando palesemente vengo violati i diritti umani, non possiamo girarci dall’altra parte, perché sappiamo che ogni qualvolta viene discriminata una persona, una categoria, gettiamo via una parte della nostra umanità. E a forza di farne a meno, diveniamo più insensibili. Gli effetti di questa assuefazione prima o poi ricadranno anche su chi pensa di stare al riparo. “Inutili, parassiti”, così è come stanno definendo i Rom, gli immigrati e a forza di dirlo questi concetti preoccupanti stanno diventando sempre più socialmente accettabili. I nazisti definivano i disabili come peso inutile e iniziarono il loro sterminio con il consenso delle persone; era diventato socialmente accettabile.
Per questo si rende necessario che chiunque creda in una società aperta e inclusiva, dove ogni persona possa essere libera di ricercare la propria felicità, prenda posizione. Spetta anche a noi che abbiamo lottato per più di sessant’anni contro le discriminazioni, contrastare con tutti i mezzi possibili la cultura dell’odio e della paura. Certo, la UILDM e tante organizzazioni come la nostra, alla cultura dell’odio e della paura rispondono quotidianamente con azioni di solidarietà, inclusione sociale e promozione di diritti per tutti. È il nostro lavoro quotidiano. Ma oggi questo non basta; occorre rendere visibile ed evidente tutto questo.
Molte realtà lo stanno già facendo: il mondo cattolico è in forte fermento (vedasi le posizioni nette di Bergoglio, di Famiglia Cristiana, di Don Ciotti e di tante organizzazioni cattoliche), anche alcuni intellettuali, artisti, scrittori e professori universitari. Persino il Presidente della Repubblica, là dove può, prova a mettere un argine alla deriva razzista di alcuni provvedimenti. Ma affinché questi non si riducano a deboli atti individuali, occorre una reazione collettiva da parte di tutti. Altrimenti sarà facile essere schiacciati da un potere che si fonda su disvalori che stanno diventando sempre più pericolosamente egemonici.
Il Movimento Nonviolento indica l’appuntamento della Marcia Perugia Assisi; “Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli”, come la chiamò l’ideatore Aldo Capitini, come appuntamento per dare la prima risposta forte, corale, nazionale, al Governo che calpesta i diritti e sdogana la xenofobia. Il Gruppo Giovani della UILDM LAZIO onlus, insieme a tanti volontari del Servizio Civile, in passato non ha mai mancato questo importante appuntamento. Sarebbe importante se la UILDM Nazionale, le singole Sezioni e persino la Fish, insieme, aderissero formalmente alla Marcia per dare un segnale a questo Paese, per rendere visibile che c’è ancora chi si batte contro ogni forma di discriminazione, per i diritti umani e l’inclusione sociale di tutti!
Articolo di Massimo Guitarrini