È stata emanata una nuova norma per contrastare il crescente fenomeno delle persecuzioni di bambini e ragazzi in Internet. Previste tutele alle vittime, ma anche azioni di rieducazione per i carnefici
Il fenomeno del cyberbullismo, ovvero della versione online dei maltrattamenti ai danni di minorenni, è in crescita. Sono tanti i giovani che vengono vessati in Internet, e questo in un’età in cui si è spesso fragili e impreparati a gestire il sovraccarico emotivo, l’umiliazione, la sofferenza che il bullo di turno infligge alla sua vittima.
Numeri che preoccupano. I dati diffusi da Telefono Azzurro destano preoccupazione. Dal Dossier Bullismo e Cyberbullismo 2015-2016 emerge che, nell’anno scolastico preso in esame, l’Associazione ha gestito un caso al giorno per casi di bullismo e cyberbullismo. In totale i casi gestiti sono stati 270 (il 13% sul totale dei casi gestiti dall’Associazione, percentuale superiore a quella tra febbraio e luglio 2015 che era del 10,3%). Dei 270 casi gestiti, le richieste di aiuto per casi di cyberbullismo rappresentano il 10% delle richieste totali. Telefono Azzurro ha constatato che l’età delle vittime si sta abbassando: è un trend in crescita, quello che vede come vittime bambini sempre più piccoli, anche di cinque anni (22% dei casi). Le richieste di aiuto per episodi di cyberbullismo hanno inizio con le scuole secondarie di primo grado e proseguono in adolescenza.
2017, arriva la Legge. La portata del fenomeno ha costretto le istituzioni a occuparsene, giungendo quest’anno all’emanazione di una norma per contrastarlo. È la Legge n. 71 del 29 maggio 2017, contenente “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.
Strumenti legali contro i bulli del Web. In vigore dal 18 giugno 2017, la nuova Legge mira, da un lato, a proteggere i giovani con la prevenzione del cyberbullismo e, dall’altro, al contrasto e alla repressione del fenomeno. Il primo risultato sarà ottenuto grazie a campagne di sensibilizzazione sui media e nelle scuole, a cura di un Tavolo Tecnico istituito ad hoc, mentre il secondo sarà perseguito con la collaborazione della Polizia Postale.
All’interno degli istituti scolastici il personale verrà formato sul tema, ma non solo: saranno coinvolti gli stessi studenti e gli ex studenti, che contribuiranno a sostenere i propri compagni vittime di cyberbullismo. Tra i docenti, in particolare, dovrà essere individuato un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto del cyberbullismo.
Il dirigente scolastico che venga a conoscenza di atti persecutori ai danni di propri studenti, è tenuto a informare i genitori dei ragazzi coinvolti. Per gli autori di cyberbullismo fra i quattordici e i diciotto anni, se non c’è querela o denuncia, scatta l’ammonimento da parte del questore.
Partendo dal presupposto che le persecuzioni online vedono come attori principali vittime e aguzzini, sono previsti interventi sia sui primi che sui secondi. Non solo, dunque, progetti di sostegno alle vittime del cyberbullismo, ma anche attività riparatorie o di utilità sociale, al fine di rieducare i minori autori di cyberbullismo.
Un utile strumento legale, infine, è messo a disposizione dei minorenni ultraquattordicenni vittime di cyberbullismo, che potranno inoltrare – eventualmente tramite i propri genitori – al titolare del trattamento dei dati o al gestore del sito Web o del social network, un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi nella Rete. Se entro ventiquattr’ore il gestore non avrà provveduto, l’interessato potrà rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali, che rimuoverà i contenuti entro quarantott’ore.
Articolo di Manuel Tartaglia