Come realizzare siti web, app e altri prodotti digitali senza escludere gli utenti con disabilità? Ce lo spiega Enrico Bisenzi
Intervistiamo Enrico Bisenzi, autore di Inclusive design – Guida per siti web, app e prodotti digitali accessibili e a norma, strumento utilissimo per capire e attuare l’accessibilità digitale, soprattutto in vista del momento in cui si dovrà applicare l’Accessibility Act, normativa UE relativa all’accessibilità degli strumenti digitali.
Come è stata elaborata la Guida?
“Inclusive design – Guida per siti web, app e prodotti digitali accessibili e a norma (Apogeo, pagine 208) è stata elaborata con l’obiettivo di socializzare le mie esperienze quasi quarantennali in tema di accessibilità ed usabilità della comunicazione digitale”.
Come è strutturata?
“È stata strutturata aggregando delle linee guida tecniche per soddisfare le esigenze di persone con disabilità ma con precisi e conseguenti riferimenti alle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) 2.0 AA (che è una sigla molto criptica ma corrisponde ai requisiti tecnici da rispettare a norma di legge)”.
Quali sono le ragioni dietro la sua stesura?
“Fare divulgazione scientifica perché c’è molta inconsapevolezza e molta confusione diffusa sull’argomento”.
A chi è rivolta?
“Alle appassionate e agli appassionati della comunicazione digitale e a tutti coloro che sono coinvolti a livello decisionale oppure operativo nella realizzazione di interfacce digitali offerte ‘al pubblico’ e che dal giugno 2025 hanno un motivo in più per preoccuparsi della questione, soprattutto il comparto privato che fattura oltre 2 milioni di euro l’anno e/o ha oltre dieci dipendenti (le sanzioni previste corrispondano al 5% del fatturato)”.
In quali formati è disponibile?
“Su carta oppure digitale in formato ePub (electronic publication), al quale ho collaborato personalmente per renderlo più accessibile possibile”.
Dove trovarla?
“In tutte le librerie Feltrinelli, nella maggior parte delle librerie diffuse sul territorio italiano, su tutte le piattaforme di e-commerce che comprendono libri e nelle seguenti biblioteche ad accesso e consultazione libera: Biblioteca Metropolitana De Gemmis – Bari (BA) – Biblioteca comunale Centrale A. Tiraboschi – Bergamo (BG) – Sistema bibliotecario urbano di Bergamo – Bergamo (BG) – Biblioteca civica di Belluno – Belluno (BL) -Biblioteca Salaborsa – Bologna (BO) – Biblioteca del Distretto tecnologico – Sezione Matematica e informatica dell’Università degli studi di Cagliari – Cagliari (CA) – Biblioteca Sardegna Ricerche – Cagliari (CA) – Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino – San Marino (RSM) – Biblioteca dell’Accademia di belle arti – Firenze (FI) Biblioteca delle Oblate – Firenze (FI) – Civica Biblioteca di Calenzano – Calenzano (FI) – Biblioteca Umanistica – Scienze della formazione – Università degli studi di Firenze – Firenze (FI) – Biblioteca della Toscana Pietro Leopoldo – Firenze (FI) – Biblioteca comunale Chelliana – Grosseto (GR) – Sistema Bibliotecario di Milano – Milano (MI) – Biblioteca civica Multimediale – Pordenone (PN) – Biblioteca comunale Angela Marcesini – Agliana (PT) – Biblioteca San Giorgio – Pistoia (PT) – Istituzione Biblioteca Classense – Ravenna (RA) – Biblioteca ‘Antonio Panizzi’ – Reggio nell’Emilia (RE) – Biblioteca civica Pietro Mario Beghi – La Spezia (SP) – Biblioteca Civica Multimediale Archimede – Settimo Torinese (TO) -Biblioteca civica – Vinovo (TO) – Biblioteca Livio Paladin del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia – Trieste (TS) – Biblioteca civica di Mestre – Venezia (VE)”.
Cosa vuol dire accessibilità digitale e perché è importante?
“Accessibilità digitale significa dare libertà e diritto di accesso alla comunicazione digitale anche a quelle persone che rappresentano quanto meno il 15% della popolazione mondiale e che hanno una qualche forma di disabilità”.
Il legame tra il linguaggio e l’accessibilità digitale?
“Fortissimo… Penso al linguaggio Braille per le persone cieche, alla Lingua dei Segni Italiana per le persone sorde, alla lingua ‘grafica’ della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) pensata per le persone neuro-divergenti, alla lingua scritta che rappresenta un ausilio sia per sordi che per ciechi, ma anche a tutti quegli accorgimenti della lingua italiana e della lingua della comunicazione digitale che sono fondamentali per entrare in comunicazione con le persone con disabilità.
Ha altri manuali in lavorazione, o in mente?
“Pubblicazioni vere e proprie no, ma sto raffinando un ‘Inclusive Design Toolkit per la verifica dell’#InclusiveDesign di prodotti materici’, che per ora sto sperimentando con successo in vari ambiti formativi”.
Ci può parlare un po’ di Lei e della sua formazione?
“Vengo da studi tecnici (elettronica), ma sono soprattutto un’autodidatta: fin da giovanissimo studioso, lavoratore e sperimentatore della comunicazione digitale facendomi notare anche in ambito accademico e quindi coinvolto come docente prima a Carrara, quindi a Firenze, Pisa, Bologna fino ad approdare a quel fantastico ambiente didattico che è la ‘succursale tecnologica’ dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
(Elisa Marino)