È questo lo scenario raccontato in Empaty, cortometraggio nato grazie ad un’iniziativa dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Lazio
Quello dell’assistente sociale è un mestiere controverso: se, da un lato, sono tante le persone che beneficiano dei suoi servizi e sono soddisfatte del suo operato, dall’altro c’è un immaginaro collettivo fatto di sospetti e diffidenza nei suoi confronti. Ma cosa accadrebbe se questa figura professionale venisse improvvisamente a mancare e fosse sostituita da una macchina? È questo lo scenario raccontato nel film Empaty.
Il tutto nasce all’interno di un workshop introduttivo alla teoria e alla pratica del cinema, con particolare riferimento all’audiovisivo breve e al genere Mockumentary, applicato alla professione di assistente sociale. L’iniziativa, voluta dall’Ordine degli Assistenti Sociali del Lazio, insieme al regista Federico Greco, l’aiuto regia Stefania Scardala e il tutoraggio di Furio Panizzi, ha visto coinvolti ventuno assistenti sociali del Lazio e di altre regioni, i Consiglieri del Croas Lazio Furio Panizzi e Stefania Scardala e si è tenuto in parte dal vivo e in parte a distanza, seguendo diverse fasi: dalla scrittura alla sceneggiatura, alla produzione del video, alla raccolta dei materiali eccetera.
Il risultato è un cortometraggio, per certi versi fantascientifico, di un genere chiamato “Mockumentary”, cioè un documentario di finzione, che qui vi proponiamo.