La frase pronunciata dal Commissario Montalbano ne Il Ladro di Merendine ben si presta a commentare le parole d’odio contro il suo creatore Andrea Camilleri, lette sui social media alla notizia del suo ricovero
Poche ore dopo aver appreso che lo scrittore 93enne siciliano era stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma a causa di un arresto cardiocircolatorio e che le sue condizioni di salute versavano in gravi condizioni, sono apparsi sui social media, oltre ai saluti e agli auguri di pronta guarigione dei fan, anche commenti feroci.
Agli hater dei social network fa eco il direttore di Libero Vittorio Feltri, che scrive nel suo editoriale in relazione al ricovero dello scrittore siciliano: ”L’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni“.
Odio e spietatezza ingiustificata non si fermano nemmeno di fronte alla sofferenza, nemmeno di fronte alla grandezza di un straordinario scrittore, nemmeno davanti ad un uomo elegante con saldi principi morali come è Andrea Camilleri. Oggi, chiunque prenda posizione sui temi della solidarietà e dei diritti umani, diviene facile bersaglio per schiere di persone rancorose che egemonizzano il dibattito politico nel nostro paese.
Non ha mai nascosto, infatti, Camillleri, la sua vicinanza e solidarietà agli immigrati, al centro delle politiche dei rimpatri dell’attuale Governo. Negli ultimi giorni era poi intervenuto con parole dure su alcuni gesti compiuti dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, attirando le antipatie dei sostenitori della Lega.
Inoltre, poco tempo fa, aveva destato scalpore una puntata della serie TV ispirata alle avventure del Commissario Montalbano interpretato da Luca Zingaretti, che si apriva con l’attore intento ad indagare sullo sbarco e l’arrivo di un gruppo di migranti a Vigata pronunciando la frase: “Ancora con questa storia che i terroristi dell’Isis arrivano con i barconi?“, in evidente e netto contrasto con le dichiarazioni del Governo.
Già in questa occasione, se per alcuni il personaggio di Camilleri aveva mostrato il suo volto umano e accogliente, per altri la vicenda del romanzo era stata costruita ad hoc per essere trasmessa in televisione, su Rai1, davanti ad un pubblico di milioni di telespettatori, col fine di far passare un messaggio propagandistico e in contrasto con le idee politiche, in particolare, del Ministro Salvini.
In realtà già in diversi altri romanzi il Commissario Montalbano, che nasce dalla fantasia di Camilleri, debuttando nel 1994 nel libro La Forma dell’Acqua, aveva mostrato il suo carattere forte e determinato, di essere uomo di Legge onesto e dalla parte dei più deboli. Un personaggio dalle mille sfaccettature, amante della buona tavola e delle “fimmine”, malinconico e silenzioso, che si scruta dentro, si perdona e non si compatisce, ama la vita ma pensa spesso alla vecchiaia e alla morte. Un uomo che attraverso il suo lavoro e le indagini viene a contatto con la parte peggiore della criminalità, delle malefatte nella sua amata terra, delle trame della malavita, sempre vicino ai deboli e lontano dai Palazzi del Potere e dalle scartoffie della burocrazia, che tiene impolverate, in attesa, sulla scrivania.
Andrea Camilleri divide per la sua schiettezza, per aver rilasciato negli anni dichiarazioni ed opinioni sui governi che si sono succeduti, prendendo più volte posizione e scendendo anche in piazza durante la manifestazione del No Cav Day svoltasi a Piazza Navona nel 2008 per protesta politica contro il governo Berlusconi. Testimonial dell’associazione Libera Contro le Mafie, il suo impegno politico non è mai sfociato in una candidatura, sempre sfiorata: prima con Antonio Di Pietro e poi appoggiando la nascita della lista l’Altra Europa con Tsipras alle elezioni europee del 2013.
Lo scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, regista e docente agrigentino è apprezzato in tutto il mondo, i suoi libri sono stati tradotti in 120 lingue. Ma è, senza dubbio, stimato in Italia per aver fatto appassionare molti lettori ai suoi racconti legati alle emozioni che suscita la sua terra, la Sicilia, ai suoi paesaggi e alle storie e tradizioni, al suo linguaggio così colorato e pieno di sfaccettature.
Gli va riconosciuto il merito di avere osato, usando una lingua dialettale per raccontare le storie de Il Commissario Montalbano. Quello che poteva sembrare un ostacolo difficile da superare, in realtà è stato uno dei punti di forza del suo successo, che ha reso unico e riconoscibilissimo lo stile dei suoi racconti gialli. Un modo di scrivere apparentemente esclusivo ma che dopo poche pagine lette diventa comprensibile e musicale anche per un lettore di Bergamo alta, di Torino o di Roma.
Recentemente, in un’intervista a tutto campo concessa a Roberto Andò su L’Espresso, a proposito della sua cecità dovuta da un glaucoma, racconta come stia affrontando un duro cambiamento dovuta alla sua disabilità:
Certo, la mia vita è mutata perché sto imparando una cosa abbastanza complicata, ma impararla a novantatré anni non è così difficile per me, perché nella mia vita io non sono mai stato un uomo superbo, mai. È una colpa che non potrà mai essermi imputata. Da quando sono cieco sto imparando l’umiltà della dipendenza dagli altri. Gli altri erano già importantissimi per me, ma ora hanno acquisito una importanza che non è valutabile. Sono completamente dipendente dalla cortesia e dalla gentilezza di chi mi circonda. Mi sono dovuto abituare a tutto questo. Ma questa lezione di umiltà è stata comunque salutare, e l’ho accettata di buon grado”.
Amato o odiato, Andrea Camilleri ha la “colpa” di aver fatto appassionare milioni di lettori alle sue storie e di aver avvicinato molti giovani alla lettura, di aver fatto conoscere la sua terra natale e le sue controversie e l’attesa di scoprire il destino di un personaggio tra i più amati della letteratura Italiana.
Non “Babbiare” Andrea, vogliamo vivere ancora molte avventure insieme!
Articolo di Massimo Guitarrini