Nell’ambito dell’esame delle proposte di legge sul riconoscimento e tutela del caregiver familiare, la Commissione Affari Sociali della Camera ha ascoltato il parere della UILDM
L’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, nell’audizione informale del 30 luglio, ha espresso attraverso il discorso del Segretario Nazionale Michele Adamo, la sua posizione sulla definizione di caregiver, sui diritti e sui supporti che dovrebbero essere accordati per legge a chi assiste un proprio caro con disabilità. Posizionamento, questo, nato da un importante e intenso momento di confronto tra le diverse sezioni territoriali UILDM. Per l’Unione, la definizione di caregiver deve essere ampia e accogliere la realtà sociale dei nostri tempi. Deve permettere alla persona con disabilità di scegliere liberamente chi ricopre tale ruolo. Si deve, quindi, superare il criterio di legame familiare per il riconoscimento formale, e deve poter diventare caregiver anche colui che si prende cura, volontariamente e gratuitamente, della persona con disabilità alla quale è legata da una relazione affettiva e di amicizia.
L’associazione ha, inoltre, rimarcato che per lei la convivenza dell’assistito con il caregiver non deve essere una condizione obbligatoria per il suddetto riconoscimento e che deve essere prevista la possibilità della compresenza di più caregiver per un unico assistito.
Per quanto riguarda il ruolo dell’assistente familiare, la UILDM sostiene che esso deve partecipare alla stesura e all’attuazione del progetto di vita personalizzato e individualizzato, vedendosi inserito in una rete di servizi previsti e organizzati per soddisfare i bisogni e le ambizioni del proprio assistito e non trovandosi nella condizione di doversi sostituire al welfare territoriale.
Secondo la UILDM, la figura del caregiver e quella dell’assistente personale, assunto con contratto, devono rimanere distinte, così come la competenza del caregiver, maturata nell’assistenza, non si dovrebbe equiparare a quella professionale. L’associazione ritiene essenziale, inoltre, che la futura normativa protegga il diritto al lavoro dei caregiver, aiutandoli a conciliare il proprio impiego con il lavoro di cura, che preveda sostegni psicologici, la possibilità di ricevere in maniera continua la formazione utile per il proprio ruolo, che stabilisca sussidi economici previdenziali e assicurativi ad hoc e che tenga in considerazione le esigenze specifiche delle caregiver donne e dei caregiver giovani, assicurandoli con specifiche previsioni.
(Elisa Marino)