Una bozza di direttiva UE vuole proteggere le donne contro la violenza, ma dimentica le donne con disabilità
Nel 2022 è stata presentata la proposta di Direttiva sulla Lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, che vuole rendere vincolante per ognuno dei ventisette Stati europei l’adozione di strumenti di prevenzione, ma anche sanzionatori della violenza contro le donne.
Molte le novità previste in questa proposta di atto europeo, come la previsione della creazione di una nuova norma penale che andrà a criminalizzare, se approvata, la pratica della menomazione genitale (per cui sono suggeriti dieci anni di pena) oppure lo stabilire percorsi di formazione destinati a soggetti come educatori o supervisori dei luoghi di lavoro, che li renderà competenti nel riconoscere i segnali di abusi o molestie verso le donne o le ragazze che si trovano davanti.
Una proposta, quindi, giusta e da tempo attesa, che però non tiene conto delle violenze o molestie subite da una categoria specifica di donne, quelle con disabilità.
Queste ultime in Europa sono 60 milioni e costituiscono circa il 25% della popolazione femminile del continente e sono sottoposte a un rischio maggiore di subire abusi sessuali, violenza fisica, verbale e psicologica. Come se non bastasse, in molti Stati membri sono ancora sottoposte alla sterilizzazione forzata, pratica consentita in quattordici paesi UE e vietata espressamente in nove Stati membri.
Queste sono le ragioni che hanno spinto il Forum Europeo per la Disabilità a presentare una propria proposta emendativa di tale Direttiva per far sì che essa diventi uno strumento tutelante pure delle donne con disabilità. In particolare, l’EDF suggerisce che la sterilizzazione forzata diventi reato punito con una pena pari a quella richiesta per la menomazione genitale; che le misure di prevenzione, i rifuggi temporanei, i centri antiviolenza e le informazioni sulle modalità di denuncia siano rese accessibili per le donne con disabilità, sotto ogni punto di vista.
Con la sua proposta di modifica, il Forum vuole anche che la formazione prevista da questa direttiva riguardi le specifiche forme di violenza e discriminazione che colpiscono le donne con disabilità, così come mira a ottenere che le autorità giudiziarie e gli avvocati siano formati tramite specifici percorsi sui diritti e le condizioni delle donne e delle ragazze con disabilità.
Soprattutto, l’associazione europea esprime in questi suoi emendamenti l’esigenza che vengano realizzate raccolte dati su questo fenomeno.
La Direttiva sta seguendo il suo naturale iter legislativo. Speriamo che il 25 novembre 2024 le donne con disabilità in Europa possano dirsi finalmente riconosciute e ricomprese dalle norme che dovrebbero tutelarle.
(Elisa Marino)