Basta un cortometraggio con un amico a tre zampe per farci ricordare l’importanza di non discriminare la disabilità, in ogni suo aspetto.
C’è un ragazzo intento a giocare con un videogame di guerra, nel buio della sua casa. Fuori il sole splende come non mai, i raggi provano a filtrare da tra le tapparelle di una finestra, senza riuscirvi. Il giovane resta lì, nella sua confettura di esistenza composta dai rumori assordanti del gioco, dalla luce della televisione e da un misto di odio e disprezzo per qualcosa che lo spettatore non riesce a cogliere.
Un giorno la madre torna a casa con un regalo per lui: dentro c’è un cucciolo di cane. Inizialmente il giovane è esaltato della piccola creatura, poi però nota che ha solo tre zampe, e lo caccia via. “Ma stiamo scherzando?”, la reazione verbale del ragazzo. La piccola palla di pelo, però, non bada al suo comportamento scomposto, e continua imperterrito a voler attirare la sua attenzione. Da qui comincia ad articolarsi il pensiero dello spettatore: “Perché questa ostilità ingiustificata verso il cagnolino? Lo caccia per via della sua disabilità?”. L’arcano viene svelato subito. Dopo essersi intenerito del suo nuovo cucciolo a tre zampe, il giovane si alza per giocare con lui, e svela la sua disabilità: il ragazzo ha una sola gamba.
The Present è un corto del 2014 ispirato da un fumetto brasiliano di Fabio Coala e realizzato da Jacob Frey, uno studente della scuola di Cinema Bade-Wurtemberg di Ludwigsburg (Germania), vincitore di oltre 50 premi in tanti festival dedicati (sul canale Vimeo, ne sono riportati al momento ben 59). Nonostante sia un corto di quattro anni fa, The Present ha avuto un grande successo online nel 2016, con oltre tre milioni di visualizzazioni. Essenzialmente, l’opera sottolinea il modo in cui ci rapportiamo al mondo della disabilità. Ma esistono delle chiavi di lettura che approfondiscono questo concetto.
La prima è la superficialità. Fin da subito, il ragazzo mostra durezza nei confronti del nuovo arrivato, e la nostra giustificazione è imputata al disprezzo per la disabilità, senza prendere in esame altre componenti psicologiche. Non si tratta di un pensiero sbagliato, sia chiaro, ma è di fatto il concetto sociale attuale dovuto alle notizie che siamo abituati a leggere: persone con disabilità maltrattate, parcheggi occupati da chi non ne ha il diritto, inacessibilità dei mezzi di trasporto pubblico. Insomma, sappiamo bene che le persone con disabilità sono discriminate in tanti settori, e quel “Ma stiamo scherzando?” pronunciato dal giovane protagonista sottolinea ancora di più la superficialità con la quale volgiamo il nostro interesse alle questioni sociali sopracitate.
Un’altra interpretazione riguarda gli animali con disabilità. Anche grazie alla recente testimonianza dell’OIPA, sappiamo che molti amici domestici ottengono la disabilità a causa della mano umana. E, nel più dei casi, molte creature con disabilità vengono abbandonate, lasciate a morire per strada o, peggio, uccise. Il corto sottolinea l’importanza di non discriminare non solo le persone, ma anche gli animali con disabilità.
In ultimo, The Present ci rammenta il dono della vita. Nonostante le avversità iniziali, il cucciolo è intenzionato a relazionarsi fin da subito con il suo nuovo amico umano, e cerca in tutti i modi di catturare la sua attenzione. E alla fine ci riesce, mostrando proprio al ragazzo che sì, esistono difficoltà difficili da superare, ma non per questo non vale la pena di vivere.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante