Presupposto per il diritto alla mobilità è l’accesso a strade senza barriere. Vediamo insieme cosa è necessario fare per realizzarle
Una strada accessibile è un requisito essenziale per il reale rispetto del diritto alla mobilità delle persone con disabilità. Senza un’organizzazione e una gestione delle stesse che tenga conto delle necessità di accessibilità, si toglie a moltissime persone la possibilità di usufruirne e quindi di muoversi liberamente. Il diritto alla mobilità, come qualsiasi altro diritto, è collegato al rispetto e alla tutela degli altri diritti umani. Se non ci si può spostare liberamente, si possono avere difficoltà nell’accettare o mantenere un lavoro. Ancora, l’assenza di strade e vie che consentono alle persone con disabilità di andare dove vogliono, senza troppe preoccupazioni, crea uno spazio che ostacola il loro esercizio del diritto all’autodeterminazione e di quello di essere parte attiva della comunità in cui vivono.
Per raggiungere l’obiettivo di una mobilità che sia accessibile e aperta a tutti, goal previsto anche nell’Agenda 2030, è necessario che la pubblica amministrazione consideri e rispetti i criteri e i principi dell’accessibilità, realizzando strade in cui siano presenti pedane, corrimano, percorsi e indicazioni tattili, scivoli, i marciapiedi siano ben tenuti, i semafori siano dotati di segnali sonori all’attraversamento, le strisce pedonali siano ben visibili e i segnali stradali siano semplici da comprendere. Caratteristiche, peraltro, già previste per lo più dalla normativa italiana sul tema, ma frequentemente trascurate dalle autorità competenti. Ognuno di noi, però può e deve contribuire all’accessibilità stradale, per esempio evitando di parcheggiare davanti agli scivoli o sui posti riservati, evitando di lasciare oggetti per terra, oppure di spostare i bidoni dalla loro posizione abituale e cercando di non sostare per troppo tempo sul marciapiede.
Abbiamo il dovere sociale, oltre che legale, di mettere in atto azioni che vadano a eliminare gli ostacoli presenti nella società che impediscono l’esercizio dei diritti delle persone con disabilità. Questo perché la disabilità deriva dall’incontro tra una persona con una limitazione fisica, sensoriale o di altro tipo e un ambiente pieno di barriere.
(Elisa Marino)