Esistono per semplificare le cose e renderci la vita più facile, ma gli stereotipi possono diventare delle trappole mentali pericolose
“I maschi sono più bravi in matematica e più portati per lo sport”, “le femmine sono più portate per la cura della famiglia e sono più empatiche”.
A chi non è capitato di sentire frasi di questo tipo? E ancora: “le donne non sanno parcheggiare”, “gli italiani sono sempre alla moda”, “gli scozzesi sono tirchi”, “gli italiani sono mammoni” e si potrebbe proseguire a lungo. Questi sono solo pochissimi esempi di stereotipi, più precisamente di genere – purtroppo molto diffusi nella società contemporanea – e relativi alle nazionalità.
Ma che cosa sono gli stereotipi e che impatto hanno sulla società? Iniziamo dicendo che gli stereotipi sono una semplificazione mentale. Viviamo in un mondo molto complesso e spesso la nostra mente non è in grado di acquisire, analizzare e comprendere le infinite sfumature informative che ci circondano e sviluppa strategie di semplificazione per gestirne efficacemente la portata: una sorta di ottimizzazione cognitiva per affrontare la realtà sociale intorno a noi.
Lo stereotipo non sempre ha una connotazione negativa, in molti casi serve per interpretare la realtà in modo rapido quando non sono disponibili maggiori informazioni o non c’è tempo sufficiente per analizzare tutte le possibilità. Per esempio: molti anziani hanno i capelli bianchi. Al netto di tinture per capelli o di particolarità genetiche, l’imbiancamento dei capelli è un fatto legato alla fisiologia umana. Se vedo un individuo con i capelli bianchi in piedi sull’autobus, in automatico mi alzo e gli cedo il posto a sedere.
Occorre però fare attenzione al fatto che gli stereotipi non si basano su una conoscenza di tipo scientifico, essi sono di natura cognitiva e/o sociale, si formano di seguito a una credenza o a un insieme di credenze non fondate sull’esperienza e in base alle quali determinate caratteristiche vengono attribuite a un determinato gruppo di persone trascurando tutte le possibili differenze che potrebbero invece esserci tra i diversi componenti di tale categoria. A questo proposito Amnesty International sottolinea che: “uno stereotipo, anche se in apparenza positivo, può produrre un effetto negativo se riduce gli individui di uno stesso gruppo a un’unica dimensione, uniformandoli o essenzializzandoli, ossia spiegando le loro condotte e comportamenti attraverso ciò che sono (essenza). Gli stereotipi associati a un gruppo conducono, nella generalità dei casi, allo sviluppo di pregiudizi nei confronti dello stesso.”(Hate speech conoscerlo e contrastarlo, 2020).
Stereotipi e pregiudizi possono quindi produrre discriminazione e odio: ne abbiamo purtroppo tristi testimonianze dalla storia e da molti eventi della nostra contemporaneità. Essi sono alla base della Piramide dell’Odio, di cui parleremo prossimamente. Per il momento proviamo a tenere alta l’attenzione e a prenderci qualche minuto in più prima di esprimere un’opinione su qualcuno che non conosciamo.
(Mariagrazia Mafodda)