anche alle Olimpiadi, in programma da fine Luglio, FinestrAperta non poteva esimersi dal parlare di sport. La nostra e vostra radio, infatti, cercherà, nella puntata di Mercoledì 13 Giugno, di affrontare tematiche olimpiche. Come tutti sapete, l’Italia del calcio ha iniziato la propria avventura europea, ottenendo un punto prezioso nella sua partita d’esordio. Parleremo anche di questo, velatamente. Perché non esiste solo il calcio. Non voglio fare il solito conformista, per usare un sinonimo caro a Giorgio Gaber, dicendo la solita frase fatta: “Questi prendono tutti ‘sti soldi e intanto ci sono i campioni, quelli veri, che in altri sport prendono meno e faticano due volte tanto”. Se lo facessi, non sarei credibile. Purtroppo, o per fortuna, chi lo sa, sono anch’io un malato di calcio (per gli amici romanisti: bentornati a Zemanlandia ). Capisco, però, che ci sono altre realtà sportive poco “pubblicizzate”, se vogliamo usare un termine commerciale, che meriterebbero maggior considerazione e lustro.
In questo clima da Europeo, visto che sono da poco iniziati i campionati europei di calcio e ci apprestiamo ad assistere
Una di queste è il basket in carrozzina. Disciplina che, storicamente, è stata una delle prime ad essere usate dal neurologo inglese Ludwig Guttmann come terapia riabilitativa per i reduci del secondo dopoguerra. Sport e terapia, insomma. Un binomio che non deve stupire. Terapia, vuol dire innanzi tutto prendersi cura di sé stessi, questa può essere affrontata in molti modi e prendere molte vie. Una, quella più comune, inerente alla riabilitazione fisica. Infatti, nel secondo dopoguerra, i reduci avevano bisogno di rimettersi in sesto dal punto di vista fisico. C’è anche, però, il lato psicologico ed emotivo da trattare. Ovvero, un uomo distrutto e provato dalla guerra (non voluta, ma combattuta da lui), magari uscitone malconcio, come fa a riacquisire autostima e consapevolezza di sé? Semplice, col gioco, con lo sport. Il basket aggrega, unisce e stimola la competitività (quando è sana, ovviamente). Tutto quello che un soldato faceva sul campo di battaglia, lo riporta sul campo da gioco, ad eccezione degli spari e dei colpi che, invece di bucare corpi umani, si insaccano nei canestri. Una panacea. Guttmann, nel 1952, organizzò i cosiddetti Giochi di Stoke Mandeville per disabili, cresciuti nel tempo fino ad avere oltre 130 partecipanti stranieri, cosa che impressionò l’opinione pubblica internazionale e i dirigenti del movimento olimpico.
Guttmann fu onorato con la Coppa Fearnley, riconoscimento creato per premiare chi si distingue nel contribuire all’espansione degli ideali olimpici. In seguito a questi successi decise, su proposta ed assieme all’italiano Antonio Maglio, di portare i giochi a Roma nel 1960, poi riconosciuto come I giochi paralimpici, manifestazione che continua tutt’oggi con crescente successo. Nel Regno Unito fondò altresì l’Associazione Britannica Sport Disabili (1960) e ricevette i gradi di ufficiale e poi di comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Dal 1960, le cose sono cambiate. Ancora c’è molto da fare, intendiamoci, ma si sono fatti passi avanti. Oggi la pallacanestro in carrozzina, in Italia, è gestita e organizzata dalla FIPIC. Federazione Italiana Pallacanestro In Carrozzina. La FIPIC è la nuova organizzazione che gestisce la pratica della pallacanestro in carrozzina da parte degli atleti con disabilità fisica. E’ riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico quale Federazione Sportiva Paralimpica.
La FIPIC promuove e disciplina, a livello promozionale ed agonistico, la pallacanestro in carrozzina degli atleti paralimpici. Prepara le Squadre Nazionali partecipanti alle competizioni internazionali sanzionate dalla federazione internazionale (IWBF – International Wheelchair Basket Federation) ed ai Giochi Paralimpici estivi.
La FIPIC si è costituita il 13 giugno 2010 ed ha eletto i propri Organi di gestione nell’Assemblea Generale Elettiva del 25 settembre 2010. Attualmente ha all’attivo 43 società sportive affiliate con 1.200 tesserati, due Nazionali, maggiore e Under 22, e una Rappresentativa femminile. I Campionati si articolano in 4 divisioni: Serie A1, Serie A2, Serie B e Minibasket. (Fonte: www.federpic.it).
Con noi, in studio Mercoledì, avremo il fisioterapista Carlo Di Carlo che, da vent’anni è in questo ambiente, collabora con il Santa Lucia Sport Roma e con la Nazionale Italiana di basket in carrozzina. La sua visione di preparatore atletico, ma soprattutto, grande uomo di sport, ci aiuterà a capire meglio gli ingranaggi di questa disciplina. Fatti, misfatti e curiosità. Cosa ha fatto e cosa può ancora fare l’Italia per questo, e in questo, sport.
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