Parliamo con Pietro Fratta della casa editrice solidale Scrivere Poesia-SP, di cos’è una casa editrice solidale, dell’idea che ne è alla base, di cosa cerca in un poeta e naturalmente della sua collaborazione con Marco Imbrogno, la penna dietro I fiumi abbandonano le foci
Qualche tempo fa abbiamo pubblicato l’intervista a Marco Imbrogno, autore de I Fiumi abbandonano le foci, libro di poesia i cui ricavati saranno devoluti in parte alla UILDM.
In occasione di una nuova presentazione del libro, che si terrà il prossimo 17 maggio all’Auditorium Deloitte, abbiamo intervistato Paolo Fratta editore e fondatore della casa editrice solidale Scrivere Poesia-SP, che ha pubblicato il libro del poeta Imbrogno.
Come è nata l’idea di Scrivere Poesia?
“Dapprima ero consulente letterario per autori e case editrici, e dopo l’esperienza di curatela per un libro antologico dedicato alle donne afghane e a Emergency, ho trovato naturale proseguire una… curatela tutta mia, con libri da me ideati e stampati. Ed ecco nascere la casa editrice solidale SP, probabilmente l’unica in Italia nel suo modus operandi”.
Perché dedicarsi alla poesia?
“La casa editrice è nata da una scommessa di fondo: trovare conferma che la parola scritta e la poesia in particolare possano appigliarsi nel concreto della realtà, agire, fare qualcosa di rilevante e soprattutto solidale; SP nasce subito seguendo un percorso solidale, fin dal suo primo libro, Negli occhi bambini, dedicato all’infanzia e contro la guerra, in particolare il conflitto russo-ucraino: un terzo dei ricavi andrà a Save the Children. Similmente gli altri libri, quasi tutti incentrati sulla poesia, si rivolgono ad Airalzh, UILDM, Bossy Italy e Caritas Italia”.
Scrivere Poesia è una casa editrice solidale. Che vuol dire?
“La casa editrice solidale opera sempre pensando a una Onlus di riferimento. In sostanza, fra il libro stampato e la Onlus c’è un collegamento tematico che consente, in questa sinergia, di attuare tramite la poesia anche un’opera di sensibilizzazione costante. Ciò non significa che la poesia sia troppo seriosa, anzi, sa anche essere spensierata, ironica e, perché no, erotica: vi sono delle parti che focalizzano temi sensibili ma all’interno di un discorso poetico che vuole sempre proporsi come accattivante e bello da leggere”.
Come è nata la vostra collaborazione con Marco Imbrogno?
“Marco Imbrogno, come tutti i poeti più attenti e sensibili, è stato anzitutto un lettore dei libri che SP ha pubblicato, e prima ancora l’ho conosciuto come consulente; ho subito ravvisato in lui un talento particolare e una poesia essenziale, quasi scarna, ma molto profonda; sicché un giorno l’ho pregato di considerare anche la nostra missione editoriale, di pubblicare con noi e dedicare una parte consistente dei suoi ricavi del suo libro, I fiumi abbandonano le foci, alla straordinaria Onlus UILDM. Per fortuna ha accettato ed è stato un onore accogliere il suo talento: il suo libro è davvero potente e da leggere d’un fiato”.
Cos’è per lei la poesia?
“È una domanda difficilissima, ma direi che è uno strumento per cogliere e meglio apprezzare la bellezza che abbiamo intorno, ma anche l’attrazione per la vita, con tutte le sue incognite”.
Una definizione di “poeta”?
“Il poeta – almeno quello che cerca SP – è una voce indipendente che coglie proprio la Poesia nei suoi molteplici aspetti e così facendo interpreta la realtà circostante: è come uno strumento che permette alla poesia di manifestarsi e mi piace sempre citare Shelley, quando afferma che la Poesia è ‘espressione dell’immaginazione’: insomma può combinarsi in infiniti modi sorprendenti”.
Cosa cerca in un poeta per pubblicarlo?
“SP accoglie principalmente poeti emergenti ed esordienti: la selezione non è facile, la qualità poetica candidata deve collimare appunto con l’identità solidale della casa editrice. È come se una casa editrice specializzata in fantascienza ricevesse decine di romanzi d’amore: per quanto bellissimi, non potranno essere accettati. Prossimamente pubblicheremo i nostri primi libri in prosa con la Collana Bizzarra, che conterrà racconti ‘weird’, inquieti e originali, con tirature limitate ma come apripista per la Collana Narranti, in cui SP avrà l’onere e onore di pubblicare i suoi primi romanzi. Mai dimenticando la poesia, suo perno e riferimento assoluto”.
(Elisa Marino)