Ruoli confusi, compensi inadeguati, orari improbabili. La testimonianza di un’educatrice
È da almeno un paio di rientri a scuola che le polemiche sulla mancanza di insegnanti di sostegno, figure specializzate per la cura e l’integrazione allo studio per le bambine e i bambini con disabilità, non diminuiscono. Eppure, sono anni che la problematica sta causando gravi danni all’istruzione di chi ne avrebbe bisogno. Ma da questo nuovo quadrimestre iniziato a settembre, la situazione pare insostenibile.
Mancano gli insegnanti di sostegno nelle scuole. E quando ci sono, chi ha studiato per questo lavoro non viene impiegato nel giusto modo e con la giusta retribuzione, nonostante il percorso non risulti meno tortuoso di quello degli altri insegnanti: l’abilitazione è successiva alla laurea specialistica e a una prova di accesso.
Per gli psicologi, la mancanza di una figura di riferimento per le bambine e i bambini porterebbe a grandissime difficoltà e ritardi nell’apprendimento. Anche l’inclusione, in quel microcosmo che è l’aula scolastica, sembra risentirne. È questo il contesto in cui il bambino avrebbe bisogno di continue attenzioni; invece, ogni mese rischia di ritrovarsi senza il proprio insegnante o a essere seguito dai collaboratori scolastici fuori dalla propria aula, come sta accadendo nelle scuole di tutto il Paese.
Attualmente, le figure che nell’ambito scolastico si occupano dei bisogni degli studenti sono due. Oltre all’insegnante di sostegno, esiste anche l’Operatore Educativo Per l’Autonomia (Oepa), “ma ti assicuro che la differenza effettiva è solo nello stipendio” ci rivela un’educatrice impegnata in una scuola media romana e che ricopre proprio questo ruolo all’interno dell’istituto. Sì, perché il ruolo dell’Oepa sarebbe principalmente quello di supervisionare, favorire e consentire l’autonomia del bambino con disabilità, ma nei fatti, ci dice la nostra operatrice, “gli insegnanti ci trattano come fossimo il sostegno”. La cosa importante da sapere però, è che nonostante le due persone si occupino del benessere psicofisico del proprio giovane utente, non sono la stessa cosa e non dovrebbero occuparsi delle stesse mansioni. Cosa che invece avviene, sempre per la mancanza di personale. L’Oepa svolge il suo lavoro grazie alla mediazione che una cooperativa avvia con la scuola. Una prestazione a ore, in un ruolo non interno ai singoli istituti. “L’Oepa non dovrebbe occuparsi del sostegno didattico. Io sono attualmente affidata a due bambine con autismo ad alto funzionamento, la loro autonomia ed emotività la gestiscono abbastanza bene, il mio affiancamento serve principalmente per un aiuto sulle materie. Cosa, questa, che spetterebbe a un insegnante di sostegno, ma di cui mi occupo io, perché spesso i loro contratti non coprono tutte le ore scolastiche. Nonostante ciò, non ho contatti diretti con le famiglie delle bambine. Ho l’impressione che l’Oepa sia una figura comoda – prosegue -, non pesa sulle casse statali e i contratti delle cooperative non sono per l’anno intero. Io d’estate non lavoro”, ci fa sapere l’operatrice intervistata. “Passo quindici ore con una bambina e quindici con l’altra, il loro insegnate di sostegno, solo nove ore a settimana”, conclude.
Il 30 settembre 2022 si è tenuta a Roma un’assemblea convocata dai Genitori del Consiglio d’Istituto dell’IC Piazza Forlanini, cui è stata invitata a partecipare la Dirigenza Scolastica per discutere della situazione insostenibile in cui versa l’apparato scolastico in Italia. Da qui è nato il Manifesto pubblicato sulla piattaforma per le petizioni Change.org e che conta cinque punti all’attivo. Il primo riguarda proprio “la revisione delle modalità attuali di scelta degli operatori Oepa, la cui selezione e assegnazione devono essere prioritarie e definitive. Garantire il rapporto uno a uno “persona con bisogni speciali / docente di sostegno” e continuità didattica”. L’IC Piazza Forlanini è solo uno dei tanti istituti scolastici che non riesce più a garantire il diritto alla didattica che spetterebbe ai bambini con bisogni speciali.
(Angelica Irene Giordano)