Poco prima del Covid, Antonella e Anna Amoruso, insieme a Silvia Petrella hanno aperto un e-commerce di sex toys che specifica quando un prodotto è accessibile alle persone con disabilità
SexJujube nasce, nel 2019, dalla volontà delle sue creatrici di vendere vibratori e prodotti per il benessere e il piacere intimo. Al momento di dar vita alla propria startup, si sono rese conto che l’industria del piacere non considerava le persone con disabilità come possibili destinatarie dei suoi prodotti.
Questo nonostante le persone con disabilità abbiano bisogni e desideri sessuali come tutti e rappresentino una categoria di clienti con un buon potere d’acquisto. Da quel momento, hanno deciso che il loro servizio di rivendita di sex toys e beni destinati alla sfera sessuale sarebbe stato differente, andando ad indicare quando un prodotto è accessibile, aiutando le persone con disabilità a capire se un prodotto è adatto alle loro esigenze.
Il sito raggiunge questo scopo abbinando un bollino, disegnato appositamente, all’immagine del sex toy accessibile. Questo bollino è una vera e propria guida. Infatti, cliccando sulla foto del sex toy o del prodotto a cui è applicato, si avrà a disposizione una descrizione della sua accessibilità e dei casi di deficit motori in cui è utilizzabile. Sul sito sono disponibili, oltre ai vibratori accessibili, anche corde e oggetti per pratiche BDSM utilizzabili da chi ha difficoltà motorie, ma non solo. L’accessibilità è garantita dall’analisi effettuata da un gruppo di esperti composto da psicologi, sessuologi e fisioterapisti, e dal coinvolgimento diretto delle persone con disabilità attraverso la somministrazione di questionari.
Vi è una sezione dedicata anche a strumenti progettati per scopi terapeutici o training intimo. Nella grafica del sito i prodotti accessibili sono sì inseriti in una sezione ad hoc per la disabilità, ma si possono trovare anche aprendo le altre sezioni. Ciò perché obiettivo delle ideatrici dell’e-commerce è che è si parli della sessualità senza utilizzare l’espressione “inclusione delle persone con disabilità” nel discorso sul piacere, ma considerando il loro benessere sessuale dall’inizio, al pari di quello delle persone senza disabilità.
Con la loro startup, non si limitano a vendere sex toys indicandone l’utilizzabilità per le persone con disabilità, ma organizzano e forniscono formazione in tema di educazione sessuale nelle scuole e nei centri di riabilitazione. In aggiunta, tra poco il sito si arricchirà di una piattaforma in cui sarà offerta consulenza online specialistica sulla sessualità. Percorsi formativi e di supporto che trattano pure della vita intima delle persone con disabilità, senza caricarla di eccezionalità, bensì parlandone all’interno della consapevolezza sul sesso e l’intimità e che hanno lo scopo di educare anche all’affettività.
Inoltre, nei prossimi mesi, SexJujube porterà in strada le sue attività educative, attraverso il progetto “Amami Giocando”, che con giochi, animazioni e discorsi tenuti e progettati da specialisti del settore, guiderà le persone nel mondo della sessualità e dell’educazione sessuale.
(Elisa Marino)