Nodi sul Servizio Civile si sciolgono durante la fine dell’anno, ma ancora diversi aspetti preoccupano
Partiamo dalle note positive: finalmente la Consulta è stata nominata dal Governo; il Disciplinario è stato “discusso” nella stessa e presentato nella Conferenza Stato Regioni; Deludente l’aspetto economico: aggiunti appena 50 milioni di euro per il 2019 al Fondo nazionale per il Servizio Civile. Ma andiamo con ordine.
Il 18 dicembre 2018 è stato chiesto il parere della Consulta Nazionale per il Servizio Civile, sul provvedimento recante “Disposizioni concernenti la disciplina dei rapporti tra enti e operatori volontari del Servizio Civile Universale”. Il 20 dicembre si è chiesto anche il parere della Conferenza Stato-Regioni, che però ha rinviato la decisione costringendo Spadafora a chiedere una seduta straordinaria in modo che possa essere pubblicato il Decreto Ministeriale che permetterà di sbloccare l’avvio dei progetti di Servizio Civile Sperimentale rimasti fermi in attesa di questo provvedimento.
La Consulta era decaduta il 17 ottobre 2018 e fino al 7 dicembre non erano state elette le nuove nomine di questo prezioso organo di consultazione del sistema del Servizio Civile, istituito nel 1998 con la Legge 230 di riforma dell’Obiezione di Coscienza e previsto anche nel nuovo Servizio Civile Universale. Questo perché il Governo ha avuto difficoltà ad individuare i componenti da designare in rappresentanza degli enti iscritti all’Albo Universale, essendo ancora efficaci i previgenti albi di Servizio Civile Nazionale. Ciò rischiava di sospendere tante attività del Servizio Civile. Come avevamo già riportato, l’avvio dei progetti sperimentali previsti per lo scorso 11 dicembre, è stato bloccato.
Il comunicato del Dipartimento riporta che la nuova Consulta rimarrà in carica in relazione al periodo transitorio. Secondo l’articolo 26 del decreto legislativo n. 40 del 2017:
Fino all’approvazione del primo piano triennale, il Servizio Civile Universale si attua, in via transitoria, con le modalità previste dalla previgente normativa in materia di Servizio Civile Nazionale”.
La Consulta nominata dal Governo è costituita da quindici membri, così distribuiti:
- 8 in rappresentanza degli enti e dei loro organi rappresentativi: Sergio Giusti dell’Anpas, Monica Brogi della Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Licio Palazzini di Arci Servizio Civile, Bernardina Tavella dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, Vincenzo De Bernardo di Confcooperative, Diego Cipriani della Caritas Italiana, Primo Di Blasio della Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile, Enrico Maria Borrelli del Forum Nazionale Servizio Civile;
- 1 rappresentante della Conferenza Stato-Regioni: Silvia Piani;
- 1 rappresentante del Dipartimento della Protezione Civile: Agostino Miozzo;
- 1 rappresentante dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani: Antonio Ragonesi;
- 4 rappresentanti dei volontari di SCN: Feliciana Farnese, Stefano Neri, Giovanni Rende, Michelangelo Vaselli
Per ora in prima seduta non si è raggiunta la maggioranza di 2/3 utile per l’elezione del nuovo Presidente della Consulta, che succederà a Giovanni Bastianini.
Con il comma 250-quinquies del maxi-emendamento del Governo, il Parlamento approva con la fiducia in Senato, nella seduta del 22 dicembre 2018 e il 30 dicembre in via definitiva alla Camera, l’incremento di 50 milioni del Fondo nazionale per il Servizio Civile. Il comma specifica che: “Al fine di garantire il sostegno e lo sviluppo del Servizio Civile Universale e stabilizzare il contingente complessivo di operatori volontari da avviare al Servizio Civile, al Fondo nazionale per il Servizio Civile, di cui all’articolo 19 della Legge 8 luglio 1998, n. 230 e s.m.i., sono assegnati 50 milioni di euro per l’anno 2019″.
Purtroppo mancano ulteriori 5o milioni per garantire la partenza dello stesso numero di giovani del 2018: infatti ad oggi ci sono 198 milioni di euro, che corrispondono a circa 35mila posti di giovani in Servizio Civile, quasi 20mila in meno rispetto al 2018.
Ricordiamo che il Servizio Civile non è solo un’opportunità per i giovani, ma anche uno strumento utile per portare avanti progettualità per la cultura, l’ambiente, la protezione civile, l’assistenza a categorie escluse da sempre e indebolite da una crisi che taglia sempre di più welfare e servizi; progetti di solidarietà in Italia e all’estero capaci di prevenire i conflitti, ristabilire inclusione sociale e partecipazione. 20mila posti in meno significano, perciò, un impoverimento di risorse preziose, che tengono insieme il tessuto sociale del nostro Paese.
Articolo di Massimo Guitarrini