Durante una riunione della Commissione Consiliare Regionale Scuola del Lazio emergono tutti i disagi degli studenti romani con disabilità. La denuncia arriva dalle varie Consulte Capitoline sulla Disabilità, dalle Associazioni, dai Comitati e dai Sindacati
La pandemia di COVID-19 sta sicuramente mettendo a dura prova le istituzioni a tutti i livelli. Le criticità, già presenti nella scuola in tempi non sospetti, sono riaffiorate prepotentemente in questo delicato e particolare momento storico: alla carenza di insegnanti, personale scolastico e materiale didattico, si aggiunge la necessità di rispettare tutte norme dei DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) stilate per contrastare la diffusione dei contagi da nuovo coronavirus. Soggetti particolarmente colpiti da questa complicata situazione sono gli studenti con disabilità e le loro famiglie.
Di tali problematiche, specificatamente del territorio romano, hanno dibattuto, agli inizi di ottobre, l’Assessore Regionale competente e dei rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale, le varie Consulte Capitoline sulla Disabilità, le Associazioni, i Comitati e i Sindacati.
Una nota, sottoscritta da vari Presidenti di Consulte e Associazioni (Umberto Gialloreti, Anna Maria Comito, Alberto Belloni, Maria Grazia Pessina, Aldina Urlira, Luciana Gennari, Emanuela Borin, Gabriella Schina, Marcello Gerardi, Alessandra Valenzi ed Enrico Troiani, Presidenti rispettivamente della Consulta Cittadina di Roma sui Problemi della Disabilità, delle analoghe Consulte dei Municipi I, II, III, VI, IX, X, XII, XIII e XIV, nonché della Fand di Roma e Provincia (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), conferma tutte queste complessità: “Si parla di problemi come la carenza di insegnanti curricolari e di sostegno, del numero inadeguato di personale Ata (Ausiliario Tecnico Amministrativo), della parziale copertura sia degli assistenti specialistici che del personale Oepa (assistenti all’autonomia e alla comunicazione, N.d.R.), il tutto a configurare una macchina operativa inadeguata, che sta di fatto minando il diritto allo studio delle persone con disabilità. A ciò si aggiunga, nell’emergenza COVID, la mancanza di Linee Guida specifiche per l’àmbito scolastico, il trasporto dei ragazzi praticamente dimezzato e non rispondente ai nuovi turni e orari delle varie scuole. E ancora, la mancanza di procedure uniformi e specifiche per l’utilizzo da parte degli assistenti della didattica a distanza, non certo adeguata per tante forme di disabilità, ma già di fatto attivata da diverse scuole, nonché l’assenza di percorsi dedicati per i prelievi, in caso di sospetto di COVID, per le disabilità complesse e spesso non collaboranti”.
“La ripresa delle scuole per i ragazzi con disabilità suscita la preoccupazione di tutti – dice il rappresentante della CGIL di Roma e del Lazio – e sono state sottolineate le molteplici criticità: dall’assenza degli insegnanti di sostegno, alla parziale presenza degli assistenti alla comunicazione e specialistici, dall’insufficienza del servizio di trasporto scolastico, alle difficoltà della didattica a distanza. Problemi per tutti, dunque: per i lavoratori, in balia dell’instabilità occupazionale, per gli alunni, per le famiglie. Discrasie organizzative ricorrenti negli avvii annuali che si intrecciano con le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, situazioni complesse nuove e vecchie che avrebbero bisogno di una cabina di regia tra le diverse istituzioni, preposte a prevenire oltre che a intervenire sulle continue emergenze che la fase impone”.
“Dopo tre ore di riunione e di confronto – prosegue la nota sopracitata – si sono portate a casa solo rassicurazioni inconcludenti, essendo stata rappresentata dall’Assessorato e dall’Ufficio Scolastico Regionale una situazione apparentemente idilliaca, che noi purtroppo non riscontriamo affatto. Ci è stata infatti prospettata l’avvenuta autorizzazione alla copertura di tutti gli insegnanti di sostegno richiesti dagli Istituti, ma la domanda sull’effettivo passaggio dall’autorizzazione all’entrata in servizio non ha ottenuto risposta. Si è poi assistito a un rimpallo di responsabilità con conseguente rimando ad altri, che lascia aperte molte delle questioni poste. E anche la prospettata istituzione di un Osservatorio Regionale sui Problemi della Scuola è apparsa utile per parlare di questioni generali, ma non adeguata a dare risposte pratiche e immediate. Ci è apparso pertanto evidente uno scollamento di visione tra le Istituzioni e le nostre rappresentanze”.
(Giuseppe Franchina)