Andrea Venuto, disability manager del Comune di Roma, uomo di fiducia della sindaca Raggi sulle tematiche della disabilità, risponde sulla questione della ragazza affetta da Sma, costretta a lanciare una raccolta fondi su Facebook per pagarsi l’assistenza, visto che i servizi sociali del Comune di Roma le prospettano una lista d’attesa di più di un anno
Andrea Venuto, giornalista e già assessore alle Politiche sociali del Municipio XII di Roma Capitale, nominato un anno fa Disability Manager del Comune di Roma, dalla Giunta Raggi. Il Disability Manager, figura “nuova” (?) introdotta dall’amministrazione 5 stelle, si occupa delle questioni relative ai diritti delle persone con disabilità e di fare da raccordo tra Amministrazione capitolina e la Consulta cittadina permanente e gli organismi istituzionali e di volontariato.
Dott. Venuto abbiamo dato la notizia di Ketty Giansiracusa, ragazza di 32 anni affetta da SMA che si è sentita costretta a chiedere la solidarietà attraverso una raccolta fondi, in modo da pagarsi l’assistenza personale, perché il II Municipio, una volta avviate le procedure per usufruire del Servizio, le ha risposto che occorre aspettare almeno un anno. Per Ketty, considerata la sua disabilità e le sue condizioni, ci sembra che qualcosa nella macchina burocratica dei Servizi Sociali non abbia funzionato. Daniele Stavolo della FISH Lazio, ci dice che le liste d’attesa sono purtroppo una routine. Che risposta può dare a Ketty per far sì che le venga riconosciuto questo irrinunciabile diritto all’assistenza?
“Sì anche io ho potuto apprendere della storia di Ketty, che in realtà già conoscevo perché c’eravamo incontrati in una manifestazione in piazza e abbiamo avuto modo di scambiarci alcune considerazioni. È ovvio che quello della lista d’attesa è un problema grosso per Roma che ha diversi anni da diversi anni se non da diversi decenni. Non è solo una questione di numeri di popolazione, ma anche una questione di investimenti, che non sono mai stati fatti in maniera strutturale su questo tema. Quello che si può dire, quello che si può fare non altro che cercare di dare delle risposte. Noi abbiamo provato ad aggredire questa tematica, intanto cercando di uniformare la spesa dei municipi. Lei sa che Roma con i suoi 15 Municipi non è altro che come una megalopoli che ha 15 grandi comuni nella sua pancia. Quindi gestire la situazione non è semplice. Ma ad esempio, uniformare e capire dove si spende e come si spende, può essere una prima modalità di approccio che su Roma non era mai stata fatta, perché i finanziamenti che Roma Capitale dava ai municipi, sono sempre stati basati sul numero della popolazione e non sulle effettive esigenze di un municipio piuttosto di che un altro. E’ importante sapere ad esempio che il VI Municipio delle Torri può avere delle esigenze totalmente diverse rispetto a un Municipio più centrale. Quindi uniformare e conoscere la spesa, significa intervenire in maniera più capillare.
Un’altra metodologia d’intervento sono stati gli oltre 9milioni di Euro circa, diciamo a spanne, che abbiamo messo sulla disabilità gravissima. Abbiamo fatto una graduatoria su tutto il Comune di Roma e stiamo dando la risposta ad oltre 600/700 utenti che hanno necessità di assistenza. Questa è una prima importante azione, che ha visto dare un sostegno economico non indifferente perché parliamo di oltre €700 mensili per i Caregiver e oltre €800 mensili in forma indiretta da destinare all’assistenza personale su tutto il territorio di Roma Capitale.”
Il suo ruolo di Disability Manager come può intervenire in situazioni simili a queste?
“Si può intervenire in diverse maniere. Quella principale è quella di programmare sul territorio, conoscendo il territorio. Quindi sia con un’azione di coordinamento legislativo, per quanto comune possa legiferare maniera organica, sia quello della soluzione dei problemi.”
Al di là del nome, che differenza sostanziale c’è tra il suo ruolo e quello che era del “delegato delle politiche sulla disabilità” che istituì per la prima volta il Sindaco Walter Veltroni e poi presente sia nella Giunta della Destra di Alemanno e sia in quelle successive di Centro-Sinistra?
“Non è una questione solo di terminologia; quella del delegato è sempre stata una figura politica, diciamo appannaggio o di un consigliere di Roma Capitale o comunque strettamente legata a determinati ruoli. La mia invece è una figura politica-tecnica. Sebbene ho una delega politica in quanto faccio parte di uno staff però è incardinata direttamente nel gabinetto della Sindaca. Quindi potendo agendo per nome e per conto, si ha così la possibilità di incidere maggiormente negli uffici, di poter coordinare e di poter maggiormente risolvere i problemi.”
Come è lo stato dei Servizi di Assistenza alle persone con disabilità nel Comune di Roma?
“Come ho detto prima stiamo cercando di affrontare questa questione di tutti i servizi di assistenza alla persona, che poi riguardano, non solo le persone con disabilità ma anche gli anziani e i minori. A Roma esiste una delibera quadro che è stata fatta nel 2012, è stata poi aggiornata, anche se unicamente nei tariffari orari dei pagamenti. La delibera è datata e va riformata, noi siamo intervenuti intanto con una circolare, la direttiva che diciamo ha cercato di correggere un pochino il tiro sul tema e poi stiamo adesso lavorando, in questi giorni, su una delibera di indirizzo che possa chiarire e possa migliorare la situazione delle persone con disabilità su Roma Capitale. Sicuramente bisogna andare verso i temi della Convezione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e cercare di incrementare al massimo queste tematiche in una realtà che poi è quella di Roma Capitale. Poi bisogna confrontarsi sui fondi.”
Quanti sono i fondi che il Comune di Roma ha stanziato per i Servizi di Assistenza? Sarà mai possibile a Roma azzerare le Liste d’Attesa?
“I fondi sono il tema principale però bisogna confrontarsi con un debito che Roma Capitale ha, cioè di oltre 13 miliardi di euro. Quindi bisogna massimizzare i risparmi di bilancio cercando di capire dove va spesa, un po’ come ti ho detto prima, ovvero bisogna cercare di dare meglio, di non dare a pioggia e di venire incontro alle esigenze dei cittadini.”
Abbiamo un governo nazionale, Lega-5Stelle che ha istituito il Ministero della Famiglia e della Disabilità. Salvatore Nocera, Presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH sostiene che «creare un nuovo Ministero, per giunta senza portafoglio, non può significare che le politiche sulle disabilità siano un settore a parte, in discontinuità con le scelte culturali e politiche inclusive realizzate in Italia da cinquant’anni?» Cosa ne pensa e che aspettative ha in merito?
“Quello Nazionale è un tema fondamentale. Sicuramente avere istituito questo Ministero significa voler portare al centro dell’attenzione le tematiche inerenti le persone con disabilità. Non bisogna pensare che sia una ghettizzazione anzi c’è una voglia di integrare queste tematiche su tutti i Ministeri, compresi quelli con portafoglio, quindi con potere di spesa, e portare all’attenzione della squadra di governo tutti gli aspetti che riguardano le persone con disabilità. Bisogna ovviamente ragionare in maniera orizzontale, ed è quello che sta facendo il nostro Sottosegretario Zoccano, che ha una delega che non è poca cosa, perché bisogna partire da zero, bisogna iniziare a cambiare la postura mentale di questo Paese, lavorando forte su questi temi; e per farlo sicuramente avere direttamente in mano la barra su questa tematica non può fare che bene al nostro Paese sui temi della disabilità.”
Articolo di Massimo Guitarrini