In realtà è come se non ci avesse mai lasciati. È come se fosse stato lì, a saltellare tra la folla con parenti e amici d’un tempo, in quella piazza Sempione gremita di “figli unici” pronti ad intonare le sue rime e ad armonizzare le sue ironie. Proprio come s’era augurato ed aveva profetizzato nel periodo in cui le sue denunce sociali suscitavano il malcontento dei potenti. Gli occhi dei presenti non erano certo “pieni di sale” ma senza dubbio colmi d’emozione.
Per la quinta edizione del Rino Gaetano Day, “raduno nazionale”, circa 20mila persone – ben oltre le previsioni – hanno letteralmente invaso il III Municipio di Roma, per quello che è diventato ormai un evento tradizionale atto ad omaggiare l’artista calabrese, scomparso prematuramente il 2 giugno 1981 in un incidente stradale (secondo le ricostruzioni) in via Nomentana.
Un clima onirico che ha palesato come il ricordo del cantautore non sia affatto sbiadito. Sul palco la Rino Gaetano Band, capeggiata da Marco Baldini, ha fatto ballare e cantare la folla accorsa da ogni parte di Roma e non solo, ripercorrendo la carriera dell’autore calabrese attraverso i suoi brani più celebri. S’è trattato di una manifestazione non profit, organizzata dall’Associazione Culturale Italiana Rino Gaetano, presieduta da Anna Gaetano, sorella del cantautore, con il patrocinio del III Municipio di Roma. Manifestazione che ha dimostrato come le tematiche affrontate da Rino nelle magnificenze del passato siano ancora in voga e tremendamente al passo coi tempi. Sintomo che le verità da lui declamate non tramonteranno mai.
Ed un evento simile, dedicato ad un autore che ha continuamente confutato ogni forma di sopruso e smodatezza, non poteva esser scevro da tematiche sociali rivolte a chi, ogni giorno, è in stridente contrasto con la realtà e combatte per dare il giusto valore a tutto ciò che è ingiustamente ed inspiegabilmente bistrattato. Difatti, parte del ricavato del Rino Gaetano Day è andato a sostegno dell’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), presente in Piazza Sempione con degli specialisti a disposizione di chi ha voluto ricevere informazioni a riguardo. Un fine rilevante, viste le numerose difficoltà che la ricerca scientifica affronta quotidianamente, che ha reso il cielo ancora più blu.
È semplice ricordare una persona quando non c’è più ed è ancor più facile appropriarsi di verità che ormai risultano essere “sterili”, ma pur sempre autentiche. Le stesse verità che si continuano volutamente ad ignorare per non trovarsi a fare i conti con la realtà effettiva, per non riconoscere che si dovrebbe invertire la rotta, per paura di soccombere ed incappare nelle vorticose prevaricazioni.
Roma non ha dimenticato Rino, e gli ossequi, così come le lodi, non saranno mai troppe. Le sue idee riecheggeranno continuamente nella mente di chi, fino alla fine dei propri giorni, sarà disposto a morire per qualcosa piuttosto che vivere per niente, e La ballata di Renzo, sicuramente non finirà negli scaffali impolverati di qualche archivio in soffitta. Rino vive. E non è mai stato cosi presente tra di noi.
Fedele Tullo