La nostra guida per un voto consapevole
Il 12 giugno i cittadini italiani sono chiamati a votare per le Amministrative, volte a eleggere i nuovi sindaci in moltissimi Comuni e per esprimere il proprio parere sui cinque quesiti sulla Giustizia referendari.
I referendum promossi dalla Lega e dai Radicali, sono attualmente molto dibattuti, principalmente per la poca chiarezza e per i molti tecnicismi che li contraddistinguono. Noi di FinestrAperta cercheremo di riportare con semplicità i punti fondamentali di questi cinque quesiti, fornendovi una breve guida.
QUESITO 1: ABROGRAZIONE DELLA LEGGE SEVERINO
Durante il Governo Monti nel 2012, passò una legge redatta da Paola Severino che riguardava l’incandidabilità, la sospensione e la decadenza per i politici che hanno ricevuto una condanna per gravi reati. Una condanna che per i Parlamentari scatta dopo la sentenza definitiva e per gli amministratori locali già dalla sentenza di primo grado.
Con il sì: abrogato il decreto si cancella l’automatismo dell’incandidabilità. Il giudice riprenderà così a decidere caso per volta e l’interdizione dai pubblici uffici sarà a sua discrezione. La legge Severino penalizzerebbe troppo gli amministratori locali, sospendendoli anche senza condanna definitiva.
Con il no: alcuni ritengono che la pena per gli amministratori locali sia troppo dura e che dovrebbe essere modificata, ma che abrogare totalmente questa legge andrebbe contro l’interesse dei cittadini, visto che è ritenuta importante l’incandidabilità automatica di un politico, quando viene collegato ad avvenimenti di mafia, terrorismo e reati contro la pubblica amministrazione.
QUESITO 2: LIMITAZIONE DELLE MISURE CAUTELARI
La carcerazione antecedente la condanna definitiva, sussiste in via cautelare per l’indagato quando ci sono gravi indizi di colpevolezza e se ne teme la fuga o l’inquinamento delle prove.
Con il sì: per alcuni reati considerati meno gravi, il pericolo della reiterazione del reato, quindi di compierlo nuovamente, è eliminato dalla richiesta delle misure cautelari. La motivazione di questo referendum è per la lettura di alcuni dati che dicono che in trent’anni 100mila persone innocenti sono finite in carcere per questa motivazione.
Con il no: il pericolo di reiterazione del reato rimane uno dei motivi per cui richiedere la custodia cautelare. Chi ha compiuto dei reati, ad esempio per mafia o a sfondo sessuale, potrebbe rifarlo con meno ostacoli e quindi non dovrebbe essere abrogata.
QUESITO 3: SEPARAZIONE DELLE FUNZIONI DEI MAGISTRATI
Attualmente i magistrati possono cambiare fino a quattro volte dal ruolo di giudici (figure che emettono le sentenze sulla base delle prove raccolte e del contradditorio tra l’accusa e la difesa) al ruolo di pubblici ministeri (figure che svolgono la parte dell’accusa e coordinano le indagini svolte dalle forze dell’ordine).
Con il sì: il Magistrato dovrà scegliere ad inizio carriera la funzione giudicante o requirente e dovrà mantenerla per tutta la vita “per permettere un sano e fisiologico antagonismo fra poteri, sinonimo di democrazia”.
Con il no: i magistrati potranno continuare a cambiare il ruolo durante la loro carriera. Si ritiene che la separazione dei poteri non sia una mossa efficace, perché tanto la formazione continuerebbe a rimanere la stessa. La paura sembrerebbe quella di un controllo maggiore da parte del governo sui magistrati, perché verrebbero più isolati e non avrebbero un’esperienza completa dei ruoli.
QUESITO 4: EQUA VALUTAZIONE DELL’OPERATO DEI MAGISTRATI
Con il sì: si richiede di riconoscere anche ai membri laici del Consiglio Giudiziario, quindi professori e avvocati esperti della materia giuridica, di partecipare alla valutazione dei magistrati.
Con il no: le valutazioni rimangono a carico dei soli magistrati, essendo gli unici in grado di fornire una valutazione completa.
QUESITO 5: RIFORMA DEL CSM
Con il sì: verrebbe abrogato l’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto a Palazzo dei Marescialli, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura. Si tornerebbe alla legge originale del 1958; prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Consiglio Superiore di Magistratura semplicemente presentando la propria candidatura.
Con il no: l’abrogazione viene considerata una “non-riforma” e che non eliminerebbe l’influenza delle correnti politiche sui magistrati, ma che anzi, il sistema delle firme permetterebbe una prima scrematura fra le candidature al CSM.
Elettori con disabilità
Le persone con una tipologia di disabilità che potrebbe ostacolare il voto al seggio di appartenenza, hanno comunque la possibilità di esprimere la propria preferenza. Ogni caso prevede un’assistenza specifica: gli elettori ciechi, con amputazione alle mani, colpiti da paralisi o con condizioni similari, potranno avvalersi del voto assistito, cioè dell’accompagnamento in cabina elettorale, mostrando apposita certificazione sanitaria. Gli elettori non deambulanti potranno votare in qualsiasi seggio in cui non sono presenti barriere architettoniche, se nel proprio non è possibile l’accesso. Per le persone ricoverate in ospedale o in una casa di cura, è al solito previsto un seggio “volante”, montato per l’occasione, dietro previa richiesta. In conclusione, per chi invece ha una disabilità intellettiva, grazie alla “Guida al voto scritta in linguaggio facile da leggere”, gli verrà permesso un orientamento al voto più agibile e la tutela del proprio diritto.
Ricordiamo che per rendere valido il risultato dei Referendum, è necessario che si rechi alle urne almeno la metà dei cittadini aventi diritto di voto, più uno.
(Angelica Irene Giordano)