Lo scorso 26 aprile, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato, alla Camera dei Deputati, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – #NextGenerationItalia, il cosiddetto “Recovery Plan”, che dovrà essere approvato e finanziato in sede europea
Qualche giorno fa, il 26 aprile, leggevamo un’entusiasta Ministra per le disabilità, Erika Stefani, che su Facebook scriveva: “Investimenti per servizi sanitari, servizi sociali e di comunità, per la mobilità e l’accessibilità, nonché una legge quadro pensata soprattutto per riformare ed aggiornare la normativa in materia di disabilità: il Recovery Plan include dunque interventi che potranno favorire l’inclusione delle persone con disabilità. È un’occasione storica e un’opportunità per tutti. Opportunità che abbiamo infatti voluto cogliere per accelerare anche nel percorso di adeguamento agli obiettivi della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità. Ringrazio il presidente Draghi per la sensibilità che ha dimostrato. Ora occorrerà vigilare affinché i diritti delle persone con disabilità siano effettivamente rispettati in ogni ambito della fase attuativa. Nessuno dovrà essere lasciato indietro: solo così si costruirà la vera ripresa e la vera resilienza. Del resto, una società accessibile e inclusiva è una società migliore per tutti”.
Molti sono, in effetti, gli importanti passaggi contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui testo integrale potete trovare a questo link, esposto dal presidente del Consiglio dei Ministri, il professor Mario Draghi, che riguardano il sociale, gli anziani e le persone con disabilità.
Uno di questi è ciò che si legge a pagina 214 del PNRR: “L’investimento ha l’obiettivo di accelerare il processo di deistituzionalizzazione, fornendo servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari al fine di migliorare l’autonomia delle persone con disabilità. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni, al fine di migliorare la capacità e l’efficacia dei servizi di assistenza sociale personalizzati, focalizzati sui bisogni specifici delle persone disabili e vulnerabili e delle loro famiglie”.
Degno di nota anche il Focus sulle dimensioni trasversali del Piano, che, in apertura, alla pagina 199, recita: “Il lavoro di cura dei bambini, degli anziani e dei disabili deve essere una questione di rilevanza pubblica mentre oggi nel nostro Paese è lasciato sulle spalle delle famiglie e distribuito in modo diseguale fra i generi. Da questo presupposto parte una delle più rilevanti azioni a sostegno della parità di genere contenuta in questa missione”.
Ottimo punto di partenza dunque, come dichiara il presidente della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Vincenzo Falabella: “Come Fish – commenta Falabella – riteniamo che nel testo presentato alla Camera dal Presidente del Consiglio ci siano molti buoni ‘punti di partenza’, in àmbito di sostegno alle famiglie con disabilità, di scuola, di lavoro, di progettazione della Vita Indipendente e altro ancora. Tutto naturalmente dovrà essere sostanziato nella concretezza dei fatti e degli investimenti reali. Per il momento, però, possiamo senz’altro ritenerci soddisfatti che il nostro grande lavoro di interlocuzione con le Istituzioni abbia finalmente contribuito a porre sotto la luce dei riflettori, in un documento ufficiale di tale importanza, riferimenti quali la Convenzione Onu e anche la recente Strategia Europea 2020-2030, oltre a farci guardare con favore al linguaggio usato nel trattare i temi della disabilità”.
Infatti, un altro passaggio importante, è quello a pagina 212, dove si legge che “è prevista una riforma costituita dalla realizzazione di una ‘Legge quadro sulla disabilità’, che si propone di realizzare pienamente i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006, secondo un approccio del tutto coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e con la recente ‘Strategia dei diritti delle persone con disabilità 2021-2030′ presentata a marzo dalla Commissione Europea. La riforma semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato”.
Tuttavia, “l’argomento disabilità” sembra essere fondamentalmente relegato alla missione sull’inclusione sociale. Anzi, ad una parte di essa. Se alcuni elementi sono certamente apprezzabili (si vedrà come verranno concretamente realizzati), non emerge una visione d’insieme articolata e che colga le complessità irrisolte su disabilità e non autosufficienza, su inclusione e pari opportunità, su segregazione e isolamento.
Chi si attendeva delle soluzioni articolate e ad ampio respiro, dovrà accontentarsi di attendere come saranno fattivamente realizzate queste strategie.
(Giuseppe Franchina)