Una pandemia è per definizione un’emergenza sanitaria internazionale che richiede sforzi e azioni collettivi. La pandemia da Coronavirus che stiamo affrontando ha effetti devastanti sui diritti delle persone con disabilità
Il report sui “Diritti delle persone con disabilità durante la pandemia” si basa su un’indagine effettuata dal Disability Rights Monitor (DRM) nel periodo dal 20 aprile all’8 agosto 2020.
Questo rapporto, che raccoglie oltre 3mila testimonianze, arrivate da 134 Paesi diversi, elaborato da 7 organizzazioni (The Validity Foundation, the European Network of Independent Living, Disability Rights International, Disability Rights Unit At The Centre For Human Rights, The International Disability and Development Consortium, The Disability Rights Fund, The Disability Rights Advocacy Fund, International Disability Alliance e University of Pretoria) evidenzia l’incapacità globale di proteggere i diritti delle persone con disabilità.
Infatti, dai dati raccolti emerge che durante i vari lockdown, a livello internazionale, le persone con disabilità sono state abbandonate a loro stesse: senza supporto domestico e assistenza personale, in assenza di cibo (come in Uganda, Nigeria, Kenya, Colombia, India, Bangladesh, Costa d’Avorio, Tanzania, Rwanda e Peru), impossibilitate ad accedere all’istruzione, anche attraverso la Dad, poiché carenti sia dei dispositivi tecnologici assistivi (come i lettori schermo) che delle informazioni accessibili (come lingua dei segni, sottotitoli e audio), alle terapie, alla riabilitazione e all’assistenza sanitaria sia di base che quella emergenziale prevista per il COVID-19, proprio a causa della loro condizione e perciò costrette, nei casi più gravi, alla morte.
Mentre le strutture residenziali, case di cura e strutture psichiatriche, spesso trasformate in focolai durante la pandemia, non sempre dispongono dei DPI, del cibo e non attuano le misure di sicurezza idonee, dimostrandosi così incapaci di proteggere la vita delle persone con disabilità oppure di reinserirle nella comunità.
Infine le donne e le ragazze con disabilità, risultano ancor più isolate di prima poiché obbligate a restare a casa col partner o familiare violento, incrementando così il rischio di violenza e/o abuso sessuale senza avere un supporto psicologico a causa dell’impossibilità ad accedere ai consultori, alla scuola e all’ufficio.
Il documento, che si conclude con l’affermazione: “Non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno se speriamo in una ripresa migliore”, ha lo scopo di stimolare gli Stati e i Governi ad intervenire rapidamente per tutelare i diritti delle persone con disabilità in previsione dell’Agenda Onu 2030.
(Lucia Romani)