Compie dieci anni il corso per Tutor di Compagni con Disabilità e Dsa dell’Università di Modena e Reggio Emilia, un’opportunità di crescita non solo per gli studenti con esigenze educative speciali, ma anche e soprattutto per i loro compagni normodotati
E’ finito con un dietro front, il caso della Scuola Svizzera di Milano, di cui vi avevamo parlato anche noi alcuni giorni fa. L’istituto privato, nel proprio regolamento, sconsigliava l’iscrizione ad alunni con disabilità motorie e Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento), causando reazioni contrastanti, dopo la denuncia dei media, nel mondo della politica e nell’opinione pubblica. Per evitare ulteriori dissapori, alla fine, la Scuola Svizzera di Milano ha deciso di cancellare il paragrafo dolente dal regolamento della discordia.
A episodi di scarsa attenzione alla diversità e all’integrazione come questi, però, è possibile contrapporne altri che vanno in tutt’altra direzione. E’ il caso dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore), che quest’anno festeggia i dieci anni di vita del proprio corso di Tutor per Compagni con Disabilità e Dsa. Il corso è solo uno dei tanti servizi messi a disposizione degli studenti con esigenze speciali che decidono di frequentare l’ateneo, come ci spiegano con entusiasmo e competenza i due responsabili, la professoressa Elisabetta Genovese (Delegato del Rettore per la Disabilità) e il dottor Giacomo Guaraldi (Referente per l’Accoglienza agli Studenti Disabili e con Dsa).
E’ la normativa italiana a prevedere il sostegno e il tutorato per gli studenti con disabilità, con le Leggi 17/1999 e 170/2010. I vari atenei, tenuti ad adempiere a queste necessità, si sono organizzati in vari modi, il più delle volte esternalizzando il servizio di assistenza a figure professionali estranee all’università. La scelta lungimirante dell’Unimore, invece, è stata quella di investire i fondi ministeriali destinati a questi servizi nella formazione e remunerazione di studenti già presenti nell’ateneo, insegnando loro, con un corso, il ruolo e i compiti del tutor.
La dimostrazione che si è trattato di una scelta vincente sta nei numeri: “Abbiamo visto che c’è una grandissima sensibilità verso queste tematiche – ci spiega Giacomo Guaraldi -, tant’è che partimmo nel 2007 con poche decine di partecipanti al corso, mentre quest’anno abbiamo molte iscrizioni e alla fine abbiamo formato 220 tutor”. Cosa fanno gli studenti tutor, una volta formati? “Abbiamo previsto la presenza di due tipi di tutor: il tutor alla pari, che aiuta lo studente con disabilità a prendere appunti, reperire materiale didattico o spostarsi all’interno dell’ateneo; e il tutor didattico, che è uno studente senior, che aiuta lo studente con bisogni educativi a superare gli esami. In realtà, spesso queste due figure sono identificate nella stessa persona”.
I vantaggi sono indubbi per gli studenti disabili e con disturbi specifici dell’apprendimento, ma non solo per loro, come ci conferma Elisabetta Genovese: “Quest’anno abbiamo avuto circa trecento studenti al nostro corso, le classi erano gremite. Al primo giorno ha preso la parola uno studente, che ha detto ‘Io l’anno scorso ho fatto da tutor a un ragazzo dislessico ed è stata la più bella esperienza della mia vita, vorrei raccomandare a tutti i ragazzi di farla non tanto per i crediti formativi, ma vivendola a pieno’. E’ solo uno dei tanti feedback positivi che riceviamo dai nostri tutor”.
Nonostante la grande partecipazione, però, non si riescono a coprire tutte le esigenze. In particolare nella facoltà di Medicina, che è molto impegnativa e richiede molte ore di studio, si ha difficoltà a individuare potenziali tutor.
Ben venga l’approccio educativo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dunque, riassumibile con le parole del suo Referente per l’Accoglienza agli Studenti Disabili e con Dsa:
Siamo contrari ad ogni forma di pietismo e di assistenzialismo, non è questo il nostro interesse. L’università non deve essere chiusa su se stessa, ma aperta e impegnata nell’inclusione di tutti”.
A proposito, cosa ne pensate del famigerato regolamento della Scuola Svizzera di Milano? Guaraldi si infiamma: “Questa operazione è anticostituzionale! La nostra carta costituzionale prevede l’inclusione di soggetti appartenenti a categorie svantaggiate. Questi atteggiamenti sono inaccettabili in un paese che è stato il primo al mondo a eliminare le classi differenziali. L’inclusione non è solo un vantaggio per la persona svantaggiata, ma è utile anche per quella normodotata, che ha l’opportunità di venire a contatto con una realtà differente“.
Articolo di Manuel Tartaglia