L’Anmil stila una classifica dell’accessibilità in Italia, con risultati tra il sorprendente e lo sconfortante
Si dice che gli esami non finiscano mai e in effetti così devono pensarla all’Anmil (Associazione Italiana Mutilati e Invalidi del Lavoro). L’associazione, infatti, ha puntato i riflettori sui capoluoghi di provincia italiani. Materia d’esame: l’accessibilità. Commissione esaminatrice: gli oltre 400mila iscritti e le sedi regionali Anmil sparsi in tutto il territorio dello Stivale. Grazie ai voti di questo nutrito stuolo di esaminatori, sono state infine compilate le pagelle dell’accessibilità in Italia. Questa indagine preliminare anticipa uno studio più approfondito che verrà realizzato in collaborazione con la Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).
Esaminiamo, dunque, la pagella dell’accessibilità. Sono 106 le province prese in considerazione, disposte in una classifica che parte dalle città più virtuose fino a quelle definitivamente bocciate. I voti assegnati vanno dall’1 al 10, proprio come a scuola. Ebbene, dietro alla lavagna – quindi in fondo alla classifica – troviamo Como, Cuneo, Enna e Lecco, che non hanno ottenuto nemmeno un punto. Agrigento, Campobasso e L’Aquila sono leggermente più su, con un misero 2. Non se la passa affatto bene Roma, ferma al novantunesimo posto con 4 punti. La prima sufficienza arriva al quarantasettesimo posto con la provincia di Udine. I primi quattro posti, parimerito, sono occupati da Cremona, Ferrara, Siracusa e Torino, che hanno ottenuto 8 punti ciascuna.
Amara constatazione, a nessuna città vengono assegnati 9 o 10 punti, il che lascia intuire che gli italiani con disabilità hanno una percezione del proprio territorio tutt’altro che soddisfacente.
Per chi volesse sbirciare tra i risultati dell’indagine dell’Anmil, a questo indirizzo è possibile scaricare la pagella in formato Word.
Articolo di Manuel Tartaglia