Nura Ferraretto e Melissa Reggiannini sono due studentesse di Padova del corso di Psicologia. Insieme ad altri colleghi hanno partecipato a un progetto dal titolo “Io non riesco a passare”. Sono loro a raccontarci come è nata l’idea di realizzarlo: “Il nostro professore Alessio Vieno, nel corso di Psicologia di Comunità, ci ha proposto di realizzare un progetto su una tematica significativa per noi ma anche per la comunità. Noi abbiamo deciso di lavorare sulla tematica della disabilità e delle barriere architettoniche perché ci sembra un argomento attuale e preso in considerazione solo limitatamente”.
Il progetto si è svolto nel centro di Padova, nonostante il gruppo di studenti coinvolti, una decina in tutto, provenissero da diverse città. Si è optato per un luogo comune in quanto sede dell’università che frequentano. Dall’indagine che i ragazzi hanno svolto in loco, le sorprese negative non sono mancate: “Ci siamo resi conto che, anche in una bellissima piazza come Prato della Valle, ci sono degli impedimenti, ci siano delle difficoltà per accedervi come le salite abbastanza ripide e con i ciottoli, che per un disabile in carrozzina sono particolarmente difficili da superare. Infatti, fermando e coinvolgendo alcuni passanti, abbiamo notato che loro stessi si rendevano conto che c’è una difficoltà. Difficoltà che riscontriamo anche nella zona universitaria, quindi zona di accesso comune e frequente di tutti.
In che modo avete coinvolto i passanti?
“Ci siamo piazzati in alcune zone del centro con una sedia a rotelle che avevamo in dotazione, abbiamo fermato i passanti e gli abbiamo chiesto di percorrere un pezzo di strada che per noi era difficile da percorrere in carrozzina ed abbiamo visto che loro si sono veramente immedesimati. Alla fine del percorso, solitamente ci si fermava anche a parlare del nostro progetto, delle difficoltà riscontrate e in generale abbiamo trovato molta partecipazione e anche supporto da parte di chi fermavamo e questa è una cosa che almeno ideologicamente ci piace, ci piace molto!”.
Quali prospettive apre il progetto “Io non riesco a passare”?
“Diciamo che nostra prospettiva più grande sarebbe quella di poter parlare col sindaco per mostrargli il nostro lavoro e per capire con lui, visto che è colui che può effettivamente far qualcosa, se c’è la possibilità di toglierle o per lo meno ridurle queste barriere architettoniche. Questo sarebbe per noi il massimo sviluppo del nostro progetto”.
Gli studenti coinvolti hanno creato anche una pagina Facebook che si chiama “Barriere architettoniche di Padova”, in modo da creare una piattaforma comune in cui tutti possano comunicare problemi di accessibilità e ricevere informazioni.
Articolo di Giuseppe Franchina