Una donna con una grave disabilità viene discriminata proprio da chi ha giurato “di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute”
Tania Bocchino, donna con Sma (acronimo inglese di Atrofia Muscolare Spinale), abita in una cittadina in provincia di Torino e si muove con una carrozzina elettronica. La sua patologia, essendo degenerativa (cioè peggiora col passare del tempo), l’ha portata, pian piano, a dover usufruire di un ventilatore polmonare per diverse ore al giorno.
La signora con disabilità, dunque, entra a pieno titolo nella categoria degli individui definiti “fragili”. Per questo motivo, appena è stata comunicata dalla Regione Piemonte la possibilità di prenotarsi per l’inoculazione del vaccino contro SARS-CoV-2, la Bocchino ha velocemente provveduto a chiamare, come da prassi subalpina, il suo medico curante ricevendo un’inaspettata replica: “Il 15 marzo – primo giorno in cui, secondo quanto decretato Regione Piemonte, sarebbe stato possibile effettuare le preadesioni per la campagna vaccinale contro la COVID-19 – ho telefonato al mio medico curante e mi sono sentita dire che noi (leggi disabili) non dovremmo essere vaccinati prima dei lavoratori cosiddetti utili allo Stato”.
Ipotizzando un fraintendimento fra le parti, la signora Tania ha fatto le sue rimostranze alla dottoressa: “Dapprima ho avvertito un forte senso di smarrimento – ci racconta – e poi ho prontamente replicato, chiedendo spiegazioni. Tuttavia, lei non solo ha confermato la sua affermazione, ma ha rincarato la dose suggerendomi di cambiare medico qualora mi fossi sentita a disagio con la sua convinzione”.
A nulla sono serviti i tentativi della signora con disabilità di placare gli animi: “Per cercare di calmare le acque, le ho proposto di risentirci in un momento in cui fosse più tranquilla, ma per tutta risposta mi sono sentita urlare le stesse affermazioni di cui sopra: ‘Se non vaccinano prima gli operai e i lavoratori utili, il nostro Paese si rovescerà su se stesso!’”.
Inevitabile la conclusione della faccenda: “Naturalmente, ho cambiato medico”.
Ad oggi, sappiamo che la signora Bocchino ha preaderito alla campagna vaccinale della Regione Piemonte (il suo nome è stato inserito in una lista di beneficiari dell’inoculazione), ma ancora non è in suo possesso una data per l’effettiva somministrazione del vaccino anti COVID-19.
(Giuseppe Franchina)