Il Concerto del Primo Maggio è il più grande evento gratuito di musica dal vivo in Italia. Nato nel 1990, l’evento è promosso da CGIL, CISL, UIL e viene organizzato annualmente in Piazza San Giovanni in Laterano a Roma richiamando centinaia di migliaia di spettatori. Come ogni anno, la manifestazione ha aperto lanciando un messaggio sociale importante: più considerazione per il mondo del lavoro è un pensiero rivolto alla recente situazione che ha visto coinvolgo Giulio Regeni chiedendo giustizia e libertà in merito al suo caso, situazione condivisa anche a Taranto; sul palco della kermesse pugliese sono intervenute le madri di Federico Aldovarandi e Vittorio Arrigoni: “Siamo state chiamate perché in questi anni abbiamo lottato. Siamo state impegnate con tutta la nostra forza per pretendere dallo Stato chiarezza e giustizia. Pretendere istituzioni pulite”.
ACCESSIBILITÀ – Durante il sopralluogo pre evento, abbiamo potuto constatare con tutta tranquillità e la precisione del caso il livello di accessibilità del Concertone: tralasciando i sampientrini – dovuti alla conformazione della città romana -, troviamo una cura ed una particolare attenzione per le persone con disabilità. Secondo le informazioni raccolte da un anonimo organizzatore della kermesse musicale, è stata messa a disposizione un’area specifica che permette alle persone con disabilità di assistere al concerto di Piazza San Giovanni. Ci si può arrivare in due modi: o parcheggiando nella piazza adiacente riservata ai disabili, o arrivando con la propria vettura a ridosso dello spazio preposto. In questo modo è garantita una piena fruibilità della manifestazione. Anche dal punto di vista igienico la situazione è ottimale. Sono stati adibite delle toilette per persone con disabilità. Non si può dire altrettanto degli esercizi commerciali limitrofi alla piazza. Restando in tema di lavoro, per gli addetti alla comunicazione è stata allestita una zona stampa dove anche i giornalisti con disabilità hanno potuto tranquillamente svolgere il proprio lavoro.
MUSICA E LAVORO – Anche quest’anno, il palco della kermesse musicale ha ospitato artisti di vari generi musicali, dai più noti ai meno noti del panorama nazionale italiano. L’evento ha aperto le danze con 1MNext, contest di musica emergente, che ha visto sfidarsi tra loro la Banda del Pozzo, il Geometra Mangoni (vincitore del concorso) e la Banda Rulli Frulli. Quest’ultima è una realtà abbastanza particolare, composta da 68 elementi che vanno dagli 8 ai 30 anni, con 15 ragazzi disabili. “Noi facciamo un discorso complessivo di inserimento sociale” – spiega Roberto Pignatti, Presidente della Fondazione Scuola di Musica Carlo e Guglielmo Andreoli, luogo dove la banda ha avuto origine – “Per noi l’integrazione è un mantra che abbiamo dal 1995, che riguarda sia insegnati che ragazzi. E, a proposito di lavoro, noi abbiamo 22 docenti assunti a tempo indeterminato, perché riteniamo che il valore del lavoro stabile sia indispensabile”.
Il tema del lavoro torna prepotentemente attorno la figura dell’artista, quel musicista che, in un pregiudizio tutto italiano, viene etichettato come il menestrello che non produce un’attività sufficientemente retributiva. Diversi sono stati i protagonisti del Primo Maggio che si sono espressi in merito a questo argomento, tra cui Miele, una delle giovani scoperte della recente edizione di Sanremo, la quale ricorda che “bisogna considerare ogni forma di lavoro con dignità. Anche per un musicista questa cosa è difficile, e quindi spero che tutte le categorie vengano tutelate nella stessa maniera”. Gli fa eco Matteo Gabbanelli, cantante dei KuTso e, sul palco di Piazza San Giovanni in Laterano, insieme alla Med Free Orkestra: “Le persone non sono abituate a pensare a chi suona come a qualcuno che sta lavorando. Invece il musicista è peggio di un lavoratore – a parte la fatica fisica che, ovviamente, non sarà mai come quella del muratore -, perché lavora ma viene sottopagato, quando viene pagato”. Segue il commento di Maldestro: “Gli artisti sono sempre stati precari, però noi siamo fortunati perché facciamo quello che amiamo. In questo contesto darei priorità a chi sta nelle miniere, sulle impalcature, a chi lavora in fabbrica. Dobbiamo parlare di lavoro per chi si spacca la schiena”. Cristiano Godano dei Marlene Kuntz è dello stesso parere: “Il nostro è un lavoro privilegiato, siamo svincolati dagli orari degli uffici, dalla quotidianità, non timbriamo cartellini. Però quand’è il nostro momento, siamo persone che magari stanno dodici ore sul pezzo. L’etica del lavoro la conosciamo molto bene”. Invece il rapper Coez introduce un’altra componente: “Chiaramente ci sono delle fasi che mi piacciono e altre che mi fanno capire effettivamente la dimensione del mio lavoro: scadenze da rispettare, il rapporto con le case discografiche, la parte manageriale. È bello suonare di fronte a tanta gente, a volte però può portare a molto stress, soprattutto quando non sei abituato”. Andrea Mirò osserva la tematica da un altro punto di vista: “Ci vuole mestiere, devi trovare il tuo metodo, devi darti degli obiettivi e cercare di raggiungerli. Ogni giorno è strutturato in questo modo, non si può pensare che un testo ti venga dalla calata delle nove muse di notte. Succede anche quello, ma è un’eccezionalità. Se persegui la strada della tua identità, devi cercare il modo e le parole che parlino di te, non puoi solo pensare di raccattare qualche frase dal web o citazione”. Santino Cardamore invece aggiunge un’altra caratteristica: “Il tuo guadagno si basa sulla popolarità. Questo ci permette di lavorare”. Tommaso Paradiso dei TheGiornalisti riassume l’importanza di questa giornata in un concetto chiaro: “Non ho mai festeggiato le feste in maniera particolare, però celebro questa festività, perché per me le uniche cose che contano sono l’amore e il lavoro“.
Simile condizione culturale la vivono gli attori. A tal proposito, Paolo Rossi afferma come una volta “c’erano molti più spettacoli dal vivo, non occorreva diventare famosi per lavorare. Oggi invece penso che bisogna reinventarsi qualcosa”. Anche Francesco Mandelli, sul palco insieme ai TheGiornalisti, ha dato un quadro d’insieme del mondo dello spettacolo legato alle nuove realtà del web: “Il nostro è un lavoro che va preso molto seriamente. Oggi si fa molto a livello amatoriale, che è giusto che esista, ma c’è molta differenza rispetto a quando ho cominciato io con MTV, dove lavoravi per un network e avevi dei registi che ti facevano imparare un mestiere. Invece con Youtube la situazione è cambiata, non impari un vero e proprio metodo. Solo alcuni di questi poi diventano dei professionisti”.
SIAE E NUOVI COMPETITORS – Il mercato del lavoro è un altro argomento al centro della giornata. Quando ci riferiamo ai cantanti ed ai musicisti, il pensiero va al monopolio della Siae, sempre più in bilico a causa dell’entrata di nuovi players – soprattutto stranieri – che propongono offerte di ampio respiro. Tommaso Cerasuolo, voce dei Perturbazione, vede nell’assenza del monopolio “una cosa buona. Questo non vuol dire che la Siae sia il male, ma le novità possono migliorare il nostro lavoro. Il diritto d’autore si deve adattare al mondo che cambia, bisogna capire come tutelarlo rispetto al presente. Per portare avanti tale cambiamento però ti devi sporcare le mani, e studiare quelle che sono le regole del mercato”. Anche il manager dei Fanfara di Tirana vede nei tempi che cambiano una prospettiva positiva: “Finalmente il monopolio della Siae non è più quello di una volta. Ben venga la concorrenza delle altre società che possano gestire i diritti d’autore dei musicisti”. Segue Eugenio Bennato: “Il monopolio della Siae ha grandi problemi, quindi è un bene che ci sia la presenza di altre organizzazioni che vanno un po’ a scalfire questo strapotere”. Roberto Angelini invece traccia un’importante differenza: “Se hai vent’anni, fai bene a scegliere un’alternativa alla Siae. Ma se già stai lavorando da un po’ di tempo in questo mondo, per quanto sia intricato capire i linguaggi burocratici e fuori dal tempo, non conviene. Se qualcun altro arriva sul mercato e con grande chiarezza mi dice quanto guadagno, allora questo è il futuro, ed io spero che prendano sempre più piede”. Bea della Gaudaz Band è dello stesso avviso: “Ogni artista deve seguire quello che pensa sia giusto. Ci sarà sempre una nuova realtà, c’è chi sceglierà la vecchia o la nuova strada. L’importante è che tutto sia fatto alla luce del sole e con il rispetto di chi lavora nel campo della musica e degli artisti”. Anche la Med Free Orkestra vede nella rottura del monopolio una possibilità: “È sempre positivo quando il mercato si apre. Laddove c’è più scelta, c’è la possibilità di concorrere. Nel mondo moderno funziona così”.
Ormai è palese quanto il Primo Maggio a Roma debba considerarsi esclusivamente una vetrina musicale, dove ogni artista rivendica con ardore il suo essere. Non sempre vi riesce, infatti abbastanza spesso nelle ultime edizioni del concerto notiamo quanto alcuni cantautori si sottraggano troppo facilmente alle interviste poiché le major discografiche impongono certi diktat, quindi costa caro lasciare persino un commento. Così assistiamo – abbastanza frequentemente – ad una comparsata di alcuni big (chiedere a Tiromancino, Gazzè e Zilli) che preferiscono arrivare e svolgere il loro compitino musicale senza, però, passare dalla stampa. Perché? Forse si è persa quell’identità comunitaria e perentoria che in passato veniva ostentata? “Libertà è partecipazione”, cantava Gaber. Troppo poca da parte degli artisti serali, che forse – a differenza di chi si è esibito nel pomeriggio – pensano che Piazza San Giovanni sia un piano bar piuttosto che un luogo d’incontro e scambio di idee, perciò hanno preferito cantare col motore della macchina acceso nel retropalco così da sgattaiolare via a fine performance senza rilasciare dichiarazioni. Continuerà molto l’iter secondo cui la forza delle etichette annienta il peso delle parole? “Lo scopriremo solo vivendo”, per citare un altro grande artista e cantautore.
Articolo di Andrea Desideri e Angelo Andrea Vegliante
———————————————————————————————————————————————–
Galleria fotografica dell’evento
———————————————————————————————————————————————–
Nei prossimi giorni verranno resi disponibili tutti i podcast delle interviste ai protagonisti del Concerto del Primo Maggio.