In Italia lo sport più diffuso è il calcio. Ogni quotidiano, televisione, radio e blog dedica ampio spazio al panorama calcistico, con enormi approfondimenti, lunghe interviste e canali dedicati. Questa disciplina sportiva è amata da tutti, anche da chi non può praticarla. Di recente però ha cominciato a diffondersi la possibilità di far giocare a pallone anche le persone con disabilità.
Il Powerchair Football infatti è uno sport simile al calcio – con qualche contaminazione dal mondo del basket – che noi tutti conosciamo, solo con qualche particolarità in più: ad esempio il pallone misura 13 pollici, insieme a diverse regole di base che differiscono da quelle del calcio. Per poter formare una squadra basta avere 6 giocatori, di cui solo 4 scendono in campo (incluso il portiere). Non esiste il fuorigioco e le misure del campo sono quelle da pallacanestro, perciò è consigliabile giocare all’interno di palestre e/o palazzetti. Gli atleti sono su carrozzine elettriche, le quali non possono superare la velocità di 10 km/h durante lo svolgimento del match; inoltre devono essere dotate di guardfoot, una sorta di piccolo fascione che consente ai giocatore di condurre e colpire il pallone. La durata della partita è di 40 minuti, giocabili in due tempi da 20 minuti. Una delle caratteristiche sociali di questo sport però non è solo l’abbattimento delle barriere architettoniche per le persone con disabilità: questa disciplina infatti è aperta sia a uomini che a donne di ogni età – già ai 14 anni si può praticare il Powerchair Football, arrivando fino ai 50-55.
Storia alla mano, questa disciplina sportiva nasce nel 1978 in Francia, dove viene creato il calcio su carrozzina elettrica per persone con gravi disabilità motorie. Successivamente viene importato dal Canada, che ne sviluppa le metodologie, arrivando a creare il Power soccer, che troverà diffusione negli Usa, nel Giappone e in alcuni paesi europei. Ma nel 2005 si registra una svolta a livello mondiale: in Portogallo, insieme a Usa, Canada, Giappone e Inghilterra, viene firmato un accordo che istituisce il Calcio Internazionale Powerchair Football. Nel 2007 a Tokyo si svolge il primo campionato del mondo di questo sport: parteciparono Giappone, Usa, Belgio, Inghilterra, Danimarca, Portogallo, Francia. La Coppa del Mondo fu vinta dagli statunitensi, vittoriosi in finale ai calci di rigore sui francesi.
Nel nostro paese questo sport non registra una grande diffusione ma sta lentamente prendendo piede. Ma c’è chi sta lottando per cambiare questa situazione: ad esempio la Sport&Smile Eventi Sportivi di Montelupone di Diego D’Artagnan si sta impegnando per portare alla ribalta questa disciplina sportiva che unisce in sé integrazione e abbattimento delle barriere. E i risultati sono infatti arrivati, tant’è che da non molto esiste una squadra nazionale di powerchair football, capitanata dallo stesso D’Artagnan.
Ogni giorno apriamo i giornali più famosi e leggiamo i soliti nomi. Chissà che un domani, accanto ai campioni che animano le domeniche pomeriggio degli italiani, non troveremo i giocatori di powerchair football…