Pierdavide Carone, cantautore italiano conosciuto inizialmente per aver partecipato alla nona edizione di “Amici” – il talent show della De Filippi, riparte da “Sole per sempre” dopo aver calcato importanti palcoscenici e collaborato come autore in diversi progetti discografici (“Per tutte le volte che”, interpretata da Valerio Scanu, vince il Festival di Sanremo 2010). Inoltre, Carone ha lavorato con Lucio Dalla, che gli ha prodotto il suo terzo album “Nanì e altri racconti”, con cui nel 2012 arriva sul palco dell’Ariston presentando l’omonimo singolo “Nanì”. A FinestrAperta racconta come nasce e si evolve il suo ultimo lavoro discografico che inizia a prendere forma, nel frattempo il suo tour di concerti – partito il 21 aprile – proseguirà per tutta l’estate e lo vedrà ospite dei più prestigiosi festival e delle piazze italiane più importanti (trovate tutti gli aggiornamenti e le date sui social ufficiali dell’artista).
Il tuo nuovo singolo parla del tempo, quando dici ”Il tempo accorcia la memoria delle coscienze” cosa intendi? E’ più un’esortazione al futuro o un rimpianto dei tempi passati?
In realtà è la parte rischiosa del tempo, quando l’essere umano subisce il tempo, rischia di non lasciar traccia di sé, mentre se “aggredisci” il tempo, questo diventerà tuo amico e ti consacrerà verso l’eternità. Verso il sole per sempre tanto auspicato.
Parli anche del rapporto col pubblico sul palco, come vivi ogni concerto? Hai qualche rito particolare prima di entrare in scena ed esibirti?
Di solito preferisco dedicarmi a foto o autografi di rito dopo il concerto, quando la tensione e l’adrenalina da live iniziano a scemare; prima, invece, preferisco stare da solo. Al buio. Chiudere gli occhi e respirare in modo circolare, così da poter “visualizzare” lo spettacolo prima ancora di salire sul palco. E’ un buon modo per controllarsi, raccogliere energie e soprattutto non mandare l’adrenalina in overload.
Questo singolo anticipa il tuo nuovo album che è in fase di lavorazione: puoi darci qualche anticipazione sul progetto?
Sarà un disco che troverà nei testi e nelle tematiche il principio di continuità rispetto ai tre dischi precedenti, mentre sarà nell’uso dei suoni e dell’armonia che il pubblico potrà scorgere delle divergenze col passato, anche perché per un artista è importante essere in costante evoluzione, pur mantenendo uno stato di coerenza.
Quali sono le tue influenze musicali?
I Beatles, e in particolar modo John Lennon, hanno sancito che io avrei fatto questo nelle vita. Poi ho scoperto l’istrionismo di Renato Zero: è stato il primo concerto a cui abbia mai assistito. Avevo circa undici anni, era il tour di “Amore dopo amore”, fu meraviglioso. In seguito sono arrivati, durante l’ adolescenza, i cantautori e il Rock anni ’70. In particolar modo i Guitar Heroes. Se penso a cosa mi intriga della musica attuale, penso a Coldplay, Muse, Anthony & The Johnson, Fredo Viola, Sigur Ros, Damien Rice e John Mayer.
Tu arrivi dal mondo dei talent: come pensi siano cambiati rispetto a quando vi hai preso parte?
Si sono evoluti. Il mio anno è stato un po’ spartiacque in questo senso, tra la vecchia generazione, più legata agli interpreti o addirittura ai musical, e ciò che è arrivato dopo, con i cantautori, i rapper, le band. C’è un’apertura maggiore.
Ti vedresti nel ruolo di coach o giudice (qualora te lo proponessero)?
Sì, mi piacerebbe molto. Spero possa capitare l’occasione, chissà…
Ti sei esibito anche nei teatri, meglio o peggio degli stadi o piazze? Perché?
Credo che ognuno abbia la sua casa prediletta, in base alle proprie inclinazioni artistiche, per quanto io sia nato nelle piazze e adoro farle, tanto che adesso ci sono tornato in tour, il teatro forse si addice di più alle mie canzoni.
Cambieresti la tua cifra stilistica e/o genere per arrivare ad altri tipi di pubblico? Se sì, in che modo?
Magari amplierei la mia gamma compositiva, non solo per il pubblico, ma anche per una crescita e curiosità personale. L’importante è non snaturarsi mai o dimenticarsi chi si è e da dove si viene.
Oggi la figura del cantautore fa difficoltà ad emergere, cosa consiglieresti ad un artista alle prime esperienze?
Di scrivere, scrivere, scrivere e avere il coraggio di proporre le proprie canzoni. Quando ero sia nei Whiskey e Cedro prima che nei Terraross poi, alle canzoni già famose che servivano per attirare il pubblico, abbiamo sempre cercato di affiancare la nostra musica – quanto più possibile – perché è da ciò che viene di proprio pugno che un artista può fare davvero la differenza.
Come mai anche la musica d’autore comincia a strizzare l’occhio all’elettronica e al Pop?
Beh, credo sia un discorso che parte da più lontano anche se, magari, ha raggiunto l’apice adesso. Se penso a “Ciao” di Lucio Dalla o ai primi lavori di Alex Britti, c’era già una forte matrice elettronica che si accostava al clarino di Lucio o alla chitarra acustica di Alex. Anche io ora mi sto cimentando saltuariamente a episodi più elettronici, tipo “Il filo”.
Meglio Siae o Soundreef, come ti poni in merito alla questione?
La concorrenza non può far altro che migliorare il lavoro di ognuno di noi, non sono mai per i monopoli assoluti.
Hai lavorato con Lucio Dalla, ci parli del tuo rapporto con lui?
E’ stato un rapporto sincero, diretto, personale, d’affetto, magari a volte teso, perché lui era molto esigente ed io quando sono in studio e so quello che voglio mi intestardisco anche se ti chiami Lucio Dalla! Però ci siamo voluti bene e stimati molto.
La cosa che non vorresti mai fare da cantante.
Un Musicarello stile anni ‘60!!!
Sanremo: lo rifaresti? Come solista o sempre con qualcuno, eventualmente?
Mi piacerebbe rifarlo, è la vetrina musicale per eccellenza qui in Italia, avendolo fatto una volta come autore e una volta coadiuvato da un mostro sacro della musica italiana, penso di essere pronto ad andarci da solo.
Un tuo collega con cui vorresti lavorare; perché?
Paul McCartney perché è Dio, ma non ho il suo numero di telefono!!!
Dicci qualcosa in più su i tuoi impegni futuri.
Sono impegnato su più fronti: la promozione di “Sole per sempre”, il tour che continuerà fino a settembre e forse anche oltre e soprattutto sto realizzando gli altri pezzi dell’album, di cui a settembre avremo un’altra anteprima dopo “Sole per sempre”.
Articolo di Andrea Desideri