Uno degli ospiti più interessanti ai soggiorni estivi della UILDM di Genova è Paolo Paoletti, cinquantasei anni, scrittore, viaggiatore, innamorato della vita e dell’amore. Fin da piccolo ha convissuto con la distrofia muscolare di Duchenne. La malattia non gli ha tolto la voglia di vivere, sognare e affermarsi. È appassionato di musica, film, scrittura e viaggi. Grazie ad un camper attrezzato, riesce a viaggiare e ha visitato mezza Europa. Qui alcuni suoi pensieri sparsi, legati al Soggiorno della UILDM di Genova a Bordighera.
Quattro-cinque anni fa, ho iniziato a scrivere un libro dal titolo “Giulia“, sarebbe la storia di una ragazza di vent’anni che si ritrova per la prima volta a Bordighera. Ci arriva per caso, spinta a calci dalla sua migliore amica a fare quest’esperienza di volontariato. Lei non sopporta i disabili, li chiama “sfigati”. Il mio tentativo sarebbe di raccontare quello che noi viviamo in questa vacanza attraverso gli occhi di questa particolare ragazza. Vorrei narrare le sensazioni, le emozioni, gli aneddoti e sopratutto le persone che vivono questa meravigliosa avventura! Spero, in tempi brevi, di realizzare questo racconto che vorrebbe essere un tributo a quanto noi viviamo in quest’oasi felice”.
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Questo, per me, è stato un anno particolare perché ritornavo, dopo un anno di assenza; inoltre non ero in pace con me stesso. Però, giorno dopo giorno, ho iniziato a stare sempre meglio. Per me Bordighera è una terapia psicologica che mi carica di energia per affrontare l’anno. Ho conosciuto pochi giorni fa persone molto belle, tra le quali Flavia, Francesca, Veronica, Michela, Nicola, Daniele e tanti altri. Ho rivisto vecchi amici ed ho potuto parlare con persone splendide come Giuliana, Mariarosa ed Elisa. Ho rivisto amici come Antonella, Maurizia, Mario e Futura. Ho potuto parlare con Bruno, persona splendida. Purtroppo non ho potuto farmi stracciare a scacchi da Walter. Vorrei poter ringraziare i capiturno, tra i quali la mia adorata Loana e Martina”.
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Grazie anche ai bagnini ed ai cuochi, alle signore che fanno le pulizie. Dino sempre presente. E Carlo, Angelo e mia sorella, che senza di loro avrei dovuto rinunciare a questa meraviglia e sopratutto Mariuccia, che si dà tanto da fare durante l’anno per permettere tutto questo!”.
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Ho incontrato qualche giorno fa per la prima volta la mitica Mariarosa che, in tutti questi anni, non avevo conosciuto. È una splendida persona di ottantotto anni con una affascinante vita alle spalle. Pensate, si è vestita bene per venirmi a trovare come se fossi un vip. Mi ha fatto un sacco di complimenti e mi ha messo in imbarazzo dicendomi che ero un angelo! È stato un pomeriggio molto bello e ringrazio Carlo per aver permesso questo incontro”.
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Le cose che dirò saranno molto più intime in questo post. Una parte dell’uomo che sono, senza Bordighera non sarebbe esistita. Con Maurizia e Walter siamo i più vecchi ospiti di Bordighera. Iniziai a diciannove anni a Savona. Ho gioito, sofferto e amato in questo posto bellissimo. Ricordo tante persone, ricordo l’omertà di non raccontarci le cose. E come soffrivo quando mi raccontavano una palla per dirmi che Tizio e Caio non erano venuti percé avevano preferito andare da un’altra parte. Ma la cosa atroce è che erano morti. Cercavano di proteggerci, è ovvio, ma io non volevo protezione, io volevo sincerità. Ricordo anche quella ragazza che si è chiusa con me in bagno al secondo piano ed io come un idiota non ho capito che voleva che la baciassi. Quanti episodi potrei raccontarvi! Una sera stavo male per la donna che amavo, allora ho spalancato la finestra e ho guardato: una meravigliosa luna e il rumore del mare mi avevano tranquillizzato. Amo questo posto, che è parte della mia vita. Non ci sono parole per esprimere quello che sento dentro al mio cuore. Posso solo dire grazie Bordighera!”.
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Maledetta malinconia! Mi sento malinconico quando torno da Bordighera. Questa canzone dei Pink Floyd è dedicata ad una persona, personalmente la dedicherei ad un posto che voi tutti bene conoscete. Mi manca quel mare, quella spiaggia, quell’albero, quei muri, quell’ascensore e quelle finestre, da cui si vede un panorama meraviglioso. Ho nostalgia delle persone che ho lasciato pochi giorni fa, delle chiacchierate, delle risate e della serenità e felicità che porta benessere!”.