Durante la preparazione della trasmissione di Radio FinestrAperta, Roba da Servizio Civile, un nostro redattore raccoglie idee e informazioni sui personaggi di cui si parlerà: Aldo Moro e Peppino Impastato. Due figure legate da ben più che una semplice ricorrenza sul calendario. Ed ecco che, parlando tra sé e sé, i suoi pensieri prendono forma di parole.
Dai, Massimo, sono due personaggi diversi in tutto, tranne per la data della loro morte. Certo sono Aldo Moro e Peppino Impastato.
No, dai…! Mica vorrai fare il solito pezzo equidistante che in fondo ci dice che moriremo tutti democristiani?
Però è affascinate l’idea che la numerologia o, che ne so, la cabala della storia ci costringa a tenere insieme ciò che sembra separato.
Ma in fondo non è quello che dici da anni nelle aule quando fai formazione ai giovani del Servizio Civile? Quando gli tiri giù tutta quella roba “sull’inefficacia del pensiero dualistico cartesiano” e ci carichi sopra quel paradigma della complessità che ti piace tanto, che tiene insieme ciò che è diverso, spesso contraddittorio… alludendo a Morin e Bateson. E magari gli fai credere che hai letto pure Wittgenstein e l’hai pure capito. Ma poi che ne sanno i ventenni di oggi di Wittgenstein.
Vabbè, non è che invece con Morin e Bateson ci fanno l’aperitivo i venerdì sera.
Però almeno dovrebbero sapere chi erano, ’sti due morti ammazzati, se no è finita. Se dovessero credere che l’orizzonte politico e culturale inizia e finisce con Berlusconi, Renzi, Di Maio e Salvini…!
Se dovessero pensa’ che davvero questo è stato o è un paese democratico, veramente libero.
No, perché all’epoca, in Italia, chiunque tu fossi o il più importante e potente uomo dentro il Sistema al centro del potere politico Italiano, oppure un ragazzo ribelle fuori dal Sistema nella periferia del Sud Italia, se toccavi alcuni interessi che scombinavano i disegni geopolitici e mafiosi, volendo cambiare i rapporti di potere in termini più democratici e di giustizia sociale, venivi ammazzato.
Moro, Presidente della Democrazia Cristiana che stava per siglare il compromesso storico tra la DC e il PCI di Berlinguer, fu materialmente ucciso dalle Brigate Rosse, dopo un sequestro durato cinquantacinque giorni drammatici e folli che hanno fermato l’Italia e il secondo, Peppino Impastato di Cinisi in provincia di Palermo, ucciso dal capo di Cosa Nostra, Gaetano Badalamenti, bersaglio preferito delle trasmissioni di Radio Aut, la radio di Peppino dove denunciava crimini, affari e connivenze.
Due personaggi lasciati soli, che hanno lottato in maniera diversa negli anni di piombo contro la Mafia e il Terrorismo. Dietro la loro morte vi sono ancora tanti misteri irrisolti.
Su Moro dopo cinque processi e numerose commissioni parlamentari, emergono ancora tante chiavi di lettura: dalla teoria che le Brigate Rosse fossero eterodirette da CIA o dal KGB (che in piena guerra fredda mal digerivano il compromesso storico tra DC e PCI) alla congiura interna alla Democrazia Cristiana, dalla ‘ndrangheta allo zampino dei servizi segreti deviati. Tanti e troppi fatti non tornano.
Anche le indagini sulla morte di Peppino Impastato sono piene di bugie e depistaggi e solo dopo venticinque anni, grazie alla determinazione della mamma Felicia e del fratello Giovanni, vengono condannati i colpevoli: don Tano Badalamenti e il suo vice Vito Palazzolo.
Ma in trasmissione sarebbe bello se di Aldo Moro parlasse qualcuno che l’ha studiato e si sente vicino alla sua storia politica… Forse posso sentire Giorgio Benigni, che fece l’obiettore di coscienza qui in UILDM quasi vent’anni fa… E a parte quel problema con la sua reflex e i Carabinieri mentre manifestavamo durante il G8 di Genova, è sempre stato uno studioso appassionato della storia della Democrazia Cristiana.
Su Peppino Impastato, invece, ci viene facile e comunque possiamo chiamare Claudia Alongi di Libera e Anguillara Bene Comune. Con loro ogni anno facciamo Cento Passi.
Magari chiamo Edoardo e gliene parlo.
Massimo Guitarrini