Quando guardiamo le Olimpiadi e le Paralimpiadi pensiamo spesso alle caratteristiche più importanti del mondo dello sport: lealtà, partecipazione, integrazione, unione, impegno, volontà, passione. O meglio, pensiamo a quali potrebbero essere. Purtroppo molte notizie sportive portano alla luce vicende legate al doping, alla frode ed a diversi illeciti. Ancora ad oggi si scrivono pagine di sport con inchiostro molto scuro. Ma dalle Paralimpiadi di Sidney 2000 qualcosa è cambiato.
Le Paralimpiadi – che si svolgono successivamente alle Olimpiadi – stanno avendo sempre maggiore visibilità mediatica. Molti ormai sono i personaggi noti che – in televisione e anche su Internet – si ritagliano una loro fetta di successo, volta anche a diffondere la disciplina per cui gareggiano (vedi ad esempio Alex Zanardi, Giusy Versace e, in tempi decisamente migliori, Oscar Pistorius).
L’importanza delle Paralimpiadi dunque risiede nella sua diffusione mediatica e mediata da diversi personaggi simbolo, come ogni altro sport che si rispetti. Nella cultura moderna però non viene concesso molto spazio alle notizie sportive riguardanti la disabilà – vuoi per poca attenzione, vuoi per poco interesse legato al business – con il rischio che molte discipline sportive rimangano nascoste, perse nel dimenticatoio. E per i ragazzi con disabilità, con il desiderio di poter praticare un qualsiasi sport, risulta sempre più difficile cercare notizie, informazioni, palestre dedicate ad una determinata disciplina sportiva che possa concedere loro questo privilegio. Il Basket in carrozzina e il Wheelchair Hockey sono le realtà più conosciute in Italia – anche se risulta ancora bassa l’attenzione rivolta a questi sport. Le Paralimpiadi di Londra 2012, però, hanno fatto emergere ancora di più il mondo degli sport per le persone con disabilità. Hanno avvicinato molti e diversi occhi alle discipline che concorrono alla vittoria delle medaglie. Ma anche le Paralimpiadi hanno conosciuto una fase buia della loro storia. Andiamo con ordine.
Anno 2000, Sidney, Australia. La squadra di Basket in carrozzina della Spagna vince l’oro. Vittoria (oltre che sportiva) morale per un paese che negli anni passati ha combattuto per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma l’impatto mediatico di questa vicenda non si fermò alla vittoria. Ci fu uno scandalo, che con il mondo dello sport non ebbe veramente nulla a che fare: il giornalista investigativo Carlos Ribagorda portò alla luce che 10 giocatori su 12 della squadra spagnola non avevano il tipo di disabilità che permettesse loro di partecipare. Il Presidente della Feddi (Federazione spagnola degli sport degli handicappati mentali) lasciò il proprio incarico. Vengono successivamente escluse dai giochi le disabilità intellettive e relazionali. Lo scandalo imperversa, la frode colpisce anche l’animo più puro dello sport: l’onestà. Anche nel Terzo Settore.
Dal 2000 ad oggi però le cose sono nettamente cambiate. Le Paralimpiadi di Londra 2012 hanno avuto un ottimo impatto mediatico e hanno registrato il reintegro di quelle discipline sportive legate alle disabilità intellettive e razionali abolite nel 2000. In un contesto sempre più ampio, i giovani con disabilità stanno sempre più conoscendo il mondo dello sport adatto a loro. Londra 2012 ha dato qualche piccolo e forte colpo per distruggere il muro dell’anonimato.
Il prossimo appuntamento è Rio 2016, in Brasile. Molto però è ancora da fare. Ad esempio, gli atleti con la Sindrome di Down non hanno mai partecipato ai giochi olimpici, sollevando la questione per un loro inserimento nelle discipline sportive. In tempi non sospetti, il Comitato Paralimpico aveva fatto sapere di poter comunicare la decisione di una loro possibile ammissione alle Paralimpiadi tra il 2013 e il 2014, cosa di cui ancora oggi però non si ha conferma. C’è chi ha proposto la creazione dei Trisomy games (Trisomy si riferisce alla trisomia 21), delle Paralimpiadi esclusivamente riservate alle persone affette da Sindrome di Down.
Lo sport è anche questo: evoluzione ogni giorno. Il diritto allo sport, di tutti. Sperando che Rio 2016 registri una nuova evoluzione.