Tutto parte da uno sguardo sul mare, dove passerelle o attrezzi per le persone con disabilità sono assenti nella maggior parte dei casi. E poi, rampe per marciapiedi difficili da valicare, parcheggi riservati le cui strisce sono sbiadite o assenti, cartelli preposti vandalizzati. Si potrebbero riassumere così le problematiche che un cittadino con disabilità di Ostia Lido, uno dei quartieri del X Municipio di Roma Capitale, vive ogni giorno, e ogni qualvolta vorrebbe andare al mare.
Già, perché Ostia Lido è una meta rinomata durante le vacanze estive romane. Non solo per gli abitanti del centro città, ma anche per diversi turisti che scelgono questo litorale come destinazione per le loro ferie. L’itinerario, però, che porta una persona dal parcheggio alla riva del mare non è praticabile per tutti. Una passeggiata mattutina sul lungomare Paolo Toscanelli testimonia quanto detto precedentemente: parcheggi assenti, vandalizzati o occupati da vetture non autorizzate; rampe dislocate lontane, distrutte, mal costruite o limitate dalla presenza di un auto; buche pericolose presenti sui marciapiedi.
FinestrAperta ha raccolto due testimonianza fotografiche in merito. La prima è sul Lungomare Toscanelli 63, dove una Toyota rossa senza contrassegno occupa un parcheggio per persone con disabilità. La seconda all’incrocio tra Viale della Marina e Via Santa Monica, dove due macchine rendono difficoltoso l’uso di una rampa. Insomma, c’è qualcosa che non va, da tempo.
IL MARE
Per questo motivo, abbiamo contattato Antonino Savino, presidente e creatore dell’associazione Il MareDiverso, il cui obiettivo è rendere la spiaggia del litorale romano accessibile a tutti: «Parto da un presupposto – spiega il presidente a FinestrAperta -. Sono quattro anni che sono entrato nel mondo della disabilità e da un anno che sono costretto a stare sulla carrozzina. Abitando a Ostia, quest’anno sono andato al mare e ho visto i soliti chioschetti aperti, ma c’era qualcosa che non andava. Al primo di maggio, iniziata la nuova stagione estiva, sul lato ponente ho visto questi chioschetti non aprire del tutto, ma recintanti e sigillati. Da lì, ho iniziato a informarmi, a chiedere e a domandare. Bene o male, questi chioschi garantivano un minimo di accessibilità verso il mare. Sono venuto a sapere che avevano fatto decadere concessioni e robe varie, con bandi ancora da definire. Da lì è nata la mia idea de Il MareDiverso. Devi sapere che sono padre di un bambino di 8 anni e, avendo tanto tempo libero – non lavoro più -, io lo porto al mare. Però, quest’anno l’ho dovuto portare a un centro estivo, perché senza queste strutture non avevo quel minimo di accessibilità per andare al mare. Da lì, l’idea dell’Associazione e di dedicarci esclusivamente alla creazione di uno stabilimento balneare specifico per le persone con disabilità, con ampie passerelle e tutto quello che serve. Insieme alla mia famiglia, ho iniziato questa battaglia».
In effetti, la realtà mostra gravi problematiche. Per le spiagge libere, le entrate e i percorsi restano difficoltosi, con pedane non idonee all’attraversamento di una carrozzina. Invece, per le spiagge private, il discorso è diverso. Purtroppo non è facile entrarvi liberamente per documentare le diverse realtà del litorale. Ma, anche in base a diverse esperienze, è possibile dare un giudizio. «Dare dei voti? Alla parte pubblica un bellissimo zero – commenta Savino -. Nel settore privato, invece, possiamo dargli un cinque o un sei. Dai, una sufficienza. C’è qualche stabilimento che è leggermente dedicato, qualcuno un po’ meno. Però, nel bene o nel male, l’accessibilità al mare c’è l’hanno quasi tutti. C’è anche da dire che l’accesso e lo stazionamento sulla spiaggia per noi è gratuito, anche a fronte di una pensione d’invalidità irrisoria. Perciò, 25/30 euro per prendere un lettino o altro sono troppi».
Come anticipato prima, il problema non è solo vivere la spiaggia, ma anche arrivarci: cartelli vandalizzati, strisce di demarcazione dei parcheggi riservati quasi scomparse. «C’è un forte abuso in questo – continua il presidente -. Secondo me, dipende anche dalla mancanza di presenza dei vigili urbani, forse a causa del commissariamento del Comune, non lo so. Però prima si vedevano più spesso. Perciò, non essendo tanto presente la forza pubblica… sai, uno davanti a un vigile ci pensa due volte prima di parcheggiare lì. Addirittura, la cosa che io ho segnalato anche al Comune sono i parcheggi riservati dal Faber beach (Lungomare Paolo Toscanelli, 195) fino al Porto Turistico di Ostia (Lungomare Duca degli Abruzzi, 84): sono quasi due chilometri di strada, e sono stati totalmente vandalizzati. Ne sono rimasti solo due. Inoltre, davanti allo stabilimento Anema e Core (Lungo Mare Paolo Toscanelli, 211) ci sono ancora i posti con le strisce sbiadite e un palo che è lì a testimoniare la presenza del cartello – perché esisteva un cartello -, ma ora ci sono dei ristoranti che ci mettono tranquillamente dei secchi della spazzatura». E ancora, non vi sono rampe vicino a quei pochi parcheggi riservati o, se ci sono, sono difficili da utilizzare in autonomia. «Sì, devi passare proprio in mezzo alla strada e salire lateralmente, perché non ti permettono un accesso diretto».
Dunque, cosa si può fare per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito? «Il MareDiverso ha lanciato un’iniziativa, Regala un giorno al mare. Stiamo organizzando dei pulmini idonei per disabili e anziani e li porteremo ad Anzio, dove c’è una spiaggia libera attrezzata. Faremo dei piccoli gruppi di quattro persone, con i loro accompagnatori, e ci facciamo carico di tutte le spese. Creiamo questa iniziativa sicuramente per sensibilizzare la gente. E ci stiamo dando da fare molto sul territorio, come per le passerelle da spiaggia realizzate dal Comune che ormai non sono più idonee (rischi di farti male o di restarci prigioniero). Io voglio essere indipendente nel quotidiano, ma anche in spiaggia voglio la stessa indipendenza. Non vogliamo andare in contestazione, se ci lamentiamo solitamente non succede nulla. Ci siamo messi a disposizione del Comune con Giuliana Di Pillo (delegata per il litorale) per fare un sopralluogo assieme con un delegato del Comune e l’incaricato della ditta, proprio per far vedere le problematiche di queste pedane che vanno risolte. L’iniziativa è stata presa a cuore, ma logicamente c’è la burocrazia che ci ostacola. Per esempio, noi parteciperemo alle gare d’appalto che ci saranno quest’inverno perché vogliamo creare una spiaggia accessibile, e ci sono buone possibilità di prenderla, perché vogliamo fare una cosa trasparente, e il Comune vuole un senso di onestà e fiducia in questo». E pensare che un bagnante con disabilità può portare introiti nelle casse di un gestore. Ma come mai questo sembri non interessare? «Secondo me, il disabile fa brutto. Oggi esiste la spiaggia carina, molto curata, bella da vedere, con tutte queste belle ragazze e questi bei ragazzi, la spiaggia dell’estetismo: il disabile non trova posto. Per un fatto puramente estetico, viene messo da parte».
Come se non bastasse, i mezzi pubblici che passano sul lungomare non sono di grande aiuto. «La maggior parte non hanno la pedana per farci salire. Ci sono delle navette con delle pedane, ma passano molto sporadicamente. Sarebbe da fare un discorso più ampio, in quanto continuano a comprare autobus senza pedane. Non so se lo sai, noi possiamo utilizzare l’NCC per postarci, e possiamo richiedere un rimborso all’azienda per questo. Lo trovo uno spreco di soldi assurdo, perché si potrebbero usare quei fondi per comprare mezzi idonei. Non sono un genio della lampada, però secondo me si potrebbe fare così: in dieci anni ti compri i mezzi accessibili, e in futuro avrai tutto a disposizione».
Quindi, l’obiettivo è creare una spiaggia accessibile che riqualifichi il territorio. Ma quando avrà luce questo progetto? «Mi hanno aperto una finestra per una spiaggetta già per quest’anno, ma la vedo molto dura, la burocrazia è lunga, i fornitori ad agosto vanno in ferie, c’è troppo poco tempo per organizzare il tutto. Magari si riesce a dare già un’accessibilità seria. Sicuramente qualcosa per l’anno prossimo, anche grazie all’aiuto del Comune: alla Sindaca Virginia Raggi sta molto a cuore questa tematica. Preciso che non dico questa per faziosità politica, ma perché due righe in questo senso vanno spese, in quanto si tratta del nostro primo cittadino. Gli aiuti sono benvenuti da tutti, dal Papa fino a Berlusconi. Chiunque venga, e mi fa realizzare questo progetto, è il benvenuto».
IL QUARTIERE
Oltre alle spiagge accessibili, Ostia Lido necessita di nuove politiche sociali in merito alle strade interne, dove anche qui l’accessibilità è molto scarsa: esercizi commerciali con gradini alti, marciapiedi distrutti e rampe impervie. «Anche per una concretezza acquisita nella vita – spiega Savino -, noi non miriamo a troppi obiettivi. Perché quando provi a risolvere tante problematiche insieme, il rischio è che non ne risolvi neanche una. Siamo più settoriali, ci battiamo per il mare accessibile. Intanto partiamo da lì, facciamo i posti auto sul lungomare e poi magari, piano piano, cercheremo anche di dare dei percorsi per andare al mare. Perché, anche su quello, c’è tanto da discutere, per esempio ci sono tanti marciapiedi distrutti. Personalmente, qualche giorno fa, sono andato a fare un giretto vicino al mare. Nel tragitto di ritorno verso casa, ho incontrato due buche: con la prima sono quasi cascato, alla seconda mi sono ‘cappottato’. Mi hanno dovuto raccogliere, tra loro c’erano anche persone anziane con acciacchi. In futuro, ci dedicheremo a fare qualche segnalazioni in merito, magari con qualche denuncia, non per richiedere i danni (perché non mi interessa il rimborso), ma almeno far riparare un pezzettino. Sai, fai una denuncia oggi, ne fai una domani, ne fai una dopodomani… . È una situazione molto pericolosa anche per le mamme col passeggino, per gli anziani che non hanno una buona mobilità».
Eppure, una soluzione in merito ci sarebbe: «Essendo geometra, insieme a mio nipote che lavora nell’ambito legale, stiamo cercando di trovare una formula, una parola giusta, da sottoporre all’attenzione di Paolo Ferrara, presidente della Commissione Attuazione Roma Capitale e Lavori pubblicità e Mobilità. Per farti capire: quando asfaltano le strade, viene fatto un lavoro perimetrale, senza guardare le uscite dalla stessa, creando talvolta quel marciapiede simile a un dosso che, se tu asfalti una o due volte, diventa alto sei centimetri. E parliamo appunto in concordanza magari dell’uscita per la carrozzina, o anche dell’apertura verso un passo carrabile. Basterebbe includere nei Territoriati una formula che accompagni i passaggi con una sfumatura di asfalto, per tutti gli accessi. In questo modo tu non devi neanche fare manutenzione per pareggiare dei lavori successivi. Si tratta di una semplice e piccola variazione».
MAFIA
Il 27 agosto 2015 il Municipio di Ostia è stato sciolto e commissariato per infiltrazioni mafiose. Da allora, ancora non sono state bandite delle elezioni ufficiali, ma ancora vige la nomina del commissario Domenico Vulpiani. La mafia sul litorale romano esiste, e Federica Angeli ne è una testimonianza più viva che mai (tra l’altro, è stata nostra ospite: qui il podcast). Inoltre, recentemente un gestore di uno stabilimento balneare è stato oggetto di violenze di stampo mafioso. Perciò, aprire e gestire un nuovo stabilimento può essere rischioso? «Francamente – chiarisce il presidente de Il MareDiverso -, mi reputo una persona coraggiosa. Non mi spaventa nulla, e forse anche la mia condizione mi porta ad essere molto spavaldo. Guarda, di morire non è che me ne freghi più di tanto. Se mi vogliono sparare o robe simili, io non ho timore di questo. Vado a testa alta e affronto il problema. Sicuramente dietro molte gestioni è stata riscontrata la partecipazione di personaggi discutibili dato il forte interesse economico che può portare un chiosco bar con nolo attrezzature. Sono nate molte cooperative sociali appositamente per partecipare al vecchio bando, ma di sociale avevano solo la ragione sociale. Non punto il dito contro nessuno anche perché le maggiori colpe ricadono sulle vecchie amministrazioni che lo hanno permesso, ancora commissariato per mafia. Sono anche a conoscenza di minacce perpetuate a gestori vari, tanti mi domandano se non ho paura di ciò, ma rispondo tranquillamente di no, anche perché noi non perseguiamo uno scopo economico ma realmente sociale: gratis per disabili ed accessibile per tutti. Con questo scopo non credo di avere nemici».
Articolo di Angelo Andrea Vegliante
[...] le barriere architettoniche su mare. “Sono padre di un bambino di 8 anni – spiega a FinestrAperta.it – e, avendo tanto tempo libero, io lo porto al mare. Però, quest’anno (2017, ndr) l’ho [...]
[...] le barriere architettoniche su mare. “Sono padre di un bambino di 8 anni – spiega a FinestrAperta.it – e, avendo tanto tempo libero, io lo porto al mare. Però, quest’anno (2017, ndr) l’ho [...]