Scopriamo cosa sono e come funzionano queste autorevoli istituzioni
Non tutti sanno che, accanto al lavoro degli Stati in merito al tema dei diritti umani, c’e quello di alcune importanti realtà, che vigilano sull’operato dei governi. Si tratta degli Organi di Trattato, ovvero di gruppi di esperti nell’ambito tutelato dalle Convenzioni (come per esempio quella dei diritti umani. Nella maggior parte dei casi è la stessa Convenzione di cui l’organo (o comitato) si occupa a prevederne la creazione. Gli esperti che li compongono sono persone di alta autorità morale, che non rappresentano alcuno Stato, ma svolgono le loro funzioni a titolo personale, eletti dagli Stati Membri della Convenzione.
I Comitati svolgono funzioni di monitoraggio e interpretazione del contenuto delle Convenzioni. Attraverso la pubblicazione di Osservazioni (o Commenti) Generali e in alcuni casi, ratificando i Protocolli Opzionali, gli Stati consentono ai Comitati di esaminare ricorsi individuali (denominati tecnicamente “Comunicazioni”) e di compiere indagini in caso di presunte violazioni dei diritti umani.
L’attività di monitoraggio avviene come un dialogo tra lo Stato “sotto esame” e il Comitato e coinvolge anche la società civile. Questo processo serve all’organo di trattato per assicurarsi che lo Stato Parte stia rispettando e implementando le norme contenute nella Convenzione. Esso inizia nel momento in cui il Comitato riceve il Rapporto Iniziale, seguito nel tempo da altri Rapporti periodici dallo Stato in cui quest’ultimo descrive come ha messo in pratica quanto previsto dal trattato e tiene conto delle organizzazioni non governative che svolgono, sul suo territorio, attività nel campo di interesse della Convenzione.
I Rapporti statali non sono le uniche fonti di informazione per il Comitato. Di fatto, esso riceve dati e notizie anche dalle varie agenzie specializzate delle Nazioni Unite, dalle ONG, che possono pure presentare rapporti “ombra” sul livello del rispetto dei diritti umani nei vari paesi, e dai mezzi di informazione. Certe volte, se pensa di aver bisogno di chiarimenti, il Comitato invia una lista di domande allo Stato. Quindi il Comitato incontra lo Stato, il cui operato sta analizzando, con lo scopo di procedere con la valutazione. Durante l’incontro avviene un dialogo tra i due, in cui lo Stato risponde a delle domande, indica come vuole agire su specifiche questioni e fornisce altre informazioni.
Una volta terminata questa fase di valutazione e indagine del Rapporto, il Comitato produce le sue Osservazioni Conclusive. Tale documento contiene i risultati raggiunti e ciò che lo Stato deve fare per garantire l’effettiva realizzazione dei diritti enunciati nella Convenzione. Lo Stato dovrà, una volta ricevuto, provvedere all’implementazione di quanto suggerito al suo interno e descrivere, nel dettaglio, come intende procedere nel seguente Rapporto oppure in un documento apposito da inviare all’organo di trattato.
L’altra attività altrettanto essenziale dei Comitati è quella di interpretazione dei trattati, dei quali sono“responsabili”. Normalmente, quando ratificano le Convenzioni, gli Stati le devono interpretare secondo le regole interpretative dettate nella Convenzione di Vienna, ma l’interpretazione dei trattati dei diritti umani è realizzata dai loro rispettivi Organi, anche loro obbligati a seguire quanto stabilito nella succitata Convenzione. I Commenti Generali, con cui i Comitati, generalmente, spiegano il contenuto di uno o più articoli, non sono tecnicamente vincolanti per gli Stati. Ciononostante, è come se lo fossero, perché possono costituire fonti di produzione di norme consuetudinarie. Nel diritto internazionale, infatti, quando una regola, una prassi viene applicata nel tempo dalla generalità degli Stati, perché considerata conforme al diritto, diventa una norma vincolante a tutti gli effetti. Con le Osservazioni Generali i Comitati ampliano i concetti espressi nelle norme dei Trattati che interpretano, andando a dargli anche dei nuovi significati. In poche parole, ci dicono, descrivendolo nel dettaglio, in cosa consistono i nostri diritti, tenendo anche conto dei cambiamenti sociali e scientifici, mantenendone sempre il contenuto fondamentale, magari ampliandolo e chiarendolo.
I Comitati possono, se autorizzati dagli Stati, valutare delle Comunicazioni individuali ricevute da persone che lamentano la violazione di diritti umani tutelati e affermati nella Convenzione di pertinenza dei singoli Organi di Trattati. Una volta ricevuto questo appello, il Comitato valuta se lo può esaminare, ne determina quindi l’ammissibilità secondo criteri come, per esempio, il fatto che l’autore abbia prima esperito tutti i rimedi giurisprudenziali interni. Dopodiché, attraverso sempre un dialogo, indaga la presunta violazione e se la reputa vera stabilisce i rimedi che lo Stato dovrà adempiere nei confronti del ricorrente. I documenti con i quali viene espressa la decisione del Comitato si chiamano Views o Opinioni, le quali, sebbene anche loro non vincolanti legalmente, hanno un forte potere etico-politico, grazie al quale si sono ottenuti degli enormi progressi nella protezione dei diritti umani. Le Opinioni degli Organi di trattato hanno diversi effetti pratici: portano giustizia nel singolo caso; servono come ulteriore fonte interpretativa del contenuto della Convenzione e spingono un ulteriore dibattito sui diritti umani e sul loro rispetto. Non si deve però fare l’errore, in nessun caso, di considerare le Views come espressioni di un aggiuntivo grado di giudizio.
(Elisa Marino)