Un’azione del nostro vivere quotidiano che diamo per scontato è il vestirsi. Non solo in senso meccanico, quanto in quello visivo: quando scegliamo degli indumenti da indossare, poniamo attenzione alla combinazione dei colori, alla larghezza della maglietta, allo stato di usura dei pantaloni, agli orecchini da abbinare, a quale cappello mettere e così via. Secondo voi, come riesce una persona con disabilità visiva a fare tutto ciò? Con l’aiuto di qualcuno, la missione non sembra troppo complessa. Ma in caso contrario? Negli store online esistono diversi strumenti utili a rispondere alle varie esigenze dei non vedenti. Una di queste è BeSpecular, applicazione mobile che coniuga bisogni specifici e fiducia nell’essere umano.
Andiamo con ordine. Il funzionamento di BeSpecular è molto semplice, ed è deducibile dallo slogan “Fai guardare chi non vede attraverso i tuoi occhi”: un non vedente – o VIP (Visually Impaired Person) – posta nell’applicazione una o più foto di ciò che ha attorno, di un oggetto che tiene in mano, di un testo che non riesce a leggere e via discorrendo. Una volta che il contenuto viene pubblicato, tutti i vedenti iscritti ricevono una notifica sul proprio smartphone con la richiesta di aiuto dell’autore del post. Il ricevente, così, può visualizzare lo scatto e spiegare cosa vi è rappresentato grazie a due modalità: attraverso una registrazione vocale o digitando delle parole che, successivamente, il sintetizzatore vocale dell’utente non vedente leggerà all’autore del post.
Facciamo un esempio. Mettiamo caso che Morena – persona non vedente – pubblichi la foto di una poesia, insieme alla seguente didascalia (anche qui, scritta o vocale): “Per favore, qualcuno mi può leggere cosa c’è scritto?”. A questo punto, tutti i vedenti hanno la possibilità di rispondere nella modalità che più ritengono adeguata. Ad ogni risposta data, il non vedente raccoglie tutte le informazioni necessarie e, infine, potrà scegliere se attribuire una o più stelle (per un massimo di cinque) al responsabile della miglior risposta. In questo modo, l’utente accumulerà così tanti punti da certificarsi come un valido aiuto.
Perché è così importante la distinzione tra vedente e non vedente? Oltre al fattore pratico, l’iscrizione al sistema richiede di compilare il campo adeguato, a seconda che tu sia “Vedente” o “Non vedente”. Successivamente, l’utente verrà indirizzato alla home, nella quale di volta in volta appariranno le diverse richieste fotografiche (vedente) o la possibilità di scattare foto (non vedente).
Al fine di garantire la veridicità del proprio profilo – e questa caratteristica rende BeSpecular simile a un social network -, ogni persona deve disporre di un avatar, con nome e cognome, foto, breve biografia e lingua parlata. A seconda delle vostre informazioni, il sistema stilerà una percentuale di completezza del vostro profilo.
CONSIDERAZIONI – BeSpecular risulta un ottimo approccio ai bisogni specifici dei non vedenti. L’app non richiede grosse difficoltà di utilizzo, è immediata e semplice da capire. Oltre a essere gratuita, è disponibile per IOS e Android e, fino ad oggi, non ha crashato o riscontrato problemi di installazione. Infine, è significativo il concetto che sta alla base del prodotto: una persona deve fidarsi del prossimo – pressoché uno sconosciuto – nel chiedere aiuto, senza paura e senza vergogna. Forse anche inaspettatamente, BeSpecular ci aiuta a riscoprire la bontà umana nell’aiuto collettivo, oltre a essere uno strumento più che adatto nel comprendere e conoscere i peculiari bisogni di individui con limitazioni sensoriali. Unico suggerimento: oltre alle fotografie, sarebbe interessante poter postare anche dei video. Ad ogni modo, per tutte le informazioni, potete andare su www.bespecular.com.
Siamo sicuri che esistano altre soluzioni per non vedenti di questo tipo, e noi siamo curiosi di conoscerle. Avete qualche applicazione o social network in merito da segnalarci? Scriveteci a finestra.aperta@uildmlazio.org.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante