“Solo riconquistando intangibili valori morali potremo andare avanti, non lasciamo che ad occupare lo spazio (mediatico) siano solo italiani indegni. Ci sono anche modelli esemplari, coloro che sono in grado di ridare forza etica ai cittadini”. Queste parole hanno risuonato come un mantra nelle case di tutta Italia, durante il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Parole chiare che lasciano poco spazio alle interpretazioni, usate per respingere totalmente gli episodi amari che negli ultimi periodi hanno occupato le pagine dei giornali: in particolar modo, la vicenda Mafia Capitale con gli scandali nei palazzi del potere romano, e volendo fare qualche passo indietro, gli ultimi sviluppi della presunta trattativa Stato–mafia. Alla meschinità di certi comportamenti, alla scelleratezza di certe scoperte, che hanno seriamente messo in dubbio la credibilità del nostro Paese, Napolitano propone una sfilza di nomi di personalità che si sono distinte in vari campi; le quali attraverso onestà, professionalità e duro lavoro, portano alta la bandiera italiana. Nonostante tutto. Si va da Samantha Cristoforetti ai medici di Emergency, per arrivare a Fabiola Giannotti, chiudendo con Papa Francesco.
Da questo bisogna ripartire, da ciò che ancora ci rende forti e consapevoli del nostro valore, quindi prendendo in considerazione l’appunto che ci viene fatto, allarghiamo la prospettiva anche al mondo dell’handicap. Troppe volte la nostra redazione si è occupata di vicende che rappresentavano la disabilità come una condizione che sfocia nell’ingiustizia, nel malaffare, nel lucro. Il finto cieco, il presunto invalido, permessi di parcheggio rilasciati a persone sbagliate. Oppure fondi destinati alla non autosufficienza finiti, invece, nelle mani di chi autosufficiente lo è benissimo. Questi sono solo alcuni esempi delle notizie che abbiamo riportato nel corso dell’anno e, purtroppo, il numero è sempre maggiore rispetto alle cosiddette notizie belle: volendo fare una statistica, ad ogni impresa eroica (dalla progettazione di un nuovo ausilio al primo disabile in grado di concludere il cammino di Santiago) seguono tre episodi spiacevoli. Forse è per questo che lo chiamano “Terzo settore”.
Ad ogni modo, anche qui troviamo persone esemplari: coloro che sono riusciti a trasformare una propria debolezza, o apparente condizione di svantaggio, nel punto di partenza per il successo. Cinque nomi, cinque rappresentanti, che primeggiano rispettivamente nello sport, nella musica, nella scienza, nell’informazione e nello spettacolo. Ci diamo il cinque, per così dire, in modo da poter affrontare il nuovo anno che si prospetta partendo da esempi concreti di eccellenza; che siano il proposito su cui fondare l’avvenire per tutti i nostri lettori o ascoltatori e per tutti quelli che, magari, si sentono inadeguati in una realtà che corre troppo veloce.
Alex Zanardi. Nato a Bologna nel 1966, è un pilota automobilistico e ciclista su strada. Alex ha avuto la forza di rialzarsi, dopo il grave incidente automobilistico subìto nel 2001 sul circuito di Lausitzring. Lo schianto con la vettura di Alex Tagliani ha provocato l’amputazione di entrambi gli arti inferiori. Così, Zanardi rimase in coma farmacologico per tre giorni e dopo quindici operazioni poté cominciare il lungo processo riabilitativo che lo ha condotto alla condizione attuale. Apprezzato sia come atleta sia come persona per l’atteggiamento positivo verso la vita e le sue avversità, Zanardi ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni per atleti disabili, e dopo il ritiro dalle corse automobilistiche ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo, dove corre in handbike nella categoria H4. Il suo palmares vanta una Medaglia d’Oro al valore atletico (2005), il Laureus World Comeback of the Year (2005), una medaglia d’argento ai Mondiali di Handbike (2011), due medaglie d’oro alle Paralimpiadi – prova crono e individuale H4 (2012) e il successo più recente: riesce a raggiungere il 273° posto assoluto all’IronMan Triathlon, completando l’intero percorso in meno di dieci ore (2014).
Pierangelo Bertoli. Una figura di spicco nella canzone d’autore italiana dagli anni Settanta agli anni Duemila, un repertorio variegato di canzoni che spazia dalla musica popolare al rock, famoso per la profondità dei suoi testi. Diretti, mai banali, e con riferimenti alla politica e al sociale. Alcuni critici musicali dissero di lui: “L’immediatezza dei messaggi e la sincerità dell’ispirazione sono la peculiarità delle sue composizioni; la denuncia sociale, ora più meditata ora più aggressiva, connota il suo modo di raccontare l’uomo e il tempo in cui vive. Non ci sono coinvolgimenti nel consumismo del mercato, ma semmai una rabbia autentica certo non più attuale nel dilagante qualunquismo, ma frutto anche della maggiore sensibilità che egli ha come portatore di handicap”. Venne colpito dalla Poliomelite durante l’infanzia.
Fulvio Frisone. E’ un fisico italiano, nato a Carbonia nel 1966. Affetto da tetraparesi spastica con distonie ed è quindi costretto su una sedia a ruote, appena tre giorni dopo la nascita gli venne impartita l’estrema unzione, perché se fosse sopravvissuto avrebbe condotto una vita da vegetale. Fulvio riesce a sopravvivere e i genitori lo allevano e accudiscono, nonostante le difficoltà evidenti dovute alla patologia. La svolta per Fulvio arriva quando il padre inventa un casco con un’asta che lo aiuta a scrivere, disegnare, usare il computer, interagire. Tramite quel casco il fisico Frisone lavora dal 1995, svolgendo attività di ricerca presso il dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli Studi di Catania con qualifica equiparata a quella di ricercatore universitario, confermato a tempo pieno a seguito dell’intestazione, da parte dell’Università del contratto di lavoro a tempo indeterminato, per lo svolgimento di attività di ricerca scientifica, stipulato originariamente dal medesimo dottore con il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e di Struttura della Materia. Nel 2011 ha costruito un sito di fisica.
Franco Bomprezzi. Giornalista, scrittore e blogger italiano. Affetto da osteogenesi imperfetta, fu caposervizio presso Il Mattino di Padova per molti anni; collaborò anche con la redazione de Il Resto del Carlino, prima di trasferirsi a Milano, dove ricoprì la carica di caporedattore centrale in Agr. Collaborò con diverse testate tematiche, occupandosi delle difficoltà delle persone disabili. Fu direttore responsabile di Dm, periodico della Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), nonché direttore della rivista M. Fu il fondatore del portale Superando.it e portavoce di Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità). Nel 2005 gli venne assegnato l’Ambrogino d’oro. Nel 2007 fu nominato Cavaliere della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano. Muore il 18 Dicembre 2014, a Milano.
Anna Marchesini. Attrice e scrittrice italiana. Nel 1982 Il Trio Marchesini-Lopez-Solenghi esordì su RadioDue col programma radiofonico Helzapoppin. I tre furono scritturati dalla Rai di Genova per un programma radiofonico del sabato mattina di tredici puntate che però, per il buon successo, divennero cinquantadue. Il grande impatto sul pubblico e il loro talento comico li lancia sul palco dell’Ariston per ben tre volte (Sanremo 1986, Sanremo 1987 e Sanremo 1989). Contemporaneamente si ha il ritorno del Trio a teatro, pur non tralasciando gli impegni col pubblico televisivo. Sono quindi, rispettivamente, del 1987 e del 1991 gli spettacoli Allacciare le Cinture di Sicurezza e In Principio Era il Trio. Entrambi i lavori ottennero un buon successo, furono portati in tournée per molti anni e furono ripresi in televisione più volte. La loro fama e comicità raggiunge il culmine nel 1990 con I Promessi Sposi, rilettura parodistica dell’omonimo dramma manzoniano, trasmesso su RaiUno in cinque puntate, ascolto medio di 13 milioni di spettatori con picchi di 17 milioni. Lo scioglimento del Trio avvenne nel 1994, quantomeno nelle sue produzioni, dato che nulla lasciò intendere la fine del gruppo comico. Nel 2008 si ha il ritorno in televisione, dopo una lunga assenza per la sua malattia, nella celebrazione dei venticinque anni di attività de Il Trio, alla conduzione, insieme a Solenghi e Lopez, dello spettacolo Non Esiste Più la Mezza Stagione. Alla fine dello stesso anno debutta con la pièce teatrale Giorni Felici di Samuel Beckett. La sua casa di produzione, la Marisa Srl, è una società di cui la stessa Marchesini è socia assieme alla sorella. Dal 2007 insegna all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
(Fonti biografiche: Wikipedia, Annamarchesini.it, Gazzetta.it)