Guardate per un secondo questo raffinato rilievo:
È possibile che alcuni lo riconoscano. Quest’ornamento di tipo naturalistico, composto da foglie d’acacia, appartiene all’Ara Pacis Augustae. Un recinto quadrato, elevato su un basso podio, ricoperto da una raffinata decorazione a rilievo, in cui l’effetto della profondità è ottenuto mediante i differenti spessori delle figure.
Ma come scoprire le bellezze di Roma senza poter vedere né sentire? La risposta è: attraverso strumenti di comunicazione differenti.
In quest’immagine, una delle protagoniste della mostra “altroSenso” scopre questo monumento grazie al tatto. Infatti, alcuni musei italiani, come la stessa Ara Pacis o gli Uffizi, stanno sperimentando possibilità come queste per offrire percorsi tattili per le persone sordocieche.
Invece, quando non è possibile sfruttare direttamente le mani per scoprire le opere d’arte, come nel caso dei dipinti, si può ricorrere ad altri codici di comunicazione come la Lis tattile, dove il destinatario tocca la mano del mittente, che “segna” quello che vuole dire; o il Metodo Malossi, con il quale per indicare una lettera si tocca un determinato punto della mano.
È in questi modi che si può apprezzare un’opera d’arte pur senza poter godere della vista e/o dell’udito. Ma questi dettagli pratici sono solo alcune delle cose di cui sono venuti a conoscenza i sette fotografi dell’Associazione Laboratori Visivi, quando hanno interagito con gli utenti e gli operatori del Centro Regionale S. Alessio Margherita di Savoia. Il risultato di questo incontro è “altroSenso”.
I punti forti di questa mostra sono due. Da un lato, i reporter raccontano, attraverso le diverse fotografie, il loro processo di apprendimento, nell’ambito della sordocecità. Quindi, le loro immagini sono un invito per i visitatori della mostra a intraprendere questo percorso per “capire” e “imparare”; ciononostante, l’esposizione non mira a spiegare esaustivamente tutti gli aspetti relativi alla sordocecità, se non ad offrire uno spunto di riflessione che incuriosisca il pubblico e magari lo stimoli a cercare maggiori informazioni. Ed è sempre con questo fine che presso la sala in cui è stata allestita “altroSenso” sono disponibili anche dei volantini illustrativi su cos’è la sordocecità o i relativi sistemi di comunicazione (lingua dei segni, metodo Malossi o l’alfabetto Braille) per aggirarla. Ovviamente questi volantini, così come tutte le didascalie delle fotografie, sono presenti anche in Braille.
Dall’altro lato, le immagini raccontano una storia di rapporti. Le relazioni che si instaurano tra gli utenti del centro e gli operatori. Ma anche del rapporto tra gli stessi fotografi e i soggetti dall’altra parte dell’obiettivo. Infatti, “altroSenso”, non è – solo – una esposizione sulla quotidianità di persone sordocieche ma anche un percorso sulle emozioni, la personalità e i gusti di Amerigo, Anna, Ivana, Gianni e Pino.
Per chi voglia provare a conoscere la testimonianza di questi percorsi, sarà possibile visitare la mostra fino a questo sabato 31 maggio presso l’Atelier di via Margutta 51/A, uno spazio affascinante, nelle vicinanze di piazza di Spagna.
Nel presente VIDEO è invece presente una piccola intervista alla dottoressa Gilda Di Nardo dello stesso S. Alessio, nonché ideatrice di “altro Senso”.