Il mondo dello spettacolo è in continua evoluzione, tanti sono i giovani che cercano ed inseguono la ribalta: su un palco, in radio, dietro ad un microfono. Per arrivare al successo le strade possono essere molteplici, oggi – come rampa di lancio – vanno molto i talent show: fanno ascolto, creano dibattito, intrattengono e magari tirano fuori qualche nuovo talento. Conosciamo, quindi, Marco Martinelli – artista completo, che non contento della sua laurea in biotecnologie molecolari e industriali, vuole entrare nel mondo dello spettacolo dalla porta principale per non uscirne più. Così partecipa a diversi programmi: “The apprentice” su Sky Uno e “Forte Forte Forte” su Raiuno. Inoltre, sta studiando danza e canto, nel frattempo, troviamo su Itunes e in radio i suoi brani – “La luna e l’alieno” ad esempio –, perciò ha scelto anche il nostro magazine per raccontarsi un po’.
Hai partecipato a diversi talent, come pensi che questi possano aiutare i giovani ad affermarsi?
Penso che i talent in generale quando raccolgono autori e personaggi noti di spessore e cultura possano essere una grande scuola. Il prepararsi ai vari provini, call back o esibizioni fa parte di una grande gavetta. Quello che però è importante ricordare, è ciò che mi ha insegnato Raffaella Carrà: “Il talent non è l’obiettivo, ma è l’inizio, un trampolino dopo il quale si deve fare tanta altra gavetta”.
L’esperienza di “Forte Forte Forte”, ti ha presentato al grande pubblico: se dovessi scegliere, ti definiresti più artista o più gestore d’impresa?
Io sono un caso anomalo, un mix tra biotecnologie, management e musica. Mi sento un po’ un prisma e in quanto tale tengo molto a tutte le mie facce. Al momento mi sto dedicando al canto, alla danza e alla recitazione ma tra non molto sarò anche sul bancone di un laboratorio tra le mie provette a fare esperimenti biotech.
Stai facendo un album, quali sono le tue influenze artistiche e i tuoi generi di riferimento?
Mi piace la musica italiana, sto lavorando ad un album che unisce sonorità italiane con richiami al mondo americano di Sam Smith, Adele, ma anche un po’ di dance. Una sorta di album prismatico coerente con la mia personalità piuttosto complicata.
C’è una canzone che vorresti aver scritto tu di un tuo collega? Se sì, perché?
Ci sono tantissimi pezzi meravigliosi della musica italiana ed internazionale. Se dovessi scegliere nell’archivio storico della musica italiana avrei voluto scrivere un pezzo come “Questo Piccolo Grande Amore” scritto e interpretato magistralmente da Claudio Baglioni, musica di Antonio Coggio. Se invece prendessi una canzone uscita da poco “Stay with me” di Sam Smith, uno dei cantanti e delle voci pop più belle del nostro attuale panorama musicale.
Hai lavorato nel mondo radiofonico, come vedi la situazione delle radio di oggi: fare lo speaker ed affermarsi è più difficile rispetto a prima secondo te?
Oggi è tutto molto più difficile. La densità di popolazione aumenta, i terreni coltivati diminuiscono e presto sarà difficile persino nutrirsi. C’è un fatto che però fa la differenza, la passione per quello che si vuole fare. Se analizziamo gli imprenditori, gli attori, i medici, i manager di successo troviamo un punto in comune. Il fuoco della passione. Se fare lo speaker è ciò che alimenta quel fuoco sono certo che lo farai. Io voglio fare lo showman e il mio fuoco brucia.
(Fortunatamente si tratta di fuoco a zero emissioni di CO2)
Artisti e Web: come vivi questa nuova tendenza social e che rapporto hai con i vari social network?
I social sono molto importanti, sono però dei contenitori non contenuti. Penso sia importante non farsi rapire troppo dal mondo dei social, da quel contenitore che spesso raccoglie un universo parallelo in grado di generare mostri, falsi miti e dottrine. Io sono felice di essere finito nel contenitore, spero di dare alle persone che mi seguono un po’ di sorrisi e informazioni utili.
Cosa vorresti fare in TV? C’è un programma per cui ti senti tagliato?
Vorrei fare un programma d’informazione scientifica divertente, anzi vi dirò che sto preparando qualcosina. Pensando in grande, sono un fan di Fiorello e Paola Cortellesi, fanno quello che vorrei fare, anzi direi che sono tra i miei modelli. In generale vorrei essere un Lelio Luttazzi 2.0.
Con chi vorresti lavorare?
Come cantante con Giorgia, Anastacia, Sam Smith. Chiaramente sto sognando, ma è così bello farlo. Come scienziato con un professore di Edimburgo che lavora sull’ingegneria genetica in lievito, questo è già più plausibile. Come Showman con Paola Cortellesi, altro sogno che spero un giorno di poter realizzare.
Come ti vedi tra qualche anno?
In giro per l’Italia con un mio spettacolo dove canto, ballo e vi racconto un po’ di storie sulla natura, la vita e l’universo.
Parlaci dei tuoi progetti futuri e, se puoi, dacci qualche anticipazione.
C’è tanto che bolle in pentola, la cosa più vicina a cottura, è una sorpresa che spero vi faccia ballare nata dal mio brano “La Luna e L’Alieno”. Vi aggiorno non appena è ufficiale!!!
Articolo di Andrea Desideri