Con loro omosessuali, donne, musulmani ed ebrei
Per il settimo anno consecutivo, Vox, l’osservatorio italiano per i diritti che si batte per una comunicazione corretta, ha pubblicato il resoconto sulla “mappa dell’intolleranza” presente in Italia.
Vox si sta occupando da sette anni di rilevare e mappare i tweet d’odio comparsi nel Web, cercandoli attraverso parole considerate sensibili. I gruppi più colpiti dal fenomeno di hate speech (utilizzo di parole di odio e intolleranza verso diverse categorie di persone) sono quelli di donne, omosessuali, migranti, ebrei, musulmani e persone con disabilità. La ricerca mira a identificare le zone più intolleranti d’Italia, tentando di trovare il sentimento che accomuna le diverse community online e i motivi per cui succede. Sono proprio questi i luoghi in cui ci sarebbe più possibilità di rilevare l’hate speech, perché i forum e i social network permettono un continuo scambio di idee e soprattutto promettono garanzia di anonimato, così che tutti si sentano al sicuro nel rivolgere parole d’odio a qualcuno senza subirne le conseguenze.
I social e i forum svolgono il ruolo di catalizzatore di tutte le emozioni forti. Scrivere o commentare avvenimenti con cattiveria, è il modo di sfogarsi delle persone che vivono momenti di grande malcontento e paura. Già negli anni precedenti era stato rilevato un forte stress legato a un senso d’impotenza per i diversi eventi successi, fra cui la pandemia di COVID-19. Il 2022 ha proseguito verso questa tendenza. La guerra russo-ucraina, la crisi economica ed energetica e l’improvviso cambio di governo, non hanno giovato alla salute mentale delle persone, che hanno visto nella lamentela verso alcune categorie di abitanti italiani, una modalità in cui riversare le proprie insicurezze.
Il periodo di osservazione della ricerca di quest’anno è iniziato a gennaio e si è concluso a ottobre 2022. I picchi maggiori, quelli più gravi, hanno riguardato i commenti misogini dopo ogni femminicidio – drammatica situazione evidenziata da anni – e gli insulti rivolti agli omosessuali, tornati protagonisti dell’odio online durante l’anno appena passato. Ai credenti musulmani commenti negativi in ogni evento in cui sono coinvolti e gli ebrei sono stati insultati principalmente in occasione della Giornata della Memoria. I discorsi di Papa Francesco hanno scatenato l’ira del Web in due occasioni: quando ha parlato di accoglienza per i migranti sbarcati sulle coste italiane e quando ha invitato a considerare la disabilità una sfida per costruire insieme una società più inclusiva. Altra occasione che ha attirato molti insulti verso le persone disabili è quella della notizia di un tassista veronese, che ad ottobre scorso si era rifiutato di accogliere a bordo della propria auto il Presidente della Fish Onlus Vincenzo Falabella e la sua sedia a ruote.
Le persone con disabilità sono diventate bersaglio di odio, al secondo posto delle categorie più prese di mira su Internet. Gli insulti più utilizzati sono “mongoloide” e “handicappato”. I luoghi più intolleranti alla disabilità? Il Nord Ovest, l’Emilia e la Toscana.
“La Mappa dell’Intolleranza è soprattutto un progetto di prevenzione, pensato per amministrazioni locali, scuole, associazioni che lavorano sul territorio. Per chiunque pensi che tutti noi abbiamo bisogno di nutrire la cultura del dialogo nel web”. Indispensabile quindi, una vera e propria educazione all’utilizzo di uno strumento potenzialmente molto pericoloso in mano a persone fomentatrici di pregiudizi e odio.
(Angelica Irene Giordano)