A fronte di tanti eventi agonistici sospesi o annullati causa coronavirus, si moltiplicano le iniziative benefiche
Nell’immaginario collettivo associamo allo sport immagini di stadi, palazzetti e spalti gremiti, colorati e festanti, occupati dai tifosi che incitano il proprio beniamino o la propria squadra con cori e striscioni. Con i supporters pronti ad assistere alla gara, che riempiono pullman per affrontare la trasferta oppure che si ritrovano nel terzo tempo a bere birra senza badare ai colori. In questo periodo delicato, nel quale il nostro Paese, e non solo, si trova in emergenza sanitaria per la covid-19, il mondo dello sport, a livello globale, ha deciso di fermare, sospendere e, in alcuni casi, annullare gare e tornei. Una decisione, questa, presa all’unanimità da parte di tutte le federazioni tre le quali: Fifa, Fipav, Fiba, Fib, Fie, FIGC, FISG, Fina, ICF, ITF, Fir, Fitav, Fia, Fim, Conmebol, Concacaf, Uefa, Uci, IGF, WSL eccetera.
E le Olimpiadi? Naturalmente sono a forte rischio sia le Olimpiadi che le Paralimpiadi di Tokyo 2020 previste per luglio a causa dell’aumento dei contagiati per coronavirus proprio in Giappone, tra i quali è risultato anche Tashima, presidente della Federcalcio nipponica e vicepresidente del Comitato olimpico nazionale, anche se la fiamma olimpica è arrivata in queste ore, dalla Grecia, in una cerimonia a porte chiuse.
Al momento “non è necessario prendere decisioni drastiche in questa fase” dichiara il Cio, Comitato Olimpico Internazionale, che invita gli atleti “a continuare ad allenarsi nel migliore dei modi”. Certamente, se dovesse essere annullata la XXXII edizione dei Giochi, sarebbe un evento storico poiché non accade da Londra 1940 e inverosimilmente da Tokyo 1944, quando lo sport non è riuscito a fermare i conflitti mondiali.
Il mondo del calcio. Inizialmente si è preferito giocare a porte chiuse, ossia in assenza di pubblico, poi sono stati sospesi tutti i campionati nazionali, compresi quelli più noti a livello europeo come la Liga, la Bundesliga, la Premier, la Ligue 1, l’Eredivisie e le nostrane Serie A e B.
In seguito a diversi casi di positività al coronavirus di alcuni giocatori e staff tecnici, militanti sia in squadre italiane che straniere, anche l’Uefa ha deciso di sospendere le competizioni continentali come la Champions, la Youth League e l’Europa League. Recentemente anche la Fifa è stata costretta a rinviare gli Europei, itineranti, di calcio previsti per il prossimo 11 giugno con la gara inaugurale allo Stadio Olimpico di Roma. Si svolgeranno lo stesso giorno ma del 2021.
Ripartirà la serie A? Inizialmente la data fissata per la ripresa della massima serie era il 3 aprile, tanto che molti club di A e B avevano convocato i propri giocatori per gli allenamenti previsti per fine marzo. Questa decisione ha scatenato l’ira dei medici della Serie A, che in una nota “consigliano di non riprendere l’attività fino a netto miglioramento dell’emergenza”, ai quali si aggiunge la denuncia dell’Aic, Associazione Italiana Calciatori, che definisce in un comunicato “un comportamento scriteriato di alcune società che si ostinano a convocare gli atleti per gli allenamenti o per il controllo quotidiano della temperatura”.
C’è “l’intenzione di chiudere il campionato, a costo di giocare ogni tre giorni oppure di chiedere una deroga per finire a luglio” dichiara Gabriele Gravina, presidente della FIGC, poiché l’Uefa vuole chiudere la stagione 2019-2020, campionati nazionali e coppe europee, il prossimo 30 giugno. Mentre è il 3 maggio “la data che noi auspichiamo”, dichiara Vincenzo Spadafora, ministro per le politiche giovanili e dello sport, “ma è difficile pensare alle porte aperte” poiché “il mondo del calcio ha capito molto in ritardo che doveva fermarsi”.
Iniziative e raccolte fondi. Per chi rimane a casa, fortunatamente, ci sono moltissime iniziative interessanti dedicate agli sportivi accaniti. Ad esempio l’NBA ha deciso di regalare l’iscrizione al League Pass (fino al 22 aprile), dove si possono vedere le partite sia della stagione corrente che di quelle passate; Sky ha offerto a tutti gli abbonati tutti i contenuti della programmazione, anche se non inseriti nel proprio pacchetto senza costi aggiuntivi (fino al 3 aprile), oltre alle varie video lezioni online di yoga, fitness eccetera per mantenersi in forma anche restando a casa.
Comunque sono tanti i gesti di solidarietà e le raccolte fondi lanciate sui social dalle società e dai giocatori come la #stayathomechallenge, che vede sfidarsi nei palleggi con un rotolo di carta igienica, fuoriclasse di tutto il mondo, da Messi a Totti, passando per Vidal, Felipe Melo, Pogba, Quagliarella e altri, che ha come obiettivo quello di raccogliere fondi per gli ospedali italiani, come l’iniziativa di “Che fatica la vita da bomber”; la Ferrari contribuirà insieme a FCA a costruire i respiratori polmonari per le terapie intensive grazie al personale specializzato che aiuterà l’azienda Siare, i giocatori del Rugby Viadana hanno deciso di diventare volontari della Croce Verde, sia come centralinisti, che portando la spesa e i medicinali a casa delle persone più fragili.
Simpatica l’idea del Perugia calcio, che fa chiamare i propri abbonati dai calciatori della prima squadra, che s’informano su come stanno trascorrendo la quarantena. Infine, va sottolineato il bel gesto dei tifosi di Atalanta e Roma che, non potendo seguire la propria squadra in trasferta, rispettivamente a Valencia e a Siviglia, hanno chiesto il rimborso del biglietto per poi devolverlo in donazione agli ospedali Papa Giovanni XXIII di Bergamo (circa 60mila euro) e allo Spallanzani di Roma (circa 20mila euro), grazie anche alla raccolta fondi online “United we stand”. A dimostrazione che lo sport, nei momenti difficili, va oltre i colori e unisce tutti. Perché con la covid-19 non si gioca.
#iorestoacasa #distantimauniti #andràtuttobene
Articolo di Lucia Romani