Il volontariato è un’esperienza che porta chi lo pratica ad aprire i propri orizzonti, venendo a contatto con realtà umane forti, intense, coinvolgenti. È quanto emerge dalle parole dei ragazzi che hanno appena concluso il proprio Servizio Civile alla Uildm Lazio Onlus
Il 12 settembre 2016 venti giovani tra i diciotto e i ventotto anni hanno cominciato presso la Uildm Lazio l’esperienza del Servizio Civile. Per un anno sono stati impegnati nello svolgimento del progetto “Autonomia e Vita Indipendente: Percorsi Possibili”, stando affianco e offrendo aiuto a persone con disabilità. Questa esperienza non è soltanto un anno di servizio utile all’ente e alla comunità, ma un’opportunità in cui il giovane volontario viene pienamente coinvolto e può esplorare le possibilità di essere un cittadino attivo e responsabile, anche dopo e al fi fuori dello svolgimento dell’anno di Servizio Civile. L’11 settembre 2017 sono giunti alla fine del loro percorso. La Uildm Lazio augura loro il meglio, con la speranza che portino nelle proprie comunità la cultura dell’inclusione e della valorizzazione della diversità.
Abbiamo chiesto ad alcuni di questi volontari di raccontarci la loro esperienza. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Come puoi descriverci la tua esperienza di Servizio Civile?
“Il viaggio che ho fatto all’interno della Uildm è stato ricco di eventi che sono stati positivi e negativi, sia a livello formativo che emotivo, umano e professionale. Ho vissuto un anno impegnativo, dove le diverse circostanze mi hanno fatto conoscere persone interessanti, con un bagaglio di vita differente dalla mia quotidianità, ma soprattutto con volontà d’animo, pazienza e che ti mettono in mano la loro storia, le loro paure, i loro dubbi, le loro speranze e la voglia di vivere che ha sempre superato le mie aspettative iniziali. Ho vissuto questo anno mettendo avanti sempre la mia voglia di fare, impegno e costanza; perché secondo un mio punto di vista sono questi sono i pilastri che fanno da ‘ponte’ tra me e i diversi ragazzi che ho conosciuto e con i quali sono stata a contatto.
Spesso la sera arrivavo a casa stanca, ma era una stanchezza gratificante, in quanto era la dimostrazione che qualcosa avevo fatto e non avevo buttato una giornata, le energie che esaurivo le riacquisivo attraverso i rapporti che costruivo con i ragazzi, con gli altri operatori, ma soprattutto con le capacità e potenzialità che mi sono resa conto di avere. Ho messo in gioco le poche abilità che avevo e la pazienza e sono sempre stata ripagata da un sorriso o un abbraccio.
Consiglio a tutti l’esperienza del Servizio Civile, in particolare consiglio l’esperienza nella Uildm perché permette a coloro che hanno dei limiti di poterli abbattere e capire che le diversità umane sono solo negli occhi di chi guarda, senza rendersi conto che l’involucro nasconde il mondo che ognuno di noi ha dentro”.
Anna Chiarlitti
Perché hai deciso di candidarti proprio alla Uildm per svolgere il tuo Servizio Civile?
“Ho deciso di candidarmi alla Uildm, dopo vari luoghi che ho trovato su Internet per fare il Servizio Civile. Ho scelto la Uildm perché prima di tutto non richiedeva esperienza obbligatoria, né una laurea per poter svolgere le mansioni riguardanti la struttura. In secondo luogo l’ho scelta perché quando ho chiesto informazioni per telefono, le risposte erano esaustive e potevo chiedere qualsiasi tipo di informazione. Inoltre ho deciso di candidarmi qui per via del tipo di struttura, ossia un luogo che si dedica a persone con disabilità: un mondo che a me interessa tanto al punto di inserirmi in campo lavorativo, non solo per un’esperienza di un anno. Poi la Uildm dona a chi vuole svolgere il Servizio Civile un corso formativo prima di effettuare il servizio vero e proprio, e questo mi ha molto rassicurato, anche perché ho sempre avuto questa predisposizione per questo tipo di lavoro, ma allo stesso tempo non ho mai avuto una grande esperienza. Infine ho scelto la Uildm per la quantità di posti accessibili per effettuare il Servizio Civile che da una parte mi ha invogliato a fare domanda per la maggiore probabilità di essere scelto e dall’altra perché ho pensato che una struttura che può accogliere così tanti volontari è una struttura ben predisposta a lavorare con lo scopo del servizio alla persona e non solo a un guadagno personale. E così è stato perché al centro di ogni servizio c’è sempre stata la persona”.
Stefano Trotto
Tra le varie esperienze svolte con gli utenti, avete avuto modo di fare varie uscite. Ce ne potete raccontare una?
“Premetto che in Uildm ho avuto modo di partecipare a molte attività, soprattutto il Gruppo Click (gruppo di fotografia). In questo gruppo eravamo pochi, ma abbastanza da fare molte uscite e tutte bellissime. Non vi voglio raccontare di un’uscita in particolare perché non vorrei banalizzare le altre, quindi vi dirò che abbiamo visitato mostre fotografiche, siamo andati al mare, a Villa Pamphili, Cinecittà, ci siamo divertiti oltre a fare molte foto per la mostra di fine anno e insieme abbiamo scoperto molte piccole bellezze di Roma; ma soprattutto abbiamo incontrato molte barriere come i sampietrini, la sabbia, i gradini, i marciapiedi senza scivolo, macchine parcheggiate male, mezzi pubblici non adatti, ma devo ammettere che siamo riusciti a superarle tutte grazie al gruppo, che era molto unito.
Ho imparato tante cose dai miei utenti, me ne hanno insegnate tante, come noi volontari a loro, e ora posso dire che ho aperto gli occhi su un argomento su cui ero molto ignorante. Tutti dovrebbero lavorare a fianco di persone con disabilitá, non perché sono diverse e fantastiche, no, ma per farvi capire le problematiche che devono sopportare e superare tutti i giorni, come chiunque altro al mondo”.
Barbara Mamone
“Quella che ricordo con più affetto è stata la mia prima volta a una fiera di videogiochi. Premessa: ci ho giocato qualche volta, ma non fanno parte delle mie passioni, però, posso dire che ho acquisito molte conoscenze a riguardo. All’inizio della mia esperienza con uno dei miei utenti, il ragazzo con il quale sono andata alla fiera, avevamo poco da condividere, o così pensavo. Invece col tempo ho imparato ad apprezzare tutto ciò che riguarda i videogiochi. Quindi consiglio ai ragazzi che vorranno candidarsi di avere la mente aperta a tutto, così il vostro lavoro sarà più semplice.
Comunque andammo in tre a questa fiera, era tutto accessibilissimo, l’unica pecca fu il bagno, nel momento del bisogno era buio e non c’era neanche un lampioncino!
Il volontariato con i ragazzi della Uildm mi ha fatto scoprire molte cose, e una di queste è un grande interesse sul mondo della fantascienza e videogiochi. Quindi mi ha insegnato a conoscere meglio me stessa”.
Lucia Guarderas
Come puoi descriverci la tua esperienza di Servizio Civile?
“Due anni fa ho terminato la scuola superiore come Tecnico dei Servizi Socio Sanitari. Come scuola mi ha permesso di rapportarmi in differenti ambiti sociali. Ho scelto di candidarmi come volontaria del Servizio Civile presso la Uildm per approfondire il concetto di disabilità, per poter comprendere in pieno i miei limiti, trovare un modo per poterli superare e crescere sotto ogni aspetto. Descriverei questa esperienza, come un qualcosa che ti allontana da una mentalità chiusa e a volte – oserei dire – bigotta; distogliendoti da mille pregiudizi sbagliati, che magari avevi portato avanti fino a questo momento.
Direi che quest’avventura ti fa abbracciare diverse realtà, facendoti prendere consapevolezze diverse. È stato toccante vedere da fuori la disabilità, potersi soffermare e vedere oltre, nei loro sguardi, gesti e parole, poter cogliere le loro fragilità e al tempo stesso vedere in loro quella forza devastante che gli permette di affrontare le giornate o con un sorriso o con una parola d’incoraggiamento.
Per concludere posso dire che quest’esperienza ha realmente stimolato una mia crescita personale, facendomi distogliere con il tempo dai miei pregiudizi e mi ha fatto sviluppare l’elemento della pazienza, facendomi comprendere che, per ottenere le vittorie più belle, c’è bisogno di tempo e pazienza”.
Martina Cocchieri
Articolo di Eva Fekonja