Una lettera aperta ai giovani che hanno appena iniziato il Servizio Civile alla UILDM. Un invito a tutti e tutte a vivere con entusiasmo e intensità quest’anno speciale di Servizio
Carissimi Ragazzi e Carissime Ragazze del Servizio Civile UILDM e non solo,
Avete da poco iniziato un’esperienza importante utile per voi e per la comunità in cui svolgete il Servizio Civile. Oggi c’è un’identità da ridisegnare, nella complessità dei problemi di oggi. Da parte nostra sappiamo che in questa fase ci sono obiettivi e itinerari da delineare per sostenere e orientare la formazione personale di coloro che, come voi operatori volontari in Servizio civile, vogliono incidere in ambito sociale, di coloro che scelgono la qualità invece che la quantità (oggi un atto quasi rivoluzionario). La nostra speranza è quella che attraverso questa esperienza, riusciate a diventare, per dirla con Alexander Langer, dei bravi “costruttori di ponti, saltatori di muri o esploratori di frontiere”. Oggi più che mai occorrono persone capaci di costruire ponti che uniscano popoli e facciano vivere mondi separati, in grado di saltare i muri delle segregazioni e del razzismo, capaci di mettersi al confine e riconoscere l’umanità che è in ogni persona.
Il Servizio Civile è ricco di sfide da cogliere dalle richieste del quotidiano. Un quotidiano spesso difficile, ma non si può pensare che la situazione presente della nostra società sia tale da fregarcene, da “lasciar fare”. Forse non è nemmeno sufficiente quel “fare” dall’alto, sicuramente pieno di buona volontà, ma il distacco dato dalla verticalità dell’azione spesso non porta grandi risultati.
Siamo tutti noi: Olp, giovani del Servizio Civile e personale degli Enti, necessariamente destinati all’autoeducazione che si realizza dalla “pratica della realtà”, nelle relazioni. Solo immergendosi nella realtà si riesce a trasformarla. Il Servizio Civile vi dà questa opportunità. Non è sufficiente vivere “per” qualcuno, “per” qualche categoria sociale o “per” un’idea. Ma è importante vivere “con” qualcuno, “con” un’idea. Perché le sfide dell’oggi ci richiedono interventi carichi di radicalità. Probabilmente verrete in contatto con molte persone che vivono a loro modo questa intenzione. Non sono persone perfette, spesso mostriamo tutti i nostri limiti ma molti di noi hanno scelto un modo di vivere “con” l’altro.
Solo cambiando le strutture della quotidianità possiamo esprimerci pienamente come esseri umani. È aumentando le nostre capacità di ascolto di noi stessi e dell’altro che possiamo “essere la via”. La nonviolenza ci insegna che all’interno dei mezzi che utilizziamo, ci sono già dentro i fini. Così nel come, nel cosa e nel chi, vive già il dove. E il dove, per ognuno di noi è adesso!
Buon Servizio Civile!
Massimo Guitarrini