Una vita difficile e tanti problemi di salute. Ma alla fine, ciò che rimarrà per sempre del pittore olandese è la bellezza delle sue opere
Chi non conosce Vincent van Gogh, famosissimo pittore i cui quadri sono ammirati da tutti? Le sue opere sono intense, forti e, giudicandole con i parametri dell’epoca (parliamo della seconda metà dell’Ottocento) esprimono concetti e tecniche innovativi.
Forse però non tutti sanno che van Gogh aveva una disabilità: soffriva di epilessia del lobo temporale e di disturbo bipolare della personalità. Sin dalla nascita aveva una lesione cerebrale, peggiorata con il tempo per l’uso di assenzio. Van Gogh assumeva un farmaco particolare prescritto dal suo medico per curare gli attacchi di cui soffriva e uno degli effetti collaterali del farmaco è la visione di macchie gialle; molti studiosi storici si sono interrogati su questo fatto e cioè che la presenza del colore giallo nelle sue tele fosse legato all’assunzione del farmaco.
Van Gogh realizzava i suoi quadri a una velocità incredibile: produceva una serie di opere in pochissimo tempo e poi cadeva in depressione. Molti credevano che fosse bipolare proprio perché alternava periodi di iperattività a periodi di calo; altri studiosi hanno messo in correlazione gli aloni di luce intorno agli oggetti da lui dipinti, con un reale gonfiore della retina da lui sofferto.
Molto probabilmente aveva una serie di disturbi e la sua vita è stata tutt’altro che facile, eppure ha lasciato una serie di lavori meravigliosi, che saranno tesoro dell’umanità per sempre.
Di van Gogh se ne parla oggi e se ne parlerà anche domani perché, talvolta, quelle che chiamiamo “anomalie” e che ci inducono a giudicare qualcuno come diverso, possono essere le caratteristiche di personalità geniali, capaci di cogliere quello che agli occhi di tutti gli altri sfugge. Probabilmente gli artisti hanno esattamente questa caratteristica: intercettano elementi del reale nascosti dalla quotidianità e dalla superficialità.
Oggi possiamo dibattere sulla personalità di van Gogh, definire i suoi disturbi, la sua irregolarità, ma sicuramente la sua genialità è fuori discussione. Quella genialità legata alla sensibilità e all’irrefrenabile esigenza di esprimersi e comunicare stati d’animo, sentimenti, emozioni tramite la forma d’arte che si sceglie.
(Alessandro Fontanazza)