Poco più di una settimana fa, nel quartiere di Casal Bertone, zona di Roma non troppo distante dal centro della Capitale, una coppia di ottantenni, Mario ed Elisa, hanno avuto l’inaspettata visita dell’ufficiale giudiziario con uno sfratto esecutivo
La Capitale è una città ricca di sorprese. Amara, però, è stata quella che hanno ricevuto, qualche giorno fa, Mario ed Elisa, due coniugi, 87 anni lui e 77 lei. I due consorti, entrambi con disabilità, hanno, infatti, subito la visita di un ufficiale giudiziario che portava con sé un’esecuzione di sfratto.
Mario ed Elisa vivono da più di dieci anni nell’appartamento di via Pollio, 40 a Roma, nel quartiere di Casal Bertone, pagano regolarmente l’indennità di locazione dell’abituazione che appartiene, attualmente, al Fondo Scoiattolo, un fondo di investimento immobiliare.
La coppia ha anche provato ad acquistare la casa in cui vive, ma la loro offerta non è stata ritenuta congrua ed il Fondo Scoiattolo ha deciso di allontanarli.
Sulla questione pesa anche la complessa situazione di salute dei due anziani: Elisa, ormai da anni, si muove in carrozzina, di notte dorme con l’ausilio di un ventilatore polmonare e trascorre molto tempo a letto. Mario, da par suo, ha il diabete, un tumore e diversi problemi al cuore.
A causa dell’ovvio sgomento che li ha assaliti alla comunicazione di sfratto dell’ufficiale giudiziario, i due sono dovuti ricorrere alle cure mediche dell’ambulanza e lo stesso dottore dei soccorsi ha constatato l’impossibilità ad eseguire l’ordinanza, che è stata rimandata al 14 giugno.
“Il Fondo Scoiattolo, che gestisce il patrimonio della Cassa Ragionieri, avrebbe sfrattato due anziani invalidi. Solo le condizioni precarie, certificate dal medico presente, hanno impedito questa violenza – dichiara Marco Carroccia di Unione Inquilini -. Il paradosso è che, mentre gli anziani pagano regolarmente le bollette per indennità di occupazione, nello stesso palazzo ci sono diversi appartamenti chiusi da anni, che la società non vende né affitta. Perché il Comune di Roma non si fa carico di queste persone che avrebbero diritto a una casa popolare? Perché a Roma ci sono così tante case chiuse di enti previdenziali pubblici e privati e altrettante persone in estrema precarietà abitativa?”.
Queste domande dovrebbero trovare risposta nelle sedi adeguate, considerando sempre che, oltre alla mera prospettiva economica, ci sono circostanze che meritano di essere gestite con maggiore umanità.
(Giuseppe Franchina)